The Good Wife 5×06 – The Next DayTEMPO DI LETTURA 3 min

Il giorno dopo la guerra è soleggiato, riposante, spensierato, liberatorio e segna un nuovo inizio, quasi come se nulla fosse mai accaduto. Ma la bella sensazione dura poco perché il giorno dopo porta sempre con sé le
conseguenze del giorno prima.

Episodio di respiro, meno di impatto come i precedenti
(prevedibile), ma che tiene le redini di un grande gioco che in “Hitting The Fan” aveva visto soltanto il sorgere di tutte le dinamiche destinate ad evolversi per il proseguo della stagione, in realtà “The Next Day” è la vera guerra, che è iniziata a suon di scaramucce e cavilli giuridici, che bellezza.

Caso della settimana pressoché inutile, la cliente di Diane/Alicia/Diane è dalla parte della ragione e sarebbe una causa da due soldi, facilissima da vincere se non fosse per il balletto di prove, testimoni e cartelle a cui assistiamo per tutta la puntata senza esclusione di colpi bassi, riferendomi soprattutto ad Alicia che di fronte al portare Will di fronte alla ACDB che lo sospese, non batte ciglio, così come non si fa scrupoli rivolgendosi al marito di Diane.
È sempre più chiaro da chi Alicia abbia imparato, a chi somiglia di più, qual è stato il suo mentore: Will; Diane poche e rare volte avrebbe accettato di scendere nel personale, lasciando più che altro il nodo a Will, che scrupoli non se n’è mai fatti. E non inizia certo a farseli adesso, non per Alicia, anzi, è proprio per lei che sfodera la sua aggressività e vuole che sia così (“Don’t let her get into your head.”- “No. That’s where I want her”) per poter meglio assaporare la vittoria quando entro un mese la Agos/Florrick&Soci dichiarerà il fallimento.
Will dà il meglio di sé, ma chi buca lo schermo anche questa volta è Diane, favolosa in questo episodio dove passa da un simpatico e adolescenziale timore di fare brutta figura nella sua ultima causa a un colpo al cuore quando vede la sua carriera stroncata, intuendo che in una faida dove lei c’entrava relativamente poco (era in via di abbandono dalla Lockhart&Gardner) che vedeva contrapposti gli interessi lavorativi e privati di Will e Alicia, alla fine, l’unica che ci ha rimesso veramente è proprio lei, Diane. Senza dimenticare il lato privato della faccenda: Alicia entra nel suo matrimonio, un tasto che ferisce Diane e che le fa scattare la molla che le serviva per affiancare Will nella sua crociata, senza perdere tuttavia la classe che la contraddistingue, tenendo lo sguardo di Alicia e sfoderando un sorriso e una gentilezza agghiaccianti. Ora come ora è Diane l’unica in grado di far tentennare Alicia, non certo David Lee, non certo Will.

La parentesi Marilyn reintroduce il personaggio della bionda collaboratrice di Peter, destinato ad apparire in modo ricorrente a quanto pare, con la funzione di non farci dimenticare l’aspetto politico che ora volente o nolente riveste Alicia; Chris Noth c’è sempre meno ma la sua presenza aleggia, in questa stagione più che mai.

• Intro e regia: inquadrature splendide
• Gli sguardi tra Will e Alicia sono di fuoco
• Torna la bravissima Mamie Gummer e incontriamo invece un nuovo giudice (“Squash it”)
• Diane, un personaggio sublime che sempre di più ruba la scena ai suoi comprimari
• “Bill and Hilary on steroids”

• Episodio non proprio d’impatto, anche se facilmente prevedibile visto il precedente
• Assenza di Peter e Eli: contro la dura legge del vile denaro noi, i King e la CBS non possiamo fare niente, ma l’aspetto poitico di questa stagione (importantissimo più che mai ora che Peter è Governatore) risente delle sporadiche apparizioni di Chris Noth.
• David Lee, da quando è diventato regular i suoi interventi hanno perso la brillantezza che li caratterizzava, meglio quando compariva meno ma era decisamente più incisivo.

VOTO EMMY