Buon episodio per The Good Wife che si avvia al termine di questa quinta stagione un po’ strana. Cominciando a tirare le somme, per la precisione, quello che è stato un po’ deludente è il lato politico della serie (che poi è quello che ci piace di più), con un Peter Florrick poco presente e delle storyline poco incisive.
L’episodio in questione brilla per la simpatia e veridicità del caso legale: Quante volte enfatizziamo un’espressione senza curarcene? Perché ovviamente si intende il tono iperbolico, ma nel magico mondo legale così non è ed ogni parola pesa quanto un macigno diventando arma a doppio taglio per la controparte.
Alicia si ritrova quindi a pregare in tutti i modi il suo ricco cliente a chiedere scusa per le offese agli ebrei, ai greci, agli italiani (non so voi, ma io non mi sono sentita per niente offesa, doveva arrivare TGW per dire la grande verità del nostro Paese) e non per propria coscienza ma per pura e semplice convenienza, perché nel giudizio pendente in tribunale queste dichiarazioni saranno decisive per la scelta della giuria.
Alla fine come quasi sempre succede nelle realtà, in tribunale non ci si finisce, la scelta della giuria non è servita a nulla e i due avvocati (e che avvocati, Mrs Florrick e quella Fox volpe di Canning) patteggiano. Divertente tutto il giro di parole, di scuse, di interviste e di giochi sporchi per arrivare all’accordo; The Good Wife ci dimostra sempre che non c’è bisogno di una causa penale, civile, di un omicidio, di uno stupro per mettere su un caso legale interessante, ammiccante e che si faccia specchio della società.
Di pari passo continua la crociata solitaria di Diane, rimasta solo con Kalinda al suo fianco nello studio che porta il suo nome. La triste realtà dei fatti è che puoi essere la donna più idealista del mondo, la più corretta, la più caparbia e l’avvocato più capace del mondo: ma nel duro mondo degli affari, la nostra Diane non ci sa proprio fare e proprio per questo motivo si è spesso trovata messa con le spalle al muro nel suo stesso studio da i suo stessi soci ed ora che non c’è più Will a tirare avanti la baracca, a Diane non rimane che combattere. La sua battaglia.
La trama orizzontale procede, ma con grande delusione. Viene nuovamente a galla la trama di Peter e delle giovani ragazze e la scena finale non fa presagire nulla di nuovo. Deludente l’aspetto politico di quest’anno, manca ancora un episodio alla fine della stagione, ma si può dire che la trama politica è pressoché nulla e trascurabile, per non dire già vista. Non si può credere che Peter creda così facilmente ad un tradimento di Alicia con una semplice foto di Finn che esce da casa sua, è troppo pretestuoso: questo vuol dire che Peter non conosce Alicia, Alicia che ha appena perso Will, Alicia che pensa prima ai suoi figli e poi a sé stessa, come avrebbe potuto avere anche solo un flirt con Polmar? Sappiamo quanto la nostra buona moglie sia combattuta e il dissidio che la abita è da sempre la culla dei suoi dispiaceri, dei suoi treni persi e Peter non può non vederlo.
In attesa del finale di stagione, direi che una sufficienza va più che bene.
- Soundtrack
- Caso legale
- Eli, unico
- Howard è troppo carino con quella kippah in testa
- “It’s like basing your philosophy on the books of John Grisham”
- “You are the one percent”
- Trama orizzontale inesistente
- Peter e le giovani tirocinanti: basta!
- Aspetto politico della serie parecchio deludente
The Deep Web 5×20 | 8.98 milioni – 1.1 rating |
The One Percent 5×21 | 8.68 milioni – 1.2 rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.