Con una premiére spettacolare, ritorna Alicia Florrick, rialzatasi dopo uno scandalo. Di nuovo. E’ come se The Good Wife ricominciasse da capo, da quel pilot che sette anni fa ci aveva incastrato inducendoci in uno stato di assuefazione come pochi prodotti (legali e non) sanno fare.
Una scena già vissuta: Alicia che ricomincia da capo come associata al quarto anno o come avvocato d’ufficio per mantenere la propria famiglia. Questa volta però è diverso. Alicia è diversa, non è quella timida e insicura donna che si rimetteva in gioco dopo quindici anni passati a fare la buona moglie. Alicia adesso è il frutto delle sue esperienze nel peggior mondo legale di Chicago e non sarà certo un giudice, avido di amministrare la giustizia come un salumiere al banco, a intralciarla o a dissuaderla dal continuare. Dopo un uxoricida perverso e un trafficante di droga/boss della malavita che ha quasi fatto fuori il tuo socio in affari, non sarà un giudice scorbutico a scalfire minimamente la pietra che sei diventata.
Allo stesso modo, Alicia non vuole più in alcun modo dipendere da qualcuno. Appena sette anni fa si era aggrappata a Will, unica ancora di salvezza, unica possibilità per lavorare. Oggi no. Ed è per questo che rifiuta di lavorare per Canning, rinunciando a quella vita legale che era diventata la quotidianità. Studio di lusso, clienti facoltosi, pranzi di lavoro e limousine ma, soprattutto, casi legali da sviscerare in tribunale. Ed è forse quest’ultimo tassello che ha fatto scattare in Alicia quel qualcosa a fine episodio, quando tacitamente accetta di farsi passare sottobanco i casi da Canning. L’inizio della risalita.
E di questa risalita potrebbe far parte anche Lucca, il nuovo incontro di Alicia. Che sia un chiaro rimpiazzo di Kalinda è palese a tutti, ma è anche vero che Kalinda e Alicia (come ricorderete) non bevevano più un cicchetto insieme dai tempi della terza stagione (e no, non conta quell’orribile scena dello scorso anno), quindi spazio alla prossima.
Se c’è una buona moglie vuol dire che da qualche parte, risucchiato dal partito e dal potere, c’è anche un marito. Peter sta completando la sua fase di trasformazione e in questo i Kings sono stati bravissimi. Fin dall’inizio Peter Florrick è stato un personaggio ambiguo, malleabile a seconda delle esigenze di trama, al confine tra l’immorale e il politicamente corretto. Da vittima di un complotto in procura, ci ha quasi fatto pena in carcere; si è redento piano piano con la complicità della presenza di un altro cattivone; ci ha ammaliato tutte le volte che ha difeso Alicia da Jackie Florrick; ci ha conquistato quando confessava l’amore per sua moglie. E tutto questo accompagnato da sentimenti nettamente in contrasto: sdegno per aver tradito Alicia e averla umiliata pubblicamente; disgusto per utilizzare la carica di Procuratore di Stato e Cary per colpire Alicia e Will; odio per aver imbastito le accuse contro Will e il processo che lo ha portato alla sospensione; fredda indifferenza quando ha finto un matrimonio con la moglie per interviste e interessi politici. Insomma, il personaggio di Peter è stato sempre posizionato al confine: il telespettatore lo ha amato e poi odiato a intervalli regolari, ha perfino tifato per lui durante le elezioni sia alla Procura sia alla carica di Governatore e magari qualcuno ha anche sperato in un ritorno di fiamma tra i Florrick.
Ora invece le cose sono cambiate. Già dallo scorso anno Peter non era più nelle grazie dei telespettatori, ma non tanto per qualcosa che avesse fatto lui in prima persona, quanto per la considerazione che di lui aveva la moglie. Non abbiamo battuto ciglio all’ennesimo tradimento, perché ad Alicia non importava più nulla; non abbiamo tifato per un ritorno di fiamma perché ad Alicia serviva solo un marito per la campagna elettorale. Insomma Peter, porello, non ha fatto nulla di male lo scorso anno eppure il divario tra lui e lo spettatore era sempre più ampio. Ora l’opera è stata completata perché, va bene tutto, ma non puoi pretendere di trattare così Eli Gold e non avere una reazione di massa da ogni telespettatore sulla faccia della terra.
Per Eli, invece, questa si trasforma in un’occasione. L’occasione di emergere al meglio (così come emerse nella terza stagione, quando stanziatosi nello studio intrecciava anche trame diverse da quella di Peter) e soprattutto potrebbe voler dire un’alleanza con Alicia. Non vediamo l’ora, nuovo taglio di capelli a parte.
Per ultimo, come sempre per i Kings, Cary di cui sembrano dimenticarsi tutti. L’avvocato è ritornato alla Lockhart&Gardner (o come si chiama), solo che adesso ne detiene il potere. L’immagine di Cary e la sua noia rappresentano esattamente la staticità e la noia delle vicende dello studio di Diane&company. Mentre Alicia si muove, magari sbagliando e azzeccando poche trame (doveva essere procuratore, doveva essere procuratore…) Cary, Diane e David Lee rimangono stanziati, o peggio, retrocedono: studio vecchio, vecchi soci e il risultato, per tutti, è la noia. Speriamo che questo sia l’inizio di una rivoluzione per il giovane avvocato, il cui nodo della cravatta pare stia stringendo un po’ troppo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Wanna Partner? 6×22 | 9.23 milioni – 1.2 rating |
Bond 7×01 | 9.25 milioni – 1.2 rating |
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.