The Handmaid’s Tale 3×12 – SacrificeTEMPO DI LETTURA 4 min

/
0
(0)

The Handmaid's Tale 3x12 - SacrificeThe Handmaid’s Tale narra una storia grigia, raccapricciante, fatta di vicende umane e di sensazioni vivide. Se il racconto è ambientato in una pura finzione, le emozioni, al contrario, sono molto più che reali. La serie si prefigge di narrarci una storia fatta dagli uomini e pertanto con tutte le loro debolezze d’animo e tutte le sfumature della psiche, in una partita che mette a dura prova la stabilità mentale di ciascun protagonista.
Uno degli aspetti più belli di The Handmaid’s Tale è infatti il disegno di ogni personaggio, mai stereotipato, mai buono fino in fondo o cattivo. Lo stesso Waterford non sembra una persona malvagia, ma solo molto debole. Un uomo frustrato, probabilmente anche e soprattutto dalla sua sterilità, che riversa la sua infelicità in una malsana politica fatta di stupri e di schiavitù.
Nemmeno la protagonista sfugge a questo disegno umano: June nel racconto rappresenta la resistenza, la forza d’animo e la lotta contro i soprusi dei potenti, eppure, anche lei cede alla violenza come soluzione alle cose. Anche lei ha provato gusto nell’omicidio del Gran Comandante che è stato inatteso, ma ben voluto e accettato. Ma se il primo delitto è stato frutto dell’opposizione alla violenza, è quello della signora Lawrence che racconta la storia di June: la protagonista ha ceduto al lato oscuro dell’animo umano. Questo rende meno nobile il suo intento? Non è facile rispondere. Si potrebbe obiettare che il fine giustifica i mezzi ma, a conti fatti, una vita innocente è stata sacrificata. In larga scala, ciò equipara la vittima ai suoi carnefici: ogni violenza consumata a Gilead viene nascosta dietro un sacrificio, per creare qualcosa di più grande; ma la realtà è che la natura umana è corrotta da sempre e si tratta solo di sopire o meno un’indole tetra che rende l’uomo disposto a tutto. Il percorso di June, sotto questo punto di vista, è stato ben scritto; esso non è stato improvvisato o imploso tutto d’un tratto senza alcun motivo, si ricordi la triste fine di Ofmatthew, una rivolta degenerata e scaturita dalle accuse della stessa June.
Nessuno è dunque immune dalla disumanità che pervade a Gilead ed ogni sacrifico in realtà prepara il terreno solo ad un sacrifico successivo, perché la strada percorsa nel bramare qualcosa è tracciata da brutture e violenza, come dimostra lo status quo della dittatura di Gilead.
Se il percorso di June è stato narrativamente lineare, più tortuoso si è rivelato quello di Serena, ma non per questo meno affascinante. La signora Waterford rappresenta uno dei personaggi più belli della serie ed è un peccato averla abbandonata in questa terza stagione, dove il suo character è stato poco curato e lasciato in balia degli eventi, vivendo della rendita delle stagioni precedenti.
Serena non è per nulla un personaggio secondario, tutt’altro: ella rappresenta(va) la nemesi di June, in un governo di donne sottomesse Serena era la donna che sceglieva di sottomettersi, credendo fortemente nelle idee politiche del marito e nel benessere dello Stato. Tuttavia abbiamo imparato a conoscerla e a scoprire con lei la sofferenza celata dietro una condizione sociale apparentemente impeccabile. Il rapporto tra June e Serena ci ha permesso di riscoprire l’animo di quest’ultima, fatto di fragilità e dolore, dove la sopportazione dei tradimenti carnali del marito e della visione della violenza su un’altra donna erano un sacrificio necessario per ottenere ciò che ha sempre desiderato, un figlio.
La maternità, e solo questo, spiega il tradimento della moglie verso il marito: Serena ha sempre fatto tutto per la piccola Nicole che si è vista strappare via dalle braccia, proprio quando aveva assaporato un pizzico di felicità.
In fondo Serena e June non sono poi così diverse, anzi. Così come fece June nel finale della scorsa stagione, scegliendo di rimanere a Gilead per Hannah, così oggi fa Serena, che sceglie di consegnarsi allo Stato del Canada pur di ottenere anche solo un incontro con una bambina che non può chiamarla mamma.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dinamiche in Canada
  • Serena e il suo tradimento
  • June e il suo tradimento 
  • Episodio ben diramato sui vari fronti
  • Lo sguardo tra Lawrence e June
  • Serena e June non sono poi così diverse
  • Al solito, ogni episodio della serie ci offre molteplici punti di riflessione e diverse chiavi di lettura 
  • Non avremmo voluto attendere così tanto per un risvolto nella trama, ma va bene anche così

 

The Handmaid’s Tale è un racconto fittizio, ma imperniato su terribili verità, perché la Storia è scritta dall’uomo. Sempre.

 

Liars 3×11 ND milioni – ND rating
Sacrifice 3×12 ND milioni – ND rating

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Precedente

The Loudest Voice 1×07 – 2016

Prossima

GLOW 3×02 – Hot Tub Club