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Dopo diversi buoni episodi, The Killing torna a sprofondare nell’inferno della noia. Solo che stavolta lo fa tramite un episodio filler che, ultimi secondi a parte, non ha niente a che vedere con il caso di omicidio della nostra Rosie. Anche gran parte del cast principale non è presente in questo episodio, che vede protagonisti i soli Holder e Linden, alle prese con la scomparsa del figlio di quest’ultima, Jack.
Sostanzialmente l’episodio narra una sorta di “viaggio spirituale” ne quale i due si confidano l’un l’altro e nel quale vengono a galla fantasmi e paure del passato di entrambi. Fantasmi che si riflettono però anche sul presente, specie quello di linden, convinta che Jack sia scappato di casa perché è una pessima madre. Puntata quasi interamente girata “on the road”, stile Supernatural, con la sola, sostanziale, differenza che i discorsi tra i fratelli Winchester sono leggermente più interessanti rispetto a quelli proposti dai due detective. L’episodio ha il solo merito di farci capire un po’ meglio il background dei due agenti, specie quello di Linden, che probabilmente proprio a causa della sua infanzia difficile non riesce a essere la madre che invece vorrebbe essere.
Abbastanza prevedibile la scena del ritrovamento del cadavere (dai, si sapeva che non poteva essere morto Jack) e altrettanto prevedibile il finale della vicenda, con Linden che torna in albergo e si trova davanti Jack che la aspetta sulla porta. Per fortuna negli ultimi secondi si torna a parlare di Rosie, e dai nastri di sicurezza del bancomat veniamo a sapere che la notte dell’omicidio la giovane era dentro al casino. Che dire, dimentichiamoci in fretta di questo episodio e pensiamo già al prossimo!
Sostanzialmente l’episodio narra una sorta di “viaggio spirituale” ne quale i due si confidano l’un l’altro e nel quale vengono a galla fantasmi e paure del passato di entrambi. Fantasmi che si riflettono però anche sul presente, specie quello di linden, convinta che Jack sia scappato di casa perché è una pessima madre. Puntata quasi interamente girata “on the road”, stile Supernatural, con la sola, sostanziale, differenza che i discorsi tra i fratelli Winchester sono leggermente più interessanti rispetto a quelli proposti dai due detective. L’episodio ha il solo merito di farci capire un po’ meglio il background dei due agenti, specie quello di Linden, che probabilmente proprio a causa della sua infanzia difficile non riesce a essere la madre che invece vorrebbe essere.
Abbastanza prevedibile la scena del ritrovamento del cadavere (dai, si sapeva che non poteva essere morto Jack) e altrettanto prevedibile il finale della vicenda, con Linden che torna in albergo e si trova davanti Jack che la aspetta sulla porta. Per fortuna negli ultimi secondi si torna a parlare di Rosie, e dai nastri di sicurezza del bancomat veniamo a sapere che la notte dell’omicidio la giovane era dentro al casino. Che dire, dimentichiamoci in fretta di questo episodio e pensiamo già al prossimo!
PRO:
- Holder che prende in giro Linden perché le mancano le basi per essere una buona madre
CONTRO:
Fatta chiarezza su tutto il passato di Linden, resta da capire solo di chi sia la fantomatica segreteria telefonica nella quale lasciava i messaggi Holder.
VOTO EMMY
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.