The Last Days Of Ptolemy Grey 1×05 – NinaTEMPO DI LETTURA 4 min

/
0
(0)

Nella prima parte dell’episodio, i pensieri di Ptolemy sono decisamente cupi. L’uomo sembra vittima di un incubo dentro l’incubo, tra i ricordi shock di una rissa al bordello di Miss Matrice, dove Coydog lo portava da bambino e quelli, non meno turbolenti, di uno dei momenti peggiori del suo matrimonio con Sensia.
Insomma, il protagonista è una persona veramente semplice: tutta la sua vita è stata plasmata dall’uomo che gli ha fatto da padre e dalla relazione con l’amatissima moglie. Fin troppo.
A questa fragilità di base si aggiungono quella dell’età avanzata e della malattia ma, appunto per questo, non c’è un minuto da perdere. Il tempo stringe, bisogna farsi forza e affrontare i problemi più urgenti, interconnessi fra di loro, ovvero quello della gestione del vero e proprio tesoro di cui Ptolemy è in possesso e quello di far stare il meglio possibile i membri della sua famiglia.

FIRST BIRD OF SPRING


Personaggio chiave in tutti questi progetti è Robyn. La ragazza, pur non volendo e non sentendosi pronta data la giovane età, potrebbe ritrovarsi presto amministratrice di un patrimonio multimilionario, con l’incarico di curarne la distribuzione ai suoi parenti (intanto, è un vero piacere vedere il modernissimo caveau di una banca associato ad un antico doblone, proprio quello del bottino dei pirati dei secoli andati.)
Continuando il buon percorso intrapreso sin dall’inizio, Dominique Fishback fa un ottimo lavoro nell’interpretare il personaggio e nel duettare senza paura con Samuel L. Jackson. La ragazza, inoltre, deve seguire anche un altro cantiere: quello degli amori tipici di un’adolescente. In questo senso, Roger sembra un tipo molto più affidabile di Hillard. Le scene fra i due giovani offrono anche graditi momenti di alleggerimento in mezzo a rovelli di cupi pensieri e ad un ambiente violento. Qui il lavoro dell’attrice risulta anche migliore se si tiene presente che lei ha in realtà 31 anni.

POCHE MA SENTITE PAROLE…


Momento clou della puntata è certamente il discorso di Ptolemy alla commemorazione del nipote Reggie. Il pizzico di retorica, richiesto in questi casi dall’arte della buona narrazione, viene stemperato subito da un’amara confessione del protagonista. Ptolemy, infatti, racconta di aver avuto una figlia dalla sua ex e di averla praticamente rinnegata al punto tale da aver saputo della sua morte solo a dieci anni dalla scomparsa.
Sensia, invece, legittima moglie, donna “che non ha mai pensato ad altri che a sé stessa”, l’avrebbe accettata. Si potrebbe quasi parlare di personaggi descritti a tutto tondo nelle loro imperfezioni e nei loro sbagli. Vedere, in questo senso, anche la candida ammissione di non aver usato tutti i soldi di Coydog per la promozione del popolo afroamericano, stemperata dalla dichiarazione di aver capito di dover procedere poco per volta.
Come se questo non bastasse, sul finale del panegirico arriva un’amara sorpresa: l’effetto della cura per la memoria sta svanendo. L’amarezza del protagonista  al pensiero di tornare nello stato in cui lo si è visto nei primi episodi è palpabile.

NINA


In tutto questo, la titolare dell’episodio resta un pochino defilata. Non a caso, forse, è l’unico personaggio di cui negli episodi precedenti non ne erano già stati illustrati il carattere, la storia e le abitudini. Sembra messa lì solo per fornire un ulteriore grattacapo al protagonista, controllata strettamente com’è dal suo “amico di sempre”, uomo violento e non particolarmente raccomandabile. Si spera che i soldi ricevuti l’aiutino a prendere le decisioni giuste per il futuro suo e dei suoi figli.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Dominique Fishback – Robyn
  • Discorso alla commemorazione di Reggie
  • Il caveau della banca, con l’antico doblone
  • I pensieri di Ptolemy girano tra Sensia e Coydog, Coydog e Sensia, fin troppo

 

Manca un solo episodio alla conclusione e, nonostante questo, la scadenza dell’effetto della cura per la memoria si è annunciata a sorpresa, in uno dei momenti peggiori possibili. Sarebbe bello se, prima dell’inevitabile, Ptolemy riuscisse a trovare il bandolo della matassa. Finora, infatti, sembra manchi qualcosa.
Il tesoro, certamente, unisce tutto: il Mississippi degli anni ’30 (dove si capisce che Sweet Home Chicago non è un brano composto appositamente per il film The Blues Brothers), Sensia che ne ha approfittato a piene mani e i parenti del giorno d’oggi. Perché un uomo possa veramente trovare pace, però, serve qualcos’altro. Le prime sequenze dell’episodio pilota hanno promesso uno scontro a fuoco, o almeno così è sembrato. Non resta che seguire il finale di questa miniserie per vedere se una soluzione, per quanto improbabile, arriverà da lì.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

0

Nessun voto per ora

Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

Precedente

Winning Time: The Rise Of The Laker Dynasty 1×04 – Who The F**k Is Jack McKinney

Prossima

Peaky Blinders 6×06 – Lock And Key