Come sempre, una sospirosa e rarefatta versione di “Edelweiss” introduce un nuovo capitolo di The Man In The High Castle. Si tratta di una scelta quanto mai azzeccata, infatti il brano è stato scritto nel 1959, per il musical “Tutti insieme Appassionatamente”, ma ha saputo così bene esprimere la tristezza di chi deve lasciare la propria terra, come deve fare la famiglia Von Trapp all’arrivo dei nazisti, da far cadere molti in errore, ritenendola una canzone veramente composta ai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Si rivela anche molto funzionale a questa serie fatta di contrasti, ambientata in un mondo alternativo dove, sotto una superficie di apparente ordine, industriosità e benessere, come indicato anche dalla fotografia molto elegante (ma sempre un po’ cupa), covano le insoddisfazioni e i desideri di chi pensa semplicemente a come le cose potrebbero essere diverse, o cerca di capire se in realtà non sia già tutto scritto. Che sia destino o assenza di libero arbitrio, nel dubbio, c’è chi ritiene necessario affidarsi ad un qualche potere superiore, come fa il Ministro giapponese del Commercio, Tagomi, consultando l’oracolo cinese I-Ching che parla attraverso un libro.
Siamo arrivati al settimo episodio, intitolato “Truth”, la verità. Verità confessata, come nei dialoghi tra Joe e l’Obergruppenfuhrer Smith o tra Frank e Juliana, e verità taciuta, come fra Joe e Juliana. I due, infatti, cercano di sedursi (e non sappiamo quanto questo gli dispiaccia o meno), mentre in realtà sono impegnati, lei con Frank e lui con una signora (interpretata in maniera bidimensionale e trascurabile) già madre del figlio di un altro. La stessa Juliana, inoltre, cammina pericolosamente sul filo del rasoio poiché rischia ogni momento di essere scoperta dai suoi nuovi datori di lavoro e ha saputo quale sia la vera attività del suo patrigno. Il tutto è gestito come un balletto geometrico, tutto rimandi e simmetrie all’interno di un ecosistema che prova a riciclare la propria sporcizia come un albero che effettua la fotosintesi clorofilliana per eliminare l’anidride carbonica. Verità può essere anche portare avanti le proprie tradizioni e crescere i figli secondo i propri principi, come afferma l’amico ebreo di Frank, quello che, nello scorso episodio, abbiamo visto pregare anche in suffragio della sventurata Laura e dei suoi figli.
La sequenza della cena dell’antiquario Childan in casa degli aristocratici giapponesi Kasoura, poi, è una fulminante illustrazione di cosa significhi, in termini spiccioli, essere una colonia ed esponenti della “razza inferiore”. Significa essere osservati come una qualche specie di strano animaletto da studiare e non come parte del sistema. Poco importa agli occhi di un giapponese se l’occidentale è americano, inglese o ebreo, è comunque un esemplare di “razza inferiore”. Da qui, comunque, nasce un astuto piano di rivalsa dell’antiquario medesimo e, già che si siamo, una bella lezioncina sul concetto di storicità e su come, in definitiva, possiamo creare tutto un mondo con la nostra testa. Parola di Philip K. Dick, autore del libro da cui è tratta la serie che, ad un certo punto della sua vita, si era convinto di essere un sogno di sua sorella. Tra le righe, capiamo pure come, in questo universo alternativo, il Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt non sia morto di malattia, come nella storia che conosciamo, ma assassinato.
La puntata si conclude con le agghiaccianti scene di Juliana che ritrova il corpo della sorella nelle fosse comuni, grazie alle indicazioni di Tagomi-san. Una verità che spezza, purtroppo, le pie illusioni della ragazza. Le meste note di un violoncello commentano il tutto, mentre viene mostrato pure Joe intento a pedinare la ragazza, il tutto mentre la 1° stagione sta volgendo frettolosamente al termine.
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The Three Monkeys 1×06 | ND milioni – ND rating |
Truth 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).