The Mandalorian 1×05 – Chapter 5: The GunslingerTEMPO DI LETTURA 3 min

Con il quinto capitolo, The Gunslinger, The Mandalorian regala un altro lodevole episodio ai fan dell’universo espanso di Star Wars approdati a questa serie con l’entusiasmo e il timore che accompagnano le grandi attese televisive e cinematografiche. Dopo tre episodi qualitativamente straordinari e un quarto focalizzato maggiormente sull’introduzione di nuovi personaggi, la serie concentra l’attenzione sul viaggio di Baby Yoda e del protagonista, riportando lo spettatore in una location ben nota ai fan di Guerre Stellari. Sicuramente finora The Mandalorian non può che continuare ad accendere l’entusiasmo. Il merito va indubbiamente alla scelta del personaggio e alle caratteristiche che lo contraddistinguono: l’aura di mistero e fama che aleggia intorno al suo popolo e  la segretezza riguardo al volto non fanno che alimentare l’interesse dello spettatore che, scena dopo scena, vuole conoscere sempre di più il protagonista; l’occupazione da cacciatore di taglie permette di giocare sulle location che cambiano repentinamente anche all’interno di un singolo episodio oltre che, naturalmente, di dar vita ad avventure e scene d’azione. Il tutto, grazie a un sapientissimo utilizzo della musica, contribuisce a creare un ritmo della narrazione calibratissimo che non lesinando su scene lente e riflessive dà il giusto boost a quelle d’azione, naturalmente più veloci e ritmate. Inoltre lo show sembra voler aggiungere sempre quella dose di novità ad ogni episodio presentando personaggi-comparse che, a voler guardare il pelo nell’uovo, rimandano un po’ a quelle serie procedurali in cui il protagonista vive un’avventura diversa e auto-conclusiva ad ogni episodio. Un piccolissimo neo questo, compensato dal fatto che, innanzitutto, non è dato sapere se questi personaggi torneranno in futuro (non è il caso dell’aspirante cacciatore di taglie ma lo sarà probabilmente dell’assassina ricercata – a giudicare dalla scena finale); inoltre anche queste singole comparse appaiono da subito incredibilmente ben inserite nella narrazione catturando immediatamente l’interesse dello spettatore che, forse proprio per questo, spera di rivederle in futuro (è il caso della spassosissima custode del “parcheggio” improvvisata babysitter di baby Yoda).
A proposito di comparse, si potrebbe notare come, negli ultimi due episodi, queste siano spesso donne. Visto che già nel precedente aveva fatto capolinea nel personaggio del Mandaloriano la possibilità di un sentimento verso uno di questi, ci si chiede se gli incontri con queste donne non sia un segnale di una direzione che prenderà la trama di The Mandalorian dal punto di vista umano del suo protagonista. L’Universo di Star Wars era stato precursore dei tempi già dalla prima trilogia quando, scegliendo di inserire tra i protagonisti un personaggio così fondamentale e complesso come la principessa Leila, aveva già dato un segnale di forte empowerment.
Ancora una volta, quindi, le guerre stellari sono guerre fatte da uomini ma anche da donne che si sono fatte strada in un mondo di uomini e hanno trovato il proprio posto nel mondo, sia esso un parcheggio a pagamento sulle dune, una vita in fuga dai cacciatori o la guida della ribellione. Se non fosse per la legacy di Leila si potrebbe pensare che in The Mandalorian, quale prodotto originale Disney, questo utilizzo della figura della donna sia un po’ paraculo e rientri nello spettor del politically correct che attanaglia il mondo di Hollywood. Ci piace pensare che sia invece un tributo a quello che è stato Star Wars anche per la figura della donna, un po’ come gli speeder utilizzati da Mando e dall’aspirante cacciatore durante questo episodio.

Una scia positiva inarrestabile per The Mandalorian.