Brutta bestia l’assenza di obiettivi. Se la prima stagione di The Morning Show si era presentata sicura di sé e convinta della trama orizzontale da seguire, il secondo ciclo di episodi sta incontrando alcune difficoltà di concentrazione.
L’esordio nel 2019 aveva proposto uno show costruito interamente sul Movimento MeToo, con le storie dei personaggi strettamente subordinate a tali eventi. La seconda stagione ha voluto mantenere intatto il carattere di denuncia sociale della serie e, così come anticipato nella recensione della season premiere, The Morning Show si è ritrovato a prendere nuovamente spunto dalla realtà. Peccato che questa volta il connubio di elementi appaia così vasto e versatile da risultare quasi confusionario e poco profondo.
QUESTIONI SOCIALI
Il voler prendere spunto dalla realtà è sicuramente un fattore positivo per uno show che racconta il mondo dell’informazione, per questo non risulta fuori luogo occuparsi di Covid, elezioni presidenziali, discriminazione delle minoranze. Tutti elementi che hanno caratterizzato, o stanno ancora caratterizzando, la società contemporanea. Il problema prende però forma quando il mix inizia a susseguirsi in maniera confusa, rischiando di rendere il tutto in maniera approssimativa.
Il capitolo Covid al momento viene altamente sottovalutato, riproponendo quello che è stato il primo approccio di tutto il mondo. Sicuramente ci sarà modo di affrontare la questione in maniera maggiore nei prossimi episodi, soprattutto con il personaggio di Mitch bloccato nel bel mezzo del focolaio del nord Italia che ha dato praticamente il via a tutto.
The Morning Show sta poi cercando di dare spazio sia alle Presidenziali americane, giocandosela bene attraverso la corsa alla presentazione del dibattito tra i presentatori dello show, che ad un argomento sempre attuale come le difficoltà delle minoranze.
Ecco dunque che da un lato si innalza la figura di Stella, giovane donna asiatica che si affaccia in un ruolo rilevante in un’azienda ancora troppo ancorata al passato come la UBA. Il percorso di questo nuovo personaggio appare favorevole, presentando una storyline interessante e dai giusti input sociali.
Una prima buona impressione che invece non si ritrova per la trama inerente Daniel. Paradossalmente, gli elementi in comune con la storyline di Stella non mancano, mettendo al centro anche qui i temi della discriminazione attraverso una sempre positiva denuncia delle differenze di trattamento. Tuttavia, in questo caso è l’approccio alla storia a destare perplessità. I problemi di avanzamento di carriera di Daniel si stanno velocemente trasformando in macchiette ed esagerazioni comportamentali che non fanno di sicuro bene al personaggio o alla riuscita di questa parte di trama.
In ultimo, The Morning Show cerca di affrontare anche la questione cancel culture attraverso Yanko. Un modo adeguato per sottolineare l’esasperazione di una situazione che prende sempre più il sopravvento.
Svariati argomenti seri da tenere in considerazione, dunque, ma che nel quadro generale rischiano di perdere spessore ritrovandosi come uno dei tanti gettati nella mischia.
QUESTIONI PERSONALI E PROFESSIONALI
Nel mezzo di questa svariata presentazione di temi sociali, fanno da contorno i protagonisti di The Morning Show. Divisi tra questioni personali e professionali, sembra quasi che lo sviluppo dei personaggi sia posto in secondo piano, procedendo fortemente a rilento.
Durante la prima stagione si era fatto un ottimo lavoro nel rappresentare la figura di Alex. Con la trama che ruotava intorno alle accuse contro Mitch, parallelamente era il character interpretato da Jennifer Aniston ad avere un ruolo primario di crescita e sviluppo. Questi primi episodi, invece, hanno spostato l’attenzione di Alex nell’ambito esclusivo della carriera con una mossa in realtà ben proposta che ha invece portato ad uno scambio di tematiche con Bradley.
Al contrario della scorsa stagione, infatti, è il turno della Jackson di presentarsi anche dal lato personale e non solo professionale, inserendo una trama sentimentale che potrebbe regalare diversi nuovi approcci sia al personaggio che alla storia stessa.
Professionalmente parlando, resta ancora nel limbo dell’incertezza la figura di Cory. Il suo essere sempre così misterioso e criptico alla lunga potrebbe stancare se agli sguardi e alle mille parole non seguiranno presto i fatti.
Infine, dispiace constatare una certa delusione nei confronti della storyline di Mitch. Mantenere nel cast Steve Carell è sicuramente stata una mossa allettante che si presume porterà, nei prossimi episodi, il personaggio ad affrontare gli strascichi del suo comportamento. Per ora, però, l’unica cosa a risaltare della sua storia sono i luoghi comuni degli americani sull’Italia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Morning Show ha iniziato questa seconda stagione perdendosi un po’ tra i mille argomenti che voleva proporre e mettendo forse troppo da parte i suoi personaggi. Tuttavia, con più di metà stagione a disposizione, la fiducia per i prossimi episodi per ora rimane ancora intatta.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.