Quasi due anni dopo la messa in onda del primo season finale, The Morning Show torna finalmente con la seconda stagione. Un’attesa consistente che va naturalmente attribuita alla pausa forzata delle riprese che, tra marzo e ottobre 2020, ha bloccato anche il prodotto di casa Apple Tv+.
Due anni dopo, con il mondo alle prese con gli strascichi di una realtà che farebbe invidia a qualsiasi trama di film o serie tv, The Morning Show si presenta dunque con i nuovi episodi. E considerando il titolo di questa season premiere, non è difficile capire da dove la narrazione intende ripartire.
“My Least Favorite Year” si pone come un episodio guida della stagione, aprendo le porte a quello che sarà il tema affrontato nei 10 episodi totali. Ancora una volta, il team di autori prende spunto dalla realtà e, ancora una volta, si ritrova costretto a cambiare i piani a causa degli eventi reali. Già durante la prima stagione, infatti, la trama era stata stravolta in corso d’opera sulla scia del movimento Me Too e dello scandalo Weinstein, diventati poi punto focale dell’intera narrazione. Un modus operandi destinato a ripetersi anche per questa seconda stagione che, a seguito dell’ultimo anno, ha visto The Morning Show cambiare nuovamente il suo plot per basarsi su temi quali Covid, movimento Black Live Matter e caos alla Casa Bianca.
TRE ACCENNI DI TIMELINE
Cambiare le carte in tavola mantenendo fede al finale della scorsa stagione e far funzionare il tutto è sicuramente un lavoro che richiede grande attenzione. Per far fronte a tutto ciò, gli autori hanno messo in campo una triplice “diversificazione temporale”.
I primi minuti di “My Least Favorite Year” sono così dedicati agli attimi seguenti la denuncia a mezzo stampa del duo Alex-Bradley. Un punto della situazione mostrato in maniera positivamente caotica e che ben accenna ai momenti concitati e le conseguenze che ne sono seguite, soprattutto per Alex e Cory.
Terminata questa sorta di resoconto, la sigla apre le porte al mondo in piena pandemia: con delle straordinarie riprese di una New York deserta sulle note di “Return To Me” di Dean Martin, la serie presenta in maniera suggestiva l’impatto del Covid, spezzando in modo netto la frenesia dei primi minuti con quelli più calmi, ma intrisi di tristezza e timore, mostrati da queste immagini.
Ed è a questo punto che lo show sorprende ancora. Neanche marzo 2020, infatti, diventa il protagonista attuale della narrazione che invece fa un ulteriore passo indietro di ben tre mesi. “My Least Favorite Year” inizia così a mettere al centro i personaggi solo al terzo step, ambientando gli eventi nel fatidico Capodanno 2019.
Naturalmente svariati sono i punti lasciati ancora in sospeso, su tutti il passaggio solo accennato di Cory da licenziato a nuovo capo della UBA, o ancora il passo indietro di Alex, e che probabilmente verranno affrontati in maniera più consistente nei prossimi episodi. Per ora, in maniera quasi fin troppo tranquilla, la season premiere si pone come un generale punto della situazione, un modo per mostrare al pubblico dove sono i personaggi otto mesi dopo “The Interview” e presentare così il percorso che d’ora in avanti dovranno intraprendere.
QUANDO IL MONDO CHIUDE LE PORTE
Stando alle parole della showrunner Kerry Ehrin, uno show incentrato sul mondo dell’informazione come The Morning Show non poteva esimersi dall’ignorare quanto accade nel mondo reale. Da qui, il cambio di plot a cui si accennava ad inizio recensione.
Con il Covid a fare da sfondo dunque, nel commento post episodio rilasciato da Apple Tv, Reese Witherspoon sottolinea come la stagione voglia raccontare “cosa accade quando il mondo chiude le porte mentre le persone sono impegnate a fare i loro piani”. Per questo motivo la narrazione parte proprio con l’accogliere il 2020, per un percorso che attraverso i personaggi, sia nel privato ma soprattutto a livello globale dal punto di vista dell’informazione, vuole andare a scavare su quei tre mesi in cui il mondo ha ignorato i primi segnali della pandemia.
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Dopo ben due anni di attesa, The Morning Show torna con un episodio volto a fare il punto della situazione sia del mondo che dei personaggi. Una scelta comprensibile e che, nel carattere dello show, viene anche ben proposta. Tuttavia, la serie ha abituato a standard ben più alti e dinamici che non si vede l’ora di ritrovare nei prossimi episodi.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.