“I am The Original Angel.”
“Io sono l’Angelo Originale”/”il Primo Angelo” così Prairie fa la sua ammissione, dice ciò che è difficile da comprendere per chi, come Nancy e Abel, non è stato preparato a questa verità. “Empire Of Light” è un episodio che si concentra sul presente, non ci sono ritorni al passato, solo la stringente urgenza, a una puntata dalla fine, di indirizzare lo spettatore verso la via giusta.
La ragazza aveva sempre raccontato pezzi della sua storia alla nuova “famiglia”, l’aveva edotta su ciò che le era capitato, resa partecipe di qualcosa di più grande, fatto di cinque movimenti pieni di mistero. Novello Odisseo aveva narrato della prima premonizione, di quando aveva suonato il violino in Metropolitana, di quando lei, Homer, Scott e Rachel avevano iniziato a ribellarsi “sottilmente” al loro carceriere. Qui invece no, non c’è nessun racconto, nessuna parola che diventi ancora più vera di fronte ad un uditorio spaventato e affascinato insieme, qui, con la forza che contraddistingue la nostra protagonista, ci sono solo poche parole, quelle giuste, asciugate di tutta la cerimonia del racconto per arrivare diritte al punto. Nancy non capisce, non comprende, come il recensore che ha due strade: o lasciarsi immergere in The OA, lasciandosi sopraffare dal mondo delle Meraviglie, o criticarlo. È infatti difficilissimo recensire lo show perché ci sono cose da accettare, una miriade di elementi da decodificare, analizzare, capire, è necessario mettere in atto la sospensione dell’incredulità. Più si va avanti nella storia più la questione si complica: siamo di fronte ad un castello dei destini incrociati, una sorta di libro pop-up, ogni storia fuoriesce dal background, prendendo il suo volume, occupando il suo posto e mettendo a poco a poco in ordine i vari livelli temporali: passato, presente e sogno.
“Was it one of those dreams?”
“They are not like other dreams, the premonition. I wake up from them with these nosebleeds. I have them since I was a little girl […]. I feel that something terrible is coming”
Immagini incomprensibili, spaventose, dettagli di cui non si capisce la natura sconvolgono i sogni di Prairie, una sensazione negativa le fa credere che qualcosa di brutto stia per succedere. A metà tra ieri e oggi, tra premonizioni e sogno, tra prigionia e libertà, e in mezzo c’è lei, Alice moderna, portatrice di una cosmogonia tutta sua e speciale. Non ci sono però Bianconigli e neppure Regine di Cuori in questo Paese delle Meraviglie, non ci sono non compleanni da festeggiare, ma c’è una premonizione da capire, qualcuno da salvare, dei movimenti da replicare per aprire la porta di un altro mondo. Anche lo spettatore è come Alice buttato in un sogno/incubo in cui non c’è la piccola amica di Carroll in bilico tra infanzia e adolescenza bensì OA/PA e il suo gruppo di amici/”adepti” impegnati nella scoperta di un grande Mistero, pronti a mettersi alla prova per aprire un’altra dimensione.
PA/OA qui è una Alice non in grado di vivere bene nel mondo “normale” (a cena, in un luogo pubblico, è lontana anni luce dagli altri, nonostante in un primo momento tutto sembri andare bene, basta un briciolo di normalità – una foto chiesta da un’avventrice – per rompere l’incantesimo), incapace di vivere nel mondo dei vivi, quello dei suoi genitori e dei suoi amici – non è un caso infatti se Nancy le è ostile e anche Steve inizia a vederla sotto un’altra luce.
Prairie non riesce ad aprire totalmente un varco di luce nell’oscurità perché nel quotidiano c’è la vita a intralciare il corso delle cose (ostilità, problemi, famiglia, paure…) mentre all’interno di quel piccolo universo che era la prigione c’era l’Unione del Gruppo che aveva un unico scopo, fuggire.
Prairie per la prima volta in “Empire Of Light” ci viene presentata anche sotto un altro punto di vista: se è sempre la dolce delicata, gentile OA, e anche egoista come tutti gli altri (per Steve che tra le lacrime arriva addirittura a ferirla) o non grata ai genitori che l’hanno salvata da un’esistenza difficile (Alfredo). Si insinua per un breve istante il dubbio, anche se impercettibile: il Primo Angelo non è forse così puro e lungimirante come dovrebbe essere. O forse no, forse è uno dei soliti giochi a cui The OA ci ha abituati, forse è solo l’ennesimo sparigliare le carte.
“I think it’s. The force of the movements, done with perfect feeling, just opens something that’s already here like an invisible river that carries you away. But you have to jump in. You have to want to jump it.”
È particolare il fatto che proprio in “Empire Of Light”, dove il gruppo appare più diviso per questioni sceneggiatoriali – da una parte Prairie e Alfredo, dall’altra Steve e Betty che tentano di risolvere la situazione (il “rapimento” del ragazzo) – si comprende forse ancor di più quanto l’Unione sia chiave di volta (“I survived because I wasn’t alone”). Nel momento in cui ci si appoggia e si sostiene l’altro si costruisce una sorta di legame fortissimo e difficile da rompere che porta all’inevitabile scioglimento del groviglio (la professoressa utilizza il danaro lasciatole dal fratello per aiutare Steve); e qui sta la filosofia new age per cui la fratellanza, il pensiero positivo, il legame spirituale tra le persone sono risoluzione di molte piaghe dei nostri tempi.
È interessante anche notare come siano proprio i personaggi più tormentati, i “peccatori”, gli “sbagliati” coloro che si mettono a servizio degli altri e del mondo (Steve e compagni vogliono imparare i movimenti per aiutare Prairie) e invece gli adulti, coloro che “per elezione” dovrebbero aiutare, sorreggere, capire si dimostrano ingiusti e privi di comprensione.
“Empire Of Light” in un saliscendi emotivo, in una giostra di rabbia, dolore, delusione arriva alle ultime scene con un alto tasso patetico nell’abbraccio tra Steve e Prairie per riprendere la costruzione delle precedente puntate: intorno al fuoco delle candele la donna torna ad essere Narratrice della sua stessa storia e dice: “Tonight, I will finish telling my story. Are you ready?”
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Forking Paths 1×06 | ND milioni – ND rating |
Empire Of Light 1×07 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.