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“Nel corso della mia lunga vita ho capito che siamo legati per sempre a quelli con cui condividiamo il sangue. E nonostante non possiamo scegliere la nostra famiglia, questo legame può essere la nostra più grande forza o il nostro più grande rimpianto. Questa triste verità mi perseguita da quando ho memoria”.
Si apre così il (secondo) pilot di “The Originals”, serie spin off di “The Vampire Diaries”, incentrata sulle (eterne) vite dei vampiri Originali. Voglio iniziare questa recensione facendo una considerazione: se ci possono essere spettatori di TVD che non seguiranno The Originals, il contrario non è possibile: il pubblico alla quale è indirizzata la serie è lo stesso di TVD, perché senza aver seguito The Vampire Diaries non si può apprezzare a pieno TO, in quanto, per il momento, la “bellezza” di questa serie risiede solo nei suoi bellissimi personaggi principali, conosciuti nella serie madre e che non si apprezzerebbero senza di essa.
Detto questo, direi di venire subito al dunque: ho dovuto fare i salti mortali per poter vedere questo episodio perché a causa trasloco sono senza connessione internet, quindi come minimo, speravo che ne valesse la pena. La delusione che ho provato a visione ultimata era addirittura tangibile e per più di un momento ho pensato di non seguire la serie tv, temendo travasi di bile e rumorosi sbadigli. Se, prima di giovedì scorso, ero curiosissima di vedere “The Originals”, adesso sono letteralmente terrorizzata perché personaggi come Klaus ed Elijah si meritano tantissimo, non uno spin off mediocre.
Partendo dal presupposto che gli spettatori che hanno visto questa puntata sono fan di TVD, questo secondo pilot sa di già visto, non in senso figurato, ma letterale. In parole povere assistiamo, una seconda (o terza per chi ha visto anche la versione con le scene inedite rilasciata quest’estate dalla CW) visione della 4×20 di The Vampire Diaries (backdoor pilot di The Originals), solo che questa volta il “POV” è quello di Elijah, unica cosa che ho davvero apprezzato in quei 42 minuti di visione. Ho sempre tessuto le lodi di Klaus, ammirandone le mille sfaccettature e elogiando le grandi qualità di Joseph Morgan, perfetto per la parte, lasciando un po’ in ombra il fratello Elijah, legato a lui indissolubilmente.
L’Original in Black vive rispettando la promessa fatta con i suoi fratelli, “always and forever”, come se fosse un voto di matrimonio, quello che dice a inizio puntata è fin troppo vero, per lui. Ho sempre creduto che fosse Rebekah, quella più attaccata alla famiglia, invece è Elijah quello che vive per essa, non importa quante volte Klaus l’abbia pugnalato e tradito, lui ci sarà sempre. “I will never let you go”, gli dice nella scena più bella dell’episodio, quando cerca di far ragionare Klaus a suon di calci e pugni. Il suo legame con Klaus (e la famiglia in generale) è sicuramente molto forte e spero venga esplorato più a fondo. E’ chiaro che la Plec ha un debole per i rapporti fraterni conflittuali, ma molto solidi (pensate a Stefan e Damon Salvatore) ed è un fattore decisamente positivo. Il modo in cui Julie esplora i legami familiari è notevole ed è ciò che mi impedisce di buttare quest’episodio nella spazzatura.
Partendo dal presupposto che gli spettatori che hanno visto questa puntata sono fan di TVD, questo secondo pilot sa di già visto, non in senso figurato, ma letterale. In parole povere assistiamo, una seconda (o terza per chi ha visto anche la versione con le scene inedite rilasciata quest’estate dalla CW) visione della 4×20 di The Vampire Diaries (backdoor pilot di The Originals), solo che questa volta il “POV” è quello di Elijah, unica cosa che ho davvero apprezzato in quei 42 minuti di visione. Ho sempre tessuto le lodi di Klaus, ammirandone le mille sfaccettature e elogiando le grandi qualità di Joseph Morgan, perfetto per la parte, lasciando un po’ in ombra il fratello Elijah, legato a lui indissolubilmente.
L’Original in Black vive rispettando la promessa fatta con i suoi fratelli, “always and forever”, come se fosse un voto di matrimonio, quello che dice a inizio puntata è fin troppo vero, per lui. Ho sempre creduto che fosse Rebekah, quella più attaccata alla famiglia, invece è Elijah quello che vive per essa, non importa quante volte Klaus l’abbia pugnalato e tradito, lui ci sarà sempre. “I will never let you go”, gli dice nella scena più bella dell’episodio, quando cerca di far ragionare Klaus a suon di calci e pugni. Il suo legame con Klaus (e la famiglia in generale) è sicuramente molto forte e spero venga esplorato più a fondo. E’ chiaro che la Plec ha un debole per i rapporti fraterni conflittuali, ma molto solidi (pensate a Stefan e Damon Salvatore) ed è un fattore decisamente positivo. Il modo in cui Julie esplora i legami familiari è notevole ed è ciò che mi impedisce di buttare quest’episodio nella spazzatura.
Altro spunto interessante dell’episodio riguarda Davina, strega apparentemente dalla parte di Marcel, dico apparentemente perché nutro dei forti dubbi riguardo la sua lealtà. Onestamente spero non lo sia, ma non vado oltre perché abbiamo visto troppo poco di lei e finirei a fare congetture puramente soggettive.
Purtroppo non ho molto altro da dire sull’episodio, anche perché ripeterei quanto ho detto nella recensione dell’omonima “The Originals” di “The Vampire Diaries”. Non mi resta altro da fare se non sperare che la serie tv si sviluppi meglio, in fin dei conti un episodio “sottotono” non pregiudica l’intera serie tv, che comunque ha delle buone basi.
PRO:
- Episodio Elijah-centrico: era ora di vedere un episodio quasi interamente dedicato a lui
- La “rissa” tra Klaus ed Elijah: addirittura commovente
- Davina. Adesso si capisce perché Marcel ha riaccolto Klaus senza battere ciglio!
CONTRO:
- Ripetizione della 4×20 di TVD
Do la sufficienza all’episodio solo grazie ad Elijah, altrimenti si sarebbe meritato molto meno, non tanto per l’episodio in sé, quanto perché è una ripetizione sotto un altro punto di vista del backdoor pilot, scelta che non condivido, dal momento che chi ha visto quest’episodio ha sicuramente seguito TVD. La serie non inizia nel migliore dei modi, ma mantiene comunque il suo potenziale. Certo è che la Plec dovrà lavorare duro per mantenere alti gli standard, altrimenti verrà telematicamente lapidata.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.