The Umbrella Academy 1×07 – The Day That WasTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il settimo episodio di The Umbrella Academy si apre con la background story di un personaggio che avrebbe potuto condividere un destino comune con i membri dell’Academy: Leonard Peabody. Leonard, anche se sarebbe più corretto chiamarlo Howard Jenkins, nasce lo stesso giorno dei sette supereroi e si convince di avere anche lui qualcosa di speciale. La madre muore di parto e il padre, probabilmente mai ripresosi dal trauma e non pronto a crescere un bambino da solo, diventa un violento alcolista. Leonard, quindi, si rifugia nella sua immaginazione e tenta di evadere dalla realtà immedesimandosi nei membri dell’Umbrella Academy e seguendo maniacalmente le loro avventure e i loro successi. Questa ossessiva venerazione della famiglia Hargreeves viene interrotta bruscamente quando Reginald, dopo essere stato fermato dal ragazzo e pregato di prenderlo sotto la sua ala protettiva, sputa in faccia a Leonard la realtà: “…there is nothing special about you”. Al giovane Jenkins/Peabody non rimane altro da fare che sfogare il proprio disprezzo nei confronti del padre, uccidendolo a martellate e trascorrendo dodici anni in carcere, covando odio e preparando la sua vendetta.
La verità sul personaggio di Leonard viene, quindi, finalmente a galla anche se gli spettatori avevano già unito i puntini. L’interesse amoroso di Vanya, infatti, era stato presentato come “too good to be true”; un ragazzo dolce, comprensivo, generoso, arrivato nel posto giusto al momento giusto: tutti campanelli di allarme che avevamo già ampiamente colto. Inoltre, gli sceneggiatori avevano dato una spintarella al pubblico presentando nel corso degli episodi piccoli indizi e dettagli per far dubitare di lui. Leonard, quindi, si aggiunge alla lista degli antagonisti di questa storia, anche se nemmeno con loro può dire di condividere qualcosa.
I tarantiniani Hazel e Cha-Cha ormai hanno fatto breccia nei nostri cuori e a loro potremmo perdonare di tutto, soprattutto il fatto di essere così ingenui nel loro sadismo. Leonard, invece, non ha davvero nulla di speciale, né da un lato, né dall’altro. Il suo unico scopo, per adesso, sembra quello di destare Vanya dal suo torpore (farmacologico e mentale) e di risvegliare i suoi poteri assopiti. Se da bambino Peabody si era immedesimato nei più forti, ora concentra tutti i suoi sforzi su Number Seven, prendendola come emblema di tutti gli emarginati e coloro ai quali viene negato il loro potere. Il giovane Jenkins, ancora una volta, non riesce a trovare una propria identità, forse non avendo mai accettato il fatto di essere completamente normale e tenta di sopravvivere attraverso gli occhi e le esperienze di altri (Vanya in questo caso).
Per quanto riguarda gli altri membri dell’Academy, nel finale dello scorso episodio si è scoperto come Five sia riuscito ad alterare la linea temporale e ad azzerare gli eventi del giorno dell’Apocalisse, anche se solo momentaneamente. “The Day That Was” ripercorre, trasformandoli, tutti gli avvenimenti del giorno prima: vediamo come sarebbero dovute andare le cose (The Day That Wasn’t) e come siano state modificate da Five. Praticamente riviviamo lo stesso giorno, ma dal punto di vista di altri personaggi per avere un quadro generale più completo e incastrare gli ultimi pezzi del puzzle.
L’unica nota un po’ dolente dell’episodio è il minutaggio dedicato a Luther: in questa timeline Number One ha un vero e proprio crollo emotivo e decide di diventare Klaus per una notte. La sua incursione a petto nudo al rave party e la feticista del pelo potevano essere evitati, anche se queste diversioni grottesche sono tipiche dello show. Il rave, però, ha anche lo scopo di introdurre il tanto agognato incontro tra Number Four e il defunto padre. In un limbo in bianco e nero, dove spicca soltanto il colore giallo (ciao ciao Sin City), Klaus si confronta con il capofamiglia Hargreeves che ammette sia la verità sulla sua morte, sia il motivo che l’ha spinto ad addestrarli. Reginald, quindi, dimostra di conoscere perfettamente il destino dell’umanità e rivela di essere sempre stato il burattinaio che muoveva i fili dei sette supereroi per prepararli a sventare la fine del mondo.
A soli tre episodi dal season finale, The Umbrella Academy rimescola le carte in gioco e spinge tutti i personaggi verso un unico destino, sperando non sia la loro ultima missione. La struggente e inconfondibile voce di Thom Yorke accarezza le scene conclusive, regalando un altro grande momento visivo/musicale per cui vale la pena seguire questa serie tv.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Leonard e il suo subdolo piano
  • The Day That Wasn’t e The Day That Was
  • Aidan Gallagher e Robert Sheehan
  • L’incontro tra Klaus e Reginal Hargreeves
  • Exit Music (For A Film)
  • Luther attira le sconvolte ai rave party

 

Ancora una volta The Umbrella Academy si rivela un ottimo prodotto, nel suo mix impeccabile tra Tarantino, Rodriguez e i fratelli Coen. “The Day That Was”, pur ripercorrendo gli stessi binari dell’episodio precedente, aggiunge piccoli tasselli all’enigma di stagione e prepara il terreno per la risoluzione principale.

 

The Day That Wasn’t 1×06 ND milioni – ND rating
The Day That Was 1×07 ND milioni – ND rating

 

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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