La decima stagione (o forse sarebbe meglio dire la “coda” della decima stagione) si era conclusa poco meno di quattro mesi fa con un episodio totalmente dedicato al passato di Negan e alla nascita di quel perfetto villain che la tv ha imparato ad amare/odiare fin da “The Day Will Come When You Won’t Be”.
Un filler di buon intrattenimento che aveva il grosso demerito di congelare, per l’ennesima volta, l’intera progressione narrativa di The Walking Dead non aggiungendo assolutamente nulla alla storia.
Un problema di tutti i sei episodi andati in onda da febbraio ad aprile, in realtà.
“Acheron: Part I” è un opening in puro stile The Walking Dead: zombie, sangue, spari, coltellate, piani di dubbia logica e sensazione di vero e proprio survival. Un mix di elementi che colpisce durante la visione, nonostante questa sia pesantemente ostacolata dal buio onnipresente durante i minuti iniziali e nelle riprese all’interno della metro sotterranea. Un’assenza di luci che pesa e rende difficoltoso scorgere i volti dei personaggi, forse un elemento voluto in regia, dove si è probabilmente preferito il misterioso buio scosso solo dal gorgogliare dei vaganti semi addormentati sul terreno e poco altro. A livello di comprensione generale degli avvenimenti, tuttavia, forse uno sprazzo di luce non avrebbe guastato.
La trama si suddivide in maniera disomogenea tra il gruppo comprendente Princess, Eugene, Ezekiel e Yumiko e tutti gli altri presenti ad Alexandria.
ALEXANDRIA E TEAM EUGENE
Il primo team, tenuto in ostaggio dal gruppo organizzato che li aveva catturati nei precedenti episodi, viene approfonditamente interrogato su ogni singolo aspetto della vita precedente la caduta: titolo di studio, mansione lavorativa precedente, famiglia, residenza, malattie ecc. Si tratta di un espediente (l’interrogatorio) che ricorda a grosse linee quello di Rick diverse stagioni fa quando interrogava i nuovi arrivati che volevano unirsi alla sua comunità, registrandoli in video. Il gruppo risponde senza battere ciglio, ma dai dialoghi avvenuti successivamente all’interno della cella sembrano scoprire essere solo una piccolissima tappa di un percorso di accettazione che raramente si completa correttamente. Il rischio, quindi, è quello di rimanere bloccati lì per troppo tempo senza poter trovare quegli aiuti sociali di cui Alexandra inizia a sentire affannosamente bisogno, come riportato da Gabriel durante la riunione del consiglio.
Parallelamente a ciò, il resto del gruppo forma un commando per poter far ritorno all’accampamento del nuovo gruppo di Maggie, recuperare cibo e risorse indispensabili, sgominare il gruppo mortalmente pericoloso che li ha cacciati e fare ritorno ad Alexandria. Giusto per complicare un piano già di suo semplicissimo, si decide di partire durante un vero e proprio nubifragio. A rendere ancora più evidente la situazione totalmente senza senso, poi, ci pensano gli sceneggiatori che utilizzano Negan come megafono del buon senso facendo notare che forse sarebbe meglio accamparsi, o quanto meno trovare un posto dove aspettare che la pioggia cali: se persino Negan, una persona disposta a tutto pur di ottenere qualcosa, sottolinea la pericolosità della situazione, forse bisognerebbe dargli credito.
Invece no, Maggie decide di intestardirsi e quindi Negan viene ignorato per più di una volta.
NEGAN IL MASCALZONE
Un risvolto narrativo, questo, che fa abbastanza dubitare del ruolo dell’ex villain nella serie: perché tenerlo in vita se gli viene dato credito e attenzione solo in determinate occasioni e a puro piacimento dei personaggi in scena? È scontato che Negan non potrà mai integrarsi veramente nell’ex gruppo di Rick. Quando ti diverti a fracassare il cranio dei migliori amici (e dei mariti) delle persone con cui sei costretto a dover andare d’accordo qualcuno potrebbe anche risentirsi. Questo è un fatto.
Però il fine ultimo di tutti è lo stesso: la sopravvivenza. Perché quindi portarselo appresso e relegarlo a pura e semplice mappa vivente (come se a persone come Daryl o Carol fosse indispensabile, tra l’altro)? Una risorsa sprecata veramente male.
Quel plot twist finale, però, quello sguardo vuotato di sentimenti che viene distolto lasciando Maggie in preda al panico più totale e in completa balia dei vaganti, potrebbe regalare a questa stagione conclusiva un avvio decisamente di livello. Perché Maggie muore? Possibile. Perché Negan finalmente mostra le sue “beach ball-size nuts”? Anche.
Ecco, se l’idea era di far tornare Maggie dopo una scomparsa completamente insensata per lasciarla morire per una semplice omissione di soccorso di Negan, probabilmente bisognerebbe stralciare i contratti degli sceneggiatori e aprire delle nuove selezioni. Tuttavia, è abbastanza chiaro che lo scontro Maggie-Negan si è semplicemente riacceso e nei prossimi episodi vedrà ulteriori sviluppi e colpi di scena. C’è solo da avere fiducia, cosa che inizia a diventare complicata guardando The Walking Dead.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Walking Dead torna sugli schermi con la prima puntata della sua ultima stagione (che sarà divisa in tre tranche da 8 episodi ciascuno). Un episodio perfettamente in linea con le ultime annate: carneficine di vaganti, plot twist finali che potrebbero rivelarsi come meri specchietti per le allodole, sceneggiatura costruita senza l’utilizzo di logica. Un pot-pourri a malapena sufficiente.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.