The Walking Dead 5×07 – Crossed – Lo ScambioTEMPO DI LETTURA 5 min

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Questo sì che è strano. Ormai lo spettatore di The Walking Dead si era abituato ad episodi monografici, costretto a dimenticarsi per 40 minuti a settimana di tutti gli altri personaggi. E invece, “Crossed” incrocia tutto e tutti. No, un momento: non è che li incrocia facendoli incontrare e facendo confluire tutte le varie linee, non ancora almeno. Vengono proprio incrociate e alternate le storylines davanti agli occhi di noi increduli spettatori, non abituati a vedere tutti questi personaggi. Ciò che si percepisce è un’aria da season finale. Eppure siamo solo alla 5×07, episodio che con un po’ di fantasia può essere definito come pre-midseason finale (e si sa come siano importanti i midseason in TWD).
Ad inizio episodio possono essere distinti ben tre ambienti: la chiesa, la strada, l’ospedale. E già così, rispetto ai soliti standard, la schizofrenia geografica è ai massimi storici. C’è poi da aggiungere che all’interno di ogni ambiente, le narrazioni si scindono ulteriormente: i fuggiaschi rimasti per strada si dividono tra Glenn, Rosita e Tara da una parte, Abraham, Maggie e il tramortito Eugene dall’altra; nella chiesa vi è un dualismo temporale tra Carl e Michonne che spronano il prete prima, e lo stesso prete che decide “saggiamente” di fuggire dopo; nell’ospedale c’è il “momento-guerriglia” che vede coinvolti un po’ tutti, il “momento-introspezione nonsense” che vede protagonisti Tyreese e Sasha, il “momento-drammi medicali” con Beth sugli scudi. Insomma, tutte le carte vengono messe in tavola.
Adesso occorre fermarsi per una riflessione. Quale caratteristica accomuna The Walking Dead e un altra serie principessa di ascolti come Game Of Thrones? Entrambe derivano da opere letterarie che fanno della loro “infinità” il marchio di fabbrica. E così, ai produttori costantemente con il segno $ negli occhi, non pare vero di poter attingere a piene mani in storie fertili, senza un finale ancora definito, e soprattutto così popolari. Manca ancora qualcosa per finire di tracciare questo profilo: la qualità. Entrambi i lavori televisivi infatti sono caratterizzati da una regia spettacolare, da una fotografia che giù il cappello, da attori che rimangono impressi come simboli. E con questa premessa, allora, ecco che nel 2014, quando tutto va velocissimo, The Walking Dead e Game Of Thrones, procedono a passo di lumaca. Sono pur sempre serie televisive viste come galline dalle uova d’oro, perché affrettare i tempi?
E così anche “Crossed – Lo Scambio”, caratterizzato da questa esplosione di punti di vista, è lento. C’è spazio per introspezioni, per lezioni di pesca e filtraggio dell’acqua, ma anche per spettacolari momenti hardcore (Daryl che usa la testa dello zombie arrostito è da applausi). Purtroppo il marketing ha anche questa croce. Il grado di interesse verso la scena di pesca non potrà non essere sotto le scarpe quando da un altro lato si ha un salvataggio in corso, colmo di sparatorie, botte, tradimenti, droghe. E allora sorge una domanda: perché quella malaugurata scelta di passare a 16 episodi, a partire dalla terza stagione? Ci si è forse mai lamentati della prima stagione, così colma di eventi, nei suoi semplici 6 episodi? Eppure la AMC dovrebbe saperne qualcosa visto l’andamento di Breaking Bad, che ha fatto della mancanza di superfluo la sua arma vincente.
Se non altro, dai diversi approfondimenti introspettivi sparsi qua e là, è emerso un importante dettaglio che forse potrebbe anche bastare a giustificare la rapida uscita di scena dei cattivoni di Terminus. In un mondo dove ormai tutto è perduto, farsi scrupoli morali è inutile quanto dannoso. In teoria potrebbe anche non essere così, la scelta è alla base. Si poteva impostare lo show (così come il fumetto) come un manifesto sulla speranza e sull’umana bontà. Così non è stato, e così Rick divenuto freddo killer, con strategie da freddo killer, è l’unico ad avere ragione. La soluzione adottata dal pio Tyreese si dimostra (forse forzatamente) fallimentare. Torna uno dei maggiori topoi di qualsiasi survival: uccidi finché sei in tempo, se risparmi la vita a qualcuno quella persona diventerà importantissima nell’economia della trama (ricordate Mikhail Bakunin su Lost?).
Il cliffhanger finale dimostra una grossa forzatura presente in questo episodio. Dopo una serie di capitoli in cui è stato dimostrato come il gruppo di sopravvissuti fosse diventato spietato, letale e abile nel non morire (giustificando così anche il calo di pericoli rispetto alle prime stagioni), come è mai possibile che ci si inizi a fidare in maniera così ingenua? Ad un prete che potrebbe avere di tutto da nascondere, che potrebbe essere un serial killer o chissà cosa, viene posto di fronte un armamentario chiedendogli di scegliere. E a fare ciò è Carl. Il freddo e spietato Carl sulla cui regressione umana tanto è stato detto, con il beneplacito tra l’altro della allegrona Michonne. Per non parlare di Sasha che decide di dare le spalle ad un ostaggio di cui nulla si sa, esaudendo un desiderio assurdo per il solo fatto che il tizio si chiami Bob. Tutto ciò serve a smuovere la trama, è vero, però certe ingenuità non le compiva nemmeno la sorella di Andrea andando al bagno in piena notte, in aperta campagna.
Ci si metta l’anima in pace. Fan televisivi e puristi fumettari, The Walking Dead è questo, 42 minuti di pura goduria estetica oppure 42 minuti di irritazione continua (soprattutto per i puristi del fumetto), dipende da che angolazione lo si vede. Certo occorre ringraziare che l’esigenza commerciale della televisione sia indirizzata verso prodotti del genere su cui tecnicamente c’è poco da dire. Certo non si ha di fronte un modello di scrittura televisiva, ma la fonte da cui si attinge è talmente rigogliosa che una realizzazione dignitosa è sempre più o meno garantita.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Molteplicità di punti di vista, finalmente
  • La lotta di Daryl
  • Come al solito, regia e fotografia di altissima fattura
  • Grande attesa per il midseason finale che in TWD è come se fosse un vero e proprio finale di stagione (forse addirittura più intenso)
  • Personaggi fessi e snaturati
  • Troppo contrasto tra la lotta e la pesca
  • Forzata e innaturale la scelta di rendere tutti per forza cattivi e in cattiva fede, pilotando così il punto di vista di Rick verso la ragione

 

Troppe sbavature per un pre-midseason finale che stuzzica comunque la curiosità dello spettatore. Le linee tracciate, anche attraverso episodi monografici hanno costruito una mini-trama di otto episodi di tutto rispetto, facendo così confluire il tutto. La sufficienza è raggiunta, tuttavia per una serie con una così grande utenza e con così grandi aspettative non si potrà mai essere troppo comprensivi di fronte a certe ingenuità.

 

Consumed – Consumati 5×06 14.07 milioni – 7.3 rating
Crossed – Lo Scambio 5×07 13.33 milioni – 7.0 rating

 

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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