The Walking Dead 8×07 – Time For AfterTEMPO DI LETTURA 4 min

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(Si invita a leggere questa recensione guardando una tantum l’immagine qui presente sulla destra e immaginando Rick emergere dall’oscurità ballando la salsa. Notare il movimento di fianchi.)

Osservando la poca cura con cui è realizzato lo spin-off Fear The Walking Dead, a chi scrive è spesso venuta in mente una teoria cospirazionista: e se fosse tutta una strategia di marketing per aumentare l’attesa e la considerazione per la serie madre? Considerando soprattutto che l’allungamento del brodo di una gallina dalle uova d’oro comporta inevitabilmente un cambio di ritmo e, ovviamente, un calo qualitativo.
Allo stesso modo, visto che di marketing si tratta, creando una grande attesa per premiére, midseason finale e season finale, non è forse possibile applicare un ragionamento simile anche con gli episodi di mezzo? Cerchiamo di spiegarci meglio.
Improntare una mezza stagione sull’azione e la strategia, mostrando un capovolgimento di fronte rispetto allo strapotere di Negan della scorsa stagione, potrebbe anche essere sulla carta una buona mossa. Si evita così di incorrere in quei filleroni scassapalle, magari con una loro utilità ai fini della trama o dello sviluppo di un qualche personaggio, ma che alla fine della fiera dei semplici riempitivi rimangono.
Tutto però ad un certo punto diventa routine. E così anche gli episodi di questa ottava stagione si sono assestati ad un livello standard in cui inevitabili momenti morti emergevano. Dilatando poi le scene di azione non si sarebbe incorsi in una “standardizzazione” anche del midseason? Il settimo episodio andrebbe quindi impostato in maniera differente. Difficile però buttarla sul filler se si considera che ormai le scene d’azione sono state equamente distribuite – effettivamente anche in questo episodio più preparatorio sono presenti. La mossa decisiva era quindi quella di affidare lo scettro di protagonista al personaggio meno apprezzato della serie: Eugene.
Realizzare un personaggio che risultasse poco efficace ed estremamente negativo nella storia forse non è così facile. Eugene si è fatto odiare dalle genti proprio per questo. Il suo essere un voltafaccia approfittatore poteva in qualche modo creare il duplice effetto di farsi odiare sì, ma comunque apparendo come figura dalla notevole complessità morale. Invece no. Si è scelto di trapiantare uno spento Sheldon Cooper all’interno di una serie che fa della autenticità umana (pur in un’apocalisse zombie) la sua bandiera.
Tutte le sequenze con Eugene (la maggioranza del tempo di questo episodio) non aggiungono nulla più di quanto  già mostrato. Si sapeva già che avesse sgamato Dwight, si sapeva già che la sua fedeltà a Negan fosse dovuta ad uno spirito di sopravvivenza del tutto cinico, si sapeva che barattava riparazioni per vino… ah no, quello no, ma si dormiva ugualmente bene la notte non sapendolo. Che Negan lo stimasse e contasse su di lui era già stato mostrato e lasciato intuire, che avesse paura degli zombie è superfluo ricordarlo, la sua parlata strana, oltre a risultare insopportabilmente caricaturale, è stata già ampiamente messa in mostra. Qualsiasi sarà la sua sorte, dovesse essere decisivo o no per l’esito dello scontro, non è stato mostrato in questo “Time For After”, ad enfatizzare l’inutilità di questa lente di ingrandimento.
Vi è anche spazio per la pensata del secolo, ovvero quella di buttarla in caciara e sovvertire il piano di Rick. Il raid di Daryl, Tara e Morgan, da un punto di vista scenico ha una particolare valenza drammatica che trascende dalla sempre buona riuscita scenica dei momenti ad alto tasso adrenalinico. Vedere insieme l’uso dei mitra con un camion lanciato a grande velocità su un obiettivo richiama alla mente alcune vicende di cronaca nera internazionale. Se a questo si aggiunge che l’attacco viene mostrato dal punto di vista dei saviors si ha un’ulteriore visione riguardo l’ambiguità morale di TWD. Tutto bene, quindi, se non fosse che prima di questa stupidissima azione (le cui conseguenze creano il cliffhanger di fine episodio) vi è la solita sequela di dialoghi scialbissimi di cui seguirà un estratto esemplificativo.

A: “I don’t want to do what I should if you want me to do that.”
B: “So, what do you want to do?”
A: “I don’t want to know what I want to do.”
B“So don’t.”

La parte migliore di episodio è riservata a Rick e alla sua brillante trovata di andare da solo a provare a coinvolgere delle persone che vivono in una discarica, parlano male e in passato gli avevano inferto una notevole pugnalata alle spalle. Ma questo è avvenuto nell’episodio precedente, quindi non vale la pena parlarne.
Più interessante soffermarsi sulla bellissima lotta in mutande, in cui un solo tizio legato mette fuori gioco diverse guardie armate dopo essere rimasto disidratato e senza cibo per chissà quanto tempo. Ma che Rick sia tostissimo si sa. Viene da chiedersi come mai nessuno lo faccia fuori anche dopo, se si considera che la sua cattura non ha un valore particolarmente strategico e gli scavangers o come si chiamano parlano malissimo e si dedicano alla scultura in una discarica.
Ah ma si era detto che questa era la parte migliore di episodio?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Attacco alla base di Negan, già sotto assedio
  • Rick si ribella al suo essere in mutande
  • Eugene
  • Eugene
  • Eugene
  • Lo sviluppo del piano di Ri… Eugene
  • Daryl e Tara che fanno come vogl… Eugene
  • Eugene

 

Eugene fa schifo.

 

The King, The Widow And Rick 8×06 8.28 milioni – 3.6 rating
Time For After 8×07 7.47 milioni – 3.3 rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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