Sulla scia del precedente episodio, The Watch continua la propria narrazione su due trame parallele che vedono il gruppo dividersi in avventure differenti. La tecnica non pare funzionare troppo bene in una serie come The Watch che fa del gruppo la sua linfa vitale.
Complici anche due avventure un po’ sottotono rispetto alle precedenti, il settimanale appuntamento risulta questa volta un po’ fiacco se paragonato alla brillantezza a cui la serie ha abituato i suoi spettatori.
Per altro verso, l’episodio affronta una bella tematica grazie al personaggio di Cheery, senza perdersi in paternalismi o in luoghi comuni.
CHEERY, CARROT E ANGUA
Cheery: “Who are they?”
Madre di Cheery: “Them? They are all you. So you must take all this difference with you, the Summoning Dark is your ally. It will follow, protect you. You can wield its power.”
L’approfondimento circa il personaggio di Cheery rappresenta la parte più interessante e significativa dell’episodio: il tema dell’identità di genere non è mai facile da affrontare e il rischio di cedere a stereotipi e buonismi è sempre dietro l’angolo. Tuttavia The Watch dimostra ancora una volta la capacità di districarsi su più piani stilistici senza perdere di vista la propria unicità.
La dolcezza della madre di Cheery e la semplicità (e veridicità) disarmante delle sue parole conducono tutti (spettatori compresi) a scrutare nel proprio io, luogo in cui trovare un universo da scoprire e da cui attingere nei momenti di buio. Affrontato con delicatezza e con l’immancabile ironia che ormai contraddistingue la serie, il gravoso tema dell’identità di genere diventa un mezzo per condurre i personaggi verso un legame sempre più profondo, fortificando un rapporto di lavoro che assume ogni giorno di più i tratti di una tenera amicizia.
Si rilevano nell’episodio un Carrot super cazzuto nel dialogo con Carcer e un Angua decisamente poco incisiva. Dopo sei episodi Marama Corlett ancora non convince nei panni della giovane licantropa, nonostante i diversi momenti di introspezione dedicati.
SAM VIMES E LADY RAMKIN
Il secondo filone narrativo vede la coppia formata da Vimes e Lady Ramkin nuovamente al cospetto della Gilda degli assassini.
Seppur i due attori si confermano una garanzia, non solo singolarmente ma anche e soprattutto per un’ottima intesa di coppia, la storyline non tiene incollati allo schermo, difettando forse un po’ di originalità.
La mancanza di azione e un ritmo calante prendono possesso della narrazione e il riproporre una dinamica già vista non ha certo aiutato. In questo senso però lo scarso screentime dedicato alla coppia ha alleggerito la trama, che vede riprendersi solo con l’arrivo di Cheery e del suo adorabile balletto.
Tuttavia, come sopra già detto, a Richard Dormer e Lara Rossi non si può dire di no: entrambi bucano lo schermo e quando interagiscono tra loro regalano momenti indimenticabili. I due attori riescono a rimanere protagonisti pur relegati in una trama secondaria: una capacità non da poco e una potenzialità non da sottovalutare.
Wonse: “Where he’s as likely to kill Lady Sybil Ramkin as kiss her.”
E infine, l’incredibile colpo di scena finale, con la ricerca della peggiore versione di Sam Vimes, apre le porte al finale di stagione. Manca davvero poco.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dividere il gruppo in due trame differenti non è stata forse la mossa giusta; certo è che The Watch rimane comunque un piacevole intrattenimento settimanale.
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Lunatica, brutta, cinefila e mancina. Tutte le serie tv sono uguali, ma alcune sono più uguali delle altre.