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This Is Us rappresenta senza dubbio alcuno il miglior family drama in circolazione sia in quanto ad intensità scenica, sia per quanto riguarda il comparto attori/personaggi. Ma l’elemento simbolo, che lo contraddistingue dal plotone di drama che ogni anno viene sputato dalle emittenti è ovviamente la sua costruzione narrativa basata su due distinte linee temporali l’una collegata all’altra in un continuo alternarsi e ricollegarsi vicendevolmente. Eventi del passato si ritrovano ad influenzare (o essere determinati) per quanto sta avvenendo del passato. In determinati episodi, inoltre, la linea temporale si triplica con una proiezione nel futuro di Randall e delle proprie figlie relativamente al rapporto con la moglie. Detto quindi di tale espediente narrativo e sottolineato come rappresenti il punto forte della serie tv, appare scontato, che nel preciso momento in cui il suo reale utilizzo diventa mal gestito o addirittura è da annoverare all’interno della lista degli elementi negativi di una puntata, il voto dell’episodio crolli drasticamente.
È questo il caso di “The Graduates”, quattordicesimo episodio di questa terza stagione ed ennesimo appuntamento con This Is Us che non riesce a convincere. Non può convincere, in particolare, perché dopo “Super Bowl Sunday” le aspettative si attestano ad un livello molto alto e da un prodotto di questo genere ci si attende che la qualità venga mantenuta a quel livello. Anche se ora viene da pensare che il formidabile episodio volto a raccontare la morte di Jack sia stato tutto un fuoco di paglia (si perdoni il gioco di parole) e che le aspettative riposte nel family drama fossero eccessive.
Tutti e tre i membri del fatidico trio dei Pearsons si ritrovano in una vera e propria caduta nel vuoto dal punto di vista della gestione pura e semplice del personaggio.
Kate diventa mero strumento all’interno della storia dal momento che viene utilizzata in funzione di Kevin: nonostante la sua festa risulti essere il fulcro della narrazione, tutto finisce per ruotare attorno (nuovamente) a Kevin ed alla sua ennesima ricaduta nell’alcolismo. Ed anche per questo le domande sono tante: Kevin è stato in riabilitazione e una volta uscito non ha preso parte (e non è stato introdotto) a nessun gruppo di alcolisti anonimi e si ritrova quindi sprovvisto di sponsor. Lui stesso ammette che ora farà le cose “correttamente”: dopo aver propinato episodi su episodi relativamente all’impegno profuso per superare questo tipo di problema, ora si scopre che Kevin a parte la riabilitazione non ha fatto nient’altro per mettersi alle spalle il suo passato da alcolista. A peggiorare il tutto, inoltre, c’è il casus belli che fa cedere definitivamente Kevin: il fratello di Jack, che poteva risultare un elemento narrativo in grado di essere sfruttato in più e più modi finisce per diventare una banale scusa della sceneggiatura per far riprendere Kevin a bere. Scelta molto discutibile.
Unitamente a ciò, ora, con la problematica del parto in cui è occorsa Katie sarà da vedere come nei prossimi episodi decideranno di affrontare la questione. C’è solo da sperare che si soprassieda, per una volta, dal voler dipingere Kevin come la vittima del destino avverso che non ha colpe. La reazione di Toby nei confronti della giovane star sarà fondamentale e darà un forte input a ciò che saranno, da qui in poi, i rapporti tra i due gemelli.
Accantonata tutta la sottotrama riguardante la festa di diploma rimangono Beth e Randall sempre più impalpabili personaggi non in grado di ricreare quell’alchimia perfetta tra potere e famiglia che sono riusciti a fare, in campo pubblico, gli Obama: Randall, dopo aver dato il suo benestare ed aver più volte ripetuto alla moglie il suo totale appoggio, cambia idea e le chiede (per il momento) di accantonare il proprio sogno. Una richiesta abbastanza egoista e in controtendenza con quanto detto non solo negli scorsi episodi, ma opposto al personaggio stesso di Randall, solitamente pronto a farsi in quattro pur di creare un clima pacifico nella sua famiglia. Anche per questa sottotrama si fatica a capire dove esattamente si voglia andare a parare.
Semplicemente non commentabile, invece, le scene riguardanti Deja: la ragazza scrive un tema raccontando il periodo della sua vita in cui viveva in macchina con la madre e la professoressa decide bene di renderlo pubblico sul sito della scuola. Ciò che sconvolge è che la professoressa sapeva benissimo della complicata situazione famigliare di Deja (quindi sapeva che quanto scritto non fosse frutto di fantasia) e nonostante ciò ha pensato bene di pubblicarlo. Ciò che risulta non commentabile non è l’azione in sé (spesso e volentieri si leggono notizie molto più inverosimili di questa), ma il contesto e di come tutto appaia così surreale: una volta che lo spettatore fa conoscenza della professoressa risulta quasi impossibile che una persona del genere metta a nudo una propria studente, conscia dei problemi che la affliggono.
This Is Us sembra aver perso la bussola ed aver iniziato a navigare a vista appoggiandosi a ciò che fin qui ha retto lo show: i drammi. Il problema è che si inizia a scadere nel ridondante.
È questo il caso di “The Graduates”, quattordicesimo episodio di questa terza stagione ed ennesimo appuntamento con This Is Us che non riesce a convincere. Non può convincere, in particolare, perché dopo “Super Bowl Sunday” le aspettative si attestano ad un livello molto alto e da un prodotto di questo genere ci si attende che la qualità venga mantenuta a quel livello. Anche se ora viene da pensare che il formidabile episodio volto a raccontare la morte di Jack sia stato tutto un fuoco di paglia (si perdoni il gioco di parole) e che le aspettative riposte nel family drama fossero eccessive.
Tutti e tre i membri del fatidico trio dei Pearsons si ritrovano in una vera e propria caduta nel vuoto dal punto di vista della gestione pura e semplice del personaggio.
Kate diventa mero strumento all’interno della storia dal momento che viene utilizzata in funzione di Kevin: nonostante la sua festa risulti essere il fulcro della narrazione, tutto finisce per ruotare attorno (nuovamente) a Kevin ed alla sua ennesima ricaduta nell’alcolismo. Ed anche per questo le domande sono tante: Kevin è stato in riabilitazione e una volta uscito non ha preso parte (e non è stato introdotto) a nessun gruppo di alcolisti anonimi e si ritrova quindi sprovvisto di sponsor. Lui stesso ammette che ora farà le cose “correttamente”: dopo aver propinato episodi su episodi relativamente all’impegno profuso per superare questo tipo di problema, ora si scopre che Kevin a parte la riabilitazione non ha fatto nient’altro per mettersi alle spalle il suo passato da alcolista. A peggiorare il tutto, inoltre, c’è il casus belli che fa cedere definitivamente Kevin: il fratello di Jack, che poteva risultare un elemento narrativo in grado di essere sfruttato in più e più modi finisce per diventare una banale scusa della sceneggiatura per far riprendere Kevin a bere. Scelta molto discutibile.
Unitamente a ciò, ora, con la problematica del parto in cui è occorsa Katie sarà da vedere come nei prossimi episodi decideranno di affrontare la questione. C’è solo da sperare che si soprassieda, per una volta, dal voler dipingere Kevin come la vittima del destino avverso che non ha colpe. La reazione di Toby nei confronti della giovane star sarà fondamentale e darà un forte input a ciò che saranno, da qui in poi, i rapporti tra i due gemelli.
Accantonata tutta la sottotrama riguardante la festa di diploma rimangono Beth e Randall sempre più impalpabili personaggi non in grado di ricreare quell’alchimia perfetta tra potere e famiglia che sono riusciti a fare, in campo pubblico, gli Obama: Randall, dopo aver dato il suo benestare ed aver più volte ripetuto alla moglie il suo totale appoggio, cambia idea e le chiede (per il momento) di accantonare il proprio sogno. Una richiesta abbastanza egoista e in controtendenza con quanto detto non solo negli scorsi episodi, ma opposto al personaggio stesso di Randall, solitamente pronto a farsi in quattro pur di creare un clima pacifico nella sua famiglia. Anche per questa sottotrama si fatica a capire dove esattamente si voglia andare a parare.
Semplicemente non commentabile, invece, le scene riguardanti Deja: la ragazza scrive un tema raccontando il periodo della sua vita in cui viveva in macchina con la madre e la professoressa decide bene di renderlo pubblico sul sito della scuola. Ciò che sconvolge è che la professoressa sapeva benissimo della complicata situazione famigliare di Deja (quindi sapeva che quanto scritto non fosse frutto di fantasia) e nonostante ciò ha pensato bene di pubblicarlo. Ciò che risulta non commentabile non è l’azione in sé (spesso e volentieri si leggono notizie molto più inverosimili di questa), ma il contesto e di come tutto appaia così surreale: una volta che lo spettatore fa conoscenza della professoressa risulta quasi impossibile che una persona del genere metta a nudo una propria studente, conscia dei problemi che la affliggono.
This Is Us sembra aver perso la bussola ed aver iniziato a navigare a vista appoggiandosi a ciò che fin qui ha retto lo show: i drammi. Il problema è che si inizia a scadere nel ridondante.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Non uno dei migliori episodi di This Is Us, anzi.
Our Little Island Girl 3×13 | 7.55 milioni – 1.8 rating |
The Graduates 3×14 | 7.82 milioni – 1.7 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.