Too Old To Die Young 1×06 – Volume Six: The High PriestessTEMPO DI LETTURA 5 min

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Al termine di questa sesta puntata, lo spettatore avrà visto più di otto ore di Too Old To Die Young; sarebbe interessante, giunti a questo punto, prendere carta e penna e scrivere gli eventi che sono accaduti in questi 500 minuti (circa) di narrazione. La nostra sensazione è che, anche utilizzando uno stile non propriamente sintetico e riassuntivo, il testo non sarebbe particolarmente lungo. Sia ben chiaro, da Refn non ci si aspettava di certo uno show con una sceneggiatura degna del miglior Aaron Sorkin, ma probabilmente era lecito attendersi che, con così tanto tempo a disposizione, il regista danese sarebbe riuscito a costruire una storyline seppur non eccezionale, comunque valida e abbastanza accattivante. In questo modo, lo spettatore avrebbe avuto modo di ammirare la bellezza estetica di ogni fotogramma (probabilmente siamo troppo ripetitivi, ma un comparto tecnico di questa qualità rappresenta una rarità di incredibile bellezza nel panorama televisivo) senza avvertire la pesantezza di 90 minuti quasi del tutto privi di avvenimenti. Da questo punto di vista, il terzo episodio aveva ingannato un po’ tutti, lasciando presagire un cambio di marcia. Con la quarta e, soprattutto, con la quinta puntata, si è tornati però al solito ritmo e alla solita mole di avanzamento di trama, e questo sesto appuntamento ha ampiamente confermato il trend.

 

“Now that you are husband and wife it is time for you to return home. Everything your mother built there is being torn apart by our enemies. We must reclaim what is rightfully ours. You came here a stranger to me. An intrusion into my life. Just as you were a street girl my father brought home. But in the end we became brothers. As a token of my love I hereby give you Yaritza. Anyone who asks You came south after the death of your mother and found rebirth with this beautiful Mexican bride. Never forget, we are conquistadors. This cartel will devour everything it touches. Together little brother we will become more powerful than my father ever dreamed.”

Ad onor del vero, l’inizio della puntata era stato anche incoraggiante; aveva sancito, infatti, il ritorno sulle scene di Jesus e Yaritza, pronti a trasferirsi negli Stati Uniti, con tanto di ordine di uccidere Damian prima del loro arrivo, il che lasciava presagire degli eventi movimentati ed elementi di interesse non solo visivo. Effettivamente, la prima parte della puntata è decisamente quella con il ritmo più gradevole, inoltre, la serie di sub-appalti dell’omicidio, con finale inevitabile e quasi tragicomico, rappresenta uno dei momenti migliori dello show, dal punto di vista narrativo. Dopo la morte di Celestino e Gameboy, però, mancava ancora più di un’ora al termine e, da quel momento in poi, si è tornati ad un ritmo che ricordava molto i primi due episodi.
Jesus, ovviamente, è tornato in America con l’intenzione di ricostruire l’impero della madre, ma era altrettanto normale che gli uomini del cartello non avessero intenzione di cedere così facilmente il comando delle operazioni ad un ragazzo così giovane. La diffidenza nei suoi confronti, in particolare, porta Alfonso ad assumere un atteggiamento abbastanza strafottente che evidenzia il mancato riconoscimento del ruolo di Jesus. L’improvviso atto di autorità del ragazzo, il quale porta Alfonso alla totale umiliazione, è sicuramente un aspetto interessante: finora Jesus è sempre stato mostrato come una persona molto silenziosa che, nella maggior parte dei casi, si limita ad ascoltare e ad assistere a quanto detto e fatto dagli altri. Ora, naturalmente, la situazione cambia molto. Inoltre, sarà interessante vedere il ruolo di Yaritza, dato che la sensazione è che sarà lei il personaggio chiave della vicenda.
Per il momento, si sottolinea con piacere il collegamento tra le due storyline dello show, impersonificato da Janey e, a quattro puntate dal termine, è lecito attendersi che Jesus/Yaritza e Martin si incontrino al più presto. Soltanto in quel momento, infatti, si potrà avere un’idea chiara sul messaggio che Refn ha veicolato tramite questo show.
Un altro aspetto interessante, e che era già intuibile nel secondo episodio, è rappresentato dal rapporto edipico tra Jesus e sua madre. Questo rapporto è stato il fil rouge della puntata, a partire dalle immagini della madre che si proiettavano costantemente nella mente del ragazzo (anche quando davanti a lui c’era la moglie), passando per il racconto della sua infanzia e giungendo infine alla scena finale, decisamente particolare. Considerando l’alone mistico che si è creato attorno a Yaritza, bisognerà vedere con attenzione l’evoluzione del suo ruolo da sacerdotessa della morte, visto che sembra improbabile che questa vicenda non venga spiegata.
Insomma,  non si può dire che “Volume Six: The High Priestess” sia stata del tutto priva di elementi di interesse ma, come al solito, il problema è rappresentato dalla lunghezza eccessiva del tutto. In fin dei conti, questa volta non c’erano scene interminabili come quella nella doccia dello scorso episodio ma, se si provasse a fare quanto detto nell’introduzione, ossia prendere carta e penna e scrivere cosa è successo in questi 91 minuti, la lista sarebbe decisamente molto breve. Non si chiede a Refn una puntata da 30 minuti in stile Homecoming, ma il tempo di una partita di calcio per mostrare uno scambio di persona, l’umiliazione di un dipendente ed un rapporto edipico sembra davvero un po’ troppo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il rapporto edipico
  • Janey come collegamento tra le due storyline
  • Umiliazione di Alfonso
  • L’omicidio subappaltato
  • Il comparto tecnico, come al solito
  • 91 minuti di puntata 
  • Ritmo crollato dopo un buon inizio
  • Ancora non si capisce il significato che si cela dietro lo show

 

Dopo otto ore di visione, i vizi e le virtù di Too Old To Die Young sono ben noti a tutti. Per questo motivo, come accaduto già varie volte, decidiamo che una sufficienza sia la sintesi migliore di quanto detto fino a questo momento.

 

Volume Five: The Fool  1×05 ND milioni – ND rating
Volume Six: The High Priestess 1×06 ND milioni – NDrating

 

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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.

1 Comment

  1. Il significato della serie è molto sovversivo, in pratica ti dice comprati una pistola, paga un sicario, perchè è l’unico modo per avere giustizia dato che i poliziotti sono dei deficenti. E tranquilli i personaggi si incontreranno.

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