Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 5×05 – RewindTEMPO DI LETTURA 6 min

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Dopo l’inaspettato cliffhanger dell’episodio precedente, era chiaro che il tema di “Rewind” sarebbe stato un riavvolgimento della trama fino al momento di un altro cliffhanger: quello del rapimento del Team Coulson alla fine di “World’s End“. Da lì, servendosi poi del filtro dell’abbandonato Fitz, la serie avrebbe svelato la porzione di trama che mancava per avere finalmente una visione completa sulla conformazione dello status-quo attuale dei protagonisti. Ma questo quinto appuntamento settimanale va oltre il concetto di semplice puntata di congiunzione.
In soli 40 minuti, l’andamento di “Rewind” – così come il suo risultato – è quello sperato dagli spettatori. Gli autori danno una spiegazione sensata ed esaustiva alla presenza dell’Agente Fitz nel futuro, sfruttando magistralmente i minuti a disposizione e costruendo una trama che si incastra perfettamente nel suo minutaggio e nell’economia della stagione, senza che ci siano delle scene che sembrino sbrigative o accelerate per via dei minuti contati dello show.
“Rewind” è un continuo ed elettrizzante susseguirsi di eventi, dove quello successivo è la naturale conseguenza di quello precedente, dove viene trovata risposta ad ogni possibile domanda degli spettatori, rilasciando anche qualche succulente (e criptica) informazione riguardo un possibile disegno generale della quinta stagione. La puntata nel suo complesso risulta sinuosa e in perfetta sincronia con il dispiegarsi generale della storia, senza forzature narrative. L’intera storia è attraversata dai tentativi di redenzione di Leopold Fitz, il quale è ancora affranto dalle conseguenze del Framework e dalla sua controparte Hydra. La puntata riesce a descrivere molto bene il suo dilemma, ponendo l’accento sul realismo delle sensazioni provate nonostante la virtualità dell’esperienza, mettendo Fitz nella forzata condizione di rinascere dalla sue ceneri: e quale miglior occasione, se non quella di congelarsi come Capitan America e salvare la situazione?
Insomma, a questa quinta puntata spettano i classici 92 minuti di applausi per il magistrale modo in cui riesce a creare questa congiunzione narrativa in maniera impeccabile, saziando di risposte anche lo spettatore con più domande. Nonostante ciò, in questa recensione si è deciso non solo di valorizzare lo stile di “Rewind”, il modo diciamo, ma anche il come Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. collega il tutto.
La creatura ABC/Marvel Studios organizza la reunion di Fitz coi suoi amici servendosi di elementi presi dalle sue passate stagioni, come la veggente Robin Hinton e l’ex-agente Lance Hunter. Forse si va troppo per interpretazione personale di chi scrive, però non manca veramente tanto al 100° episodio della serie e può essere che si stia confezionando una serie di puntate in cui inserire – ovviamente con cognizione di causa – tutti gli elementi più riconoscibili del brand MAOS (personaggi e/o gadget, indistintamente) che, in qualche modo, hanno lasciato il segno in queste cinque stagioni. Per qualcuno potrebbe essere un traguardo esiguo, ma visti i trascorsi della serie non sembra quasi vero che si stiano per spegnere le 100 candeline; quindi non è poi così da buttare l’idea che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. abbia voluto omaggiare sé stessa. Del resto, nessun altro l’avrebbe fatto, e chi fa da sé fa per te.
Ma al di là di festeggiamenti anticipati, il (ri)utilizzo di elementi e personaggi delle precedenti stagioni è il vero colpo da maestro di questa puntata. Sicuramente molti lo vedranno come mero esercizio di stile, quasi una esibizione di virtuosismo di scrittura per far vedere quanto quelli della writer’s room sono bravi. Beh, anche se fosse, ben venga. E’ veramente raro vedere da parte di una serie tv un controllo che si può solo definire assoluto verso il proprio universo narrativo, riuscendo a destreggiarsi tra gli eventi e i personaggi, portando vecchie conoscenze a giocare un rinnovato ruolo all’interno di nuove trame.
Al di là di Lance Hunter – il cui suo rientro e quello di Mimo poteva avvenire in qualsiasi momento – è l’utilizzo di Robin Hinton che lascia veramente sorpresi, in quanto nella terza stagione sembrava semplicemente uno dei tanti Inumani inseriti giusto per avere qualche personaggio che potesse mostrare la varietà di poteri che le Nebbie Terrigene potevano generare. Due stagioni dopo, ritorna con un ruolo preponderante nella serie, trasformando tutte le stagioni del serial in un unico flusso e non in scompartimenti separati e sconnessi, dove ogni elemento introdotto ha un suo scopo preciso.

  1. Hunter e Fitz si salutano citando un famosa dialogo tra Leila e Han Solo de L’Impero Colpisce Ancora.
  2. Robin Hinton comparì si per la prima volta nel doppio season finale della terza stagione, ma prima venne citata dal padre in “Spacetime“.
  3. Tra i vecchi gadget riesumati dalle passate stagioni, abbiamo le pistole Icer (armi caricate con proiettili tranquillanti) e il jet Zephyr One.
  4. Il faro in cui Fitz e gli altri si rifugiano ricordano molto la base utilizzata dal gruppo britannico Excalibur, team per metà composto da mutanti e operante soprattutto in Inghilterra.
  5. Vale la pena notare come Lance Hunter snoccioli un sacco di nomi ed informazioni legate al serial morto sul nascere Marvel’s Most Wanted, spin-off di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. che avrebbe dovuto vedere protagonisti lui e la sua “consorte” Barbara Morse aka Mimo. Lo spin-off (purtroppo o per fortuna, dipende dai punti vista) non convinse i vertici della ABC che, dopo la visione dell’episodio pilota, bocciarono la serie e non ordinarono ulteriori episodi. Tuttavia Lance Hunter si comporta come se questi eventi siano effettivamente accaduti su un binario parallelo alla serie madre, lontano dagli occhi di tutti. Lo spettatore non può materialmente constatare quello che dice Hunter, in quanto Most Wanted non ha mai visto la luce, ma va comunque premiata la coerenza degli showrunner nell’aver considerato il fatto che il personaggio abbia comunque potuto aver vissuto avventure parallele e che non sia finito nel dimenticatoio.
  6. Il personaggio di Enoch sembra attualmente non aver nessuna corrispondenza con altri personaggi aventi lo stesso nome delle cartacee storie Marvel, in quanto nessuno dei personaggi conosciuti con quel nome presentano caratteristiche somiglianti. Il primo Enoch è uno scienziato pazzo protagonista di una storia pubblicata su Marvel Mystery Comics #13 del 1940, quindi in piena era pre-Marvel Universe, quando la casa editrice pubblicava storie di vario genere evitando i supereroi. Il secondo, è un membro della squadra conosciuta come Magical Resistance e avversaria degli X-Men, comparsa per la prima volta su Extraordinary X-Men #13 del 2016.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tutto
  • Niente

 

Con “Rewind”, Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. crea qualcosa che va al di là del semplice “episodio spiegone” che ferma la trama e dà allo spettatore il pezzo che manca per completare il puzzle. Crea una puntata che omaggia la serie stessa e il suo assoluto controllo sul suo universo narrativo, prendendosi pure la briga di caratterizzare la riscossa di Fitz, diviso tra il senso di colpa della persona che è e della sua immagine distorta del Framework e segnando la sua rinascita. Più di così.

 

A Life Earned 5×04 1.84 milioni – 0.5 rating
Rewind 5×05 2.40 milioni – 0.6 rating

 

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2 Comments

  1. Ciao.. leggo sempre le tue recensioni e sempre sono d’accordo. Stavolta no, perché ho visto i personaggi affrontare tutto in maniera troppo facile: la fuga dopo l’esplosione di un muro che non ha messo in allerta nessuno; rientrare nella base militare e trovare subito la capsula; in ultimo la sua ibernazione non mi è chiara: è rimasto dormiente per 74 anni, ok…ma i suoi compagni che sono nel 2091 hanno subito lo stesso trattamento o si trovati direttamente lì? Altrimenti ci sarebbe un vuoto 74 anni che avrebbe reso vano l’intervento di Fitz.

    Comunque, un’altra citazione a Guerre Stellari c’è quando indica “vecchio pezzo di ferraglia” il veicolo con il quale scappano.

    Enoch somiglia moltissimo ad un un Osservatore di Fringe. Tranne per la presenza delle sopracciglia, ma il suo vestito, il viso che non lascia trasparire emozioni, il suo osservare la razza umana come antropologo ha le medesime caratteristiche.

  2. Ciao Luca! Grazie per il commento e scusa per il ritardo della risposta. Ritardo, voluto, perché ormai conosco questa serie e so che ogni cosa non è messa a caso.
    Se hai guardato la 5×08 parte del tuoi dubbi sono in parte risolti. Non voglio fare spoiler perché non so a che punto sei e non voglio rovinarti la sorpresa, però con “The Last Day” introducono un dettaglio inizialmente citato, ma trascurato. Ora l’hanno ripreso e tutto è messo sotto un’altra prospettiva e, come dicevo, parte delle tue rimostranze sono ora (quasi) risolte. Penso che per risolvere in toto dovremo aspettare qualche episodio in più.

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