Da questa stagione non ci si aspettava di ricavare così tanti spunti e contenuti più che altro perché, in virtù degli ottimi risultati ottenuti in precedenza, lo spettatore era portato a pensare che la qualità potesse solamente calare. E invece, come si è detto (felicemente) fino alla nausea, dalla seconda metà della prima stagione in poi, la serie non ha fatto altro che migliorare, fino a raggiungere il picco qualitativo nel suo quarto anno di vita. E, vedendo come si è conclusa questa stagione, il serial Marvel Studios/ABC non intende fermarsi.
Prendendo esempio da “The Return“, “World’s End” si configura nuovamente come crocevia delle caratteristiche dei precedenti archi narrativi della stagione, contribuendo a creare un’altra puntata versatile e variegata, piena di spunti e sequenze di vario tipo che martellano continuamente lo spettatore, evitando che questo possa distrarsi anche solo per un secondo. Se in “The Return” questo aspetto poteva considerarsi un punto in più a favore, in “World’s End” – proprio per la sua identità di season finale – acquista ulteriore significato. La 4×22 è una più che degna conclusione stagionale, un perfetto punto di incontro di tutti gli archi narrativi che hanno scandito i 22 episodi visti da “The Ghost” fino ad oggi.
La cosa che lascia forse più meravigliati, è che i vari aspetti e tagli narrativi che convivono nella puntata non si pestano i piedi l’un l’altro, cercando quasi un “genere alpha” che predomini su tutto. Sia il piglio sovrannaturale portato da “Ghost Rider”, sia quello sci-fi degli “LMD”, che quello distopico di “Agents Of Hydra”, riescono nel raro miracolo di convivere come educati compagni di stanza, riuscendo a dare spazio all’altro senza che ciascuno di loro perda le proprie caratteristiche principali. Da questa tacita collaborazione nasce una puntata solida ed incisiva, impreziosita dai vari punti di forza connaturati ai tre generi di cui sopra con sequenze da antologia destinate ad imprimersi nella mitologia del serial (esempio: il team-up Quake/Ghost Rider, puro nerdgasm). In più, ogni personaggio – da Fitz a Daisy, da Coulson a May – raggiunge la conclusione della nuova opera di caratterizzazione. Da valorizzare, più degli altri, l’addio di Radcliffe per la poesia del momento.
Purtroppo, non è tutto oro ciò che luccica e anche “World’ End”, per quanto superlativo nella sua esecuzione, presenta delle imperfezioni. La prima è la morte di Ophelia/Aida, dipartita purtroppo orchestrata con troppa fretta di voler “archiviare il caso”. Il combattimento tra lei e un Coulson brevemente posseduto dallo spirito del Ghost Rider è stato troppo veloce e, pertanto, poco soddisfacente. La villain, a differenza degli altri protagonisti, non ha avuto un’uscita di scena degna della sua evoluzione e caratterizzazione, con il risultato che nello spettatore si è creato come un senso di vuoto dovuto alla consapevolezza che mancasse qualcosa: uno scontro epico degno della sua carismatica figura che, purtroppo, non si è visto. Altro problema legato alla sua morte è il fatto che sia avvenuta. C’era veramente bisogno di eliminare un’antagonista così tridimensionale? Il Marvel Cinematic Universe è decisamente carente in termini di villain ricorrenti di qualità (salvo pochi casi) ed eliminarli sempre si sta rivelando controproducente, visto che parliamo di un universo costruito su una licenza che ha fatto della periodica apparizione del cattivo uno dei suoi massimi punti di forza, così da dare all’eroe di turno qualcosa da raccontare.
Continuando sulla scia delle morti, un altro “difetto” è la sopravvivenza di Mack. Per come era stata caratterizzata la sua decisione di rimanere nel Framework, sembrava che il serial volesse dare il personaggio per spacciato; e – sempre per come era stata caratterizzata la procedura – non sarebbe stato neanche male, dato che la voglia di rimanere con la “figlia” si poneva davvero come la naturale conclusione dell’evoluzione del personaggio. Gli autori hanno però deciso di farlo sopravvivere, cosa che potrebbe creare non pochi problemi al personaggio a livello di interesse. Quando si organizza una fine di un personaggio in questa maniera, la scelta dovrebbe sempre essere quella di farlo morire, poiché su di lui, in futuro, non si avrà più granché da dire. Un conto è un personaggio come Fitz, la cui missione ora è quella di espiare le “colpe” di cui si è macchiato nel Framework. Ma per Mack? Il personaggio ormai aveva trovato la pace, oltre ad aver concluso il suo percorso di crescita, e tenerlo ancora nel cast potrebbe risultare ridondante.
E ora, veniamo alla questione che tutti aspettavano: i cliffhanger conclusivi.
C’è un problema. Il problema è che, anche per chi scrive, le scene conclusive della puntata appaiono come un vero e proprio mistero poiché organizzate in maniera volutamente criptica e fatte soprattutto per instillare nello spettatore curiosità e dubbio. Per il momento, le scene del rapimento dei protagonisti e di Coulson che osserva un campo di asteroidi, sono da considerarsi come un’operazione di esercizio di stile da parte del serial con uno scopo ben preciso: acchiappare spettatori in vista della quinta stagione.
Sarebbe da stupidi ignorare il fatto che lo show sia sfuggito per l’ennesima volta alla impietosa falce del Mietitore Seriale; non sarebbe quindi professionale escludere la possibilità che la serie, nella quinta stagione, potrebbe non essere rinnovata (soprattutto leggendo le dichiarazioni sui vari cambi di orario e inizio della stagione). Dunque, nonostante sia indubbio che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. abbia un piano nascosto dietro quelle scene, attualmente la loro funzione è solamente quella di ammaliare lo spettatore con scene di forte impatto scenico e dall’esecuzione talmente misteriosa da far partire speculazioni su speculazioni, aumentando il passaparola e continuando a fomentare hype per la serie. Vorremmo davvero dare una spiegazione ai nostri lettori ma, purtroppo, non abbiamo la scienza infusa di Sergio Vannucci.
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- L’episodio è dedicato alla memoria di Powers Boothe, deceduto il 14 Maggio 2017 per cause naturali durante il sonno. L’attore aveva impersonato Gideon Malick in Marvel’s The Avengers e nella terza stagione di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. Era famoso anche per aver interpretato il Senatore Ethan Roark nelle due pellicole dedicate a Sin City, rispettivamente del 2005 e 2014.
- Su Internet sono già partite delle speculazioni riguardo all’organizzazione che rapisce Coulson e soci e porta poi Phil nello spazio. Tali speculazioni, vogliono che sia l’organizzazione spaziale S.W.O.R.D. Acronimo di “Sentient World Observation and Response Department”, un’agenzia gemella/sottosezione dello S.H.I.E.L.D. incaricata di supervisionare e combattere eventuali minacce extraterrestri. Lo S.W.O.R.D. opera in maniera piuttosto autonoma da una stazione spaziale chiamata “Il Picco” (Peak) e, nonostante la sua eccentrica direttrice, Abigail Brand, la sua fedeltà alla Terra e allo S.H.I.E.L.D. è assoluta. Il problema dello S.W.O.R.D. è che, nonostante il gruppo sia stato creato da Joss Wheadon in una famosa gestione durata 25 numeri (tutti disegnati da John Cassaday) sul mensile Astonishing X-Men, l’organizzazione compare, per l’appunto, su un mensile degli X-Men. Essendo i mutanti e i personaggi che vi gravitano attorno di proprietà della FOX, c’è il rischio che anche l’organizzazione faccia parte del pacchetto. Va anche considerato che, in tempi recenti, FOX e Marvel Studios hanno raggiunto degli accordi particolari per poter usare certi personaggi. Basti pensare al caso Quicksilver, oppure l’accordo che ha visto l’utilizzo di Ego in Guardiani Della Galassia Vol. 2, nonostante quest’ultimo appartenga alla FOX.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Return 4×21 | 2.14 milioni – 0.7 rating |
World’s End 4×22 | 2.08 milioni – 0.7 rating |
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