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E’ giusto sottolineare come chi scrive questa recensione viva un momento di particolare nostalgia seriale per alcune serie, nonostante i tantissimi prodotti che i coraggiosi recensori di Recenserie guardano e recensiscono nel tempo libero ( togliendo ore al sonno notturno direbbero i più informati).
Ed è così, allora, che al nome Rollo, in questo contesto un semplice cane, il pensiero non può andare al fratello di Ragnar, per un Vikings che tornerà a farci compagnia giusto tra due settimane. Ma non è tutto, poiché, al ricorrere del termine River Run è praticamente inevitabile pensare alla casa Tully di Game Of Thrones, visto che per chi vivesse su Marte e non lo sapesse, ad Aprile del prossimo anno finalmente vedrà la luce l’agognata nonché ultima stagione di GOT. La speranza è che Jamie non venga assediato dai Lannister come Edmure Tully, che guarda un po’ è interpretato da Tobias Menzies, l’attore che ha dato il volto a Black Jack Randall e Frank Randall.
Ma concludendo i viaggi mentali e tornando ad Outlander, l’introduzione della zia Jocasta (Maria Doyle Kennedy) è sicuramente una buona notizia per lo show di casa Starz, visto l’esiguo parco personaggi sopravvissuto alle avventure dei coniugi Fraser.
Nonostante la nostalgia per le highlands scozzesi non può essere eliminata, bisogna ammettere che la nuova location è più affascinante che mai, in una Carolina del Nord del 1767, guarda caso a meno di un decennio dalla Rivoluzione Americana, dove Jamie e Claire molto probabilmente rimarranno in qualche modo coinvolti, così come era stato per le guerre di indipendenza scozzesi.
Ancora una volta Claire si erge paladina delle cause perse, dimenticando di trovarsi nell’America (tecnicamente ancora colonia britannica) del 1700, dove le persone di larghe vedute certo non abbondavano. Forse, la bellissima chirurga avrebbe fatto meglio a prendere una laurea in storia e non in medicina, ricordando in questo modo che l’abolizione della schiavitù sarebbe stata una delle cause maggiori per la Guerra di secessione americana, il più grande e violento conflitto che la storia statunitense abbia mai visto, considerando il numero dei caduti, maggiore rispetto a quello delle due guerre mondiali messe insieme.
La legge sullo spargimento del sangue era solo uno dei tanti metodi con cui gli schiavi di colore venivano vessati dai proprietari terrieri, sia fisicamente che legalmente, dando una protezione giuridica ad atti barbarici come linciaggi e sommarie esecuzioni, molto frequenti nelle piantagioni dell’epoca.
La designazione di Jamie ad erede di River Run apre sicuramente un nuovo filone narrativo che farebbe pensare a una lunga sosta dei protagonisti in Carolina del Nord, con evidenti problemi ideologici visto che né Jamie né Claire ammettono la schiavitù, concetto alla base della ricchezza dei proprietari terrieri dell’epoca, i quali prosperavano proprio grazie all’elevata manodopera a costo zero. In che modo queste due realtà ideologiche situate su poli opposti potranno convergere? Di sicuro in questo secondo episodio si assiste ad una resa di Mac Dubh di fronte alla realtà dei fatti, visto che la schiavitù dell’epoca non era solo diffusa e alla base dell’economia, ma anche tutelata e permessa dal punto di vista giuridico.
La morte di Rufus è quindi giusta per i canoni dell’epoca e una sua eventuale fuga sarebbe stata alquanto inverosimile e avrebbe falsato un secondo episodio che trae forza anche dalla ricostruzione, sia scenica che storica, della vita di quei tempi all’interno di una residenza di proprietari terrieri.
Dopo un primo episodio introduttivo, come è giusto che sia, la seconda stagione dello show basato sui romanzi di Diana Gabaldon adesso sembra essere veramente iniziata. Non ci resta che aspettare per vedere in quale strana avventura finiranno i coniugi Fraser.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un bellissimo episodio pieno di avvenimenti e che inizia ad indirizzare la trama orizzontale aprendo nuovi filoni narrativi senza perdere troppo tempo. Lo show di casa Starz si è sempre preso i propri tempi narrativamente parlando e non è mai stato un male, è quindi interessante vedere come, in questo seconda puntata, le cose evolvano abbastanza rapidamente per gli standard della serie. La valutazione è molto alta ma per il massimo dei voti è lecito aspettare qualche episodio-capolavoro che non tarderà ad arrivare vista l’altissima qualità a cui Outlander ha abituato i propri fan.
America The Beautiful 4×01 | 1.08 milioni – 0.2 rating |
Do No Harm 4×02 | 0.87 milioni – 0.1 rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.