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Ozark 3×03 – Kevin Cronin Was HereTEMPO DI LETTURA 4 min

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È difficile capire a cosa si riferisce il titolo se non si è almeno un minimo appassionati di rock anni ’70-’80, in quel caso allora non si sarà nemmeno potuto cogliere l’importanza di avere una band, datata ma molto famosa, come i REO Speedwagon nello show come guest star. Nel caso in cui non si conosca la band, invitiamo caldamente tutti a prendersi una ventina di minuti per ascoltare qualche pezzo su Spotify e capire chi sono ed il perché del titolo di questo terzo episodio. E sì, Kevin Cronin è il leader dei REO Speedwagon, giusto nel caso ci si stesse ancora interrogando, o anche l’ennesima persona coinvolta parzialmente nel riciclaggio di denaro dell’onestissimo Signor Navarro.
Fatta questa doverosa premessa, non si può che rimanere abbastanza spiazzati dal doppio colpo di scena arrivato sul finale di puntata, il tutto con protagonista Marty: FBI prima, cartello messicano dopo. La scelta di enfatizzare questo doppio plot twist non è solo dovuta alla bontà dello stesso, ma è anche derivante dall’estremo focus dato durante tutto l’episodio a Wendy e quindi, il tutto, sembra quasi arrivare come una necessità per riequilibrare i pesi sulla bilancia della narrazione.
E Wendy in questa bilancia ora pesa moltissimo.

Wendy:I used to stay at home. I did. I raised the kids. I… I did the grocery shopping and the driving and the cleaning, and it’s a noble thing. It is, but it’s… It’s not what I wanted. So… I took back my life. And now I answer to only one person. Me.

Da un punto di vista caratteriale, Miss Byrde, nel corso di queste tre stagioni, si è fatta spazio a forza di gomitate in lungo ed in largo, passando da semplice moglie fedifraga a donna in carriera che deve rispondere solo a se stessa. Arrivata a questo punto, con un business tutto sommato non più così illegittimo ed un’approvazione generale da parte di Helen, la possibilità di prendere l’iniziativa e di compiacersi del proprio successo ha decisamente preso il sopravvento nel character interpretato magistralmente da Laura Linney.
Ed è inutile dire che le somiglianze, dal punto di vista psicologico, con un più celebre Walter White si sprecano: entrambi hanno iniziato la carriera criminale per necessità ma, dopo una prima fase di ambientamento, sono cambiati e/o si sono fatti cambiare dal lavoro e dal loro ego, ego che è cresciuto fino a farli pensare di essere invincibili. Le stesse chiamate con Navarro, sdoganata l’ormai inarrivabile figura ed il conseguente timore reverenziale (di morire), non sono nemmeno più a scopo intimidatorio, tanto che è la stessa Wendy a cercarlo più volte non capendo di trovarsi su due piani di negoziazione leggermente diversi.

Wendy:I have a plan.
Navarro:Plan, yeah. Well, your plan is bleeding my money every day.
Wendy:You have trusted me so far.
Navarro:I don’t trust you. I trust my opinion of you. So, please, the next time that we talk I want to hear that you closed this deal and, Wendy, well if you can’t get what you want with reason, then…
Wendy:Yes.
Navarro:… you’ll have to get it with force.

Wendy sogna, non fa incubi (almeno non dal suo punto di vista) ma sogna, un po’ come faceva Tony Soprano nella sua omonima serie: sogna ed esorcizza le sue paure. Marty è il soggetto/vittima di questi sogni perché non è più visto come un compagno, un marito o un socio: Marty è un peso di cui liberarsi, qualcuno che al momento sta remando contro questa fame di potere e gloria che è cresciuta visceralmente dentro Wendy.
Lo stesso Marty si rende conto di essere arrivato in un vicolo cieco, braccato da FBI (“There’s a world in which you don’t testify and you don’t have to go into witness protection. […] I’m saying if you pled guilty to a separate offense, wire fraud, something casino related, you spend 18 months in a federal prison, Navarro would know you didn’t rat.“) e potenzialmente scaricato anche dal cartello (“She’s exploring her options. Exploring her options for what? In case they decide to go an unexpected way with me.“), tanto da arrivare al già anticipato primo colpo di scena, consegnandosi con un patteggiamento all’FBI salvo poi essere rapito dal cartello. Se il primo plot twist arriva come possibile soluzione, il secondo serve a chiarire fin da subito che questa non è mai stata veramente un’opzione presa in considerazione dagli sceneggiatori perché vorrebbe dire privarsi di uno dei due protagonisti. Impensabile.
Inutile dire che ora ci si aspetta un capovolgimento di ruoli, nonché il tanto atteso equilibrio dei coniugi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Laura Linney
  • Jason Bateman
  • Colpi di scena a ripetizione, dal finale all’omicidio involontario della moglie
  • Wendy VS Darlene per la custodia di Zeke
  • Helen che si lavora Ruth
  • Ben che si lavora Ruth
  • Magari un paio di scene inutili, tipo quella con Charlotte e Jonah in barca

 

“Kevin Cronin Was Here” sembra accompagnare lo spettatore verso un vicolo cieco, salvo poi cambiare completamente un futuro già scritto. La scrittura c’è, la regia anche e l’interpretazione non è mai stata in discussione: il risultato è una gran puntata con diversi colpi di scena ed un generale senso di fame che non può certamente essere saziata da questo stupendo, ma bastardo, finale.

 

Civil Union 3×02 ND milioni – ND rating
Kevin Cronin Was Here 3×03 ND milioni – ND rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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