After Life 2×03 – Episode 3TEMPO DI LETTURA 3 min

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“People think that, all those things I miss doing with Lisa, I could just do them anyway, and it’ll make me feel better. But, uhm…they’re missing the point. I don’t miss doing things with Lisa, I miss doing nothing…with Lisa. Do you know what I mean? Just sitting at home, wouldn’t even have to go out, or do anything, or even talk, you know? Just sitting there, knowing she was there. Sometimes, I’d just look over at her.”

Una delle caratteristiche più apprezzabili di After Life è sicuramente la sua rappresentazione della normalità, anche in una situazione terribile come il lutto. La normalità, infatti, è molto più spiazzante di quanto si possa immaginare. Senza troppi fronzoli e giri di parole, si è entrati nella vita di Tony in uno dei momenti più delicati e strazianti tuffandosi con lui in questo abisso di tormento e disperazione, cercando di risalire, poco a poco, verso la superficie e tornare a respirare un pochino. Il protagonista, magistralmente interpretato da Ricky Gervais, è un uomo normale al quale capita un evento anormale, ma non c’è nulla di finto, di scontato o, peggio ancora, forzato. Il lutto viene raccontato in maniera reale e cruda, così come il senso di colpa di chi sopravvive e deve trovare un motivo, anzi, un pretesto, per continuare a vivere e trovare un nuovo senso alla propria esistenza.
Se la conclusione della prima stagione poteva sembrare un po’ troppo buonista, non si può affermare lo stesso di questo secondo ciclo vitale di After Life. Chi si aspettava un nuovo Tony, dalla ritrovata positività e buonumore, sarà sicuramente rimasto deluso, ma è anche questo il punto di forza dello show scritto e creato dal comico inglese.
L’after life che dà il titolo alla serie, non è un traguardo facile da raggiungere, né tantomeno a portata di mano. Ci vuole tempo, tanto tempo; ci vogliono sforzi immani ed una grande forza di volontà sulla quale, purtroppo, non sempre possiamo contare. Ci sono giorni migliori, in cui solo la vicinanza delle persone giuste può essere di conforto, ed altri in cui l’unica soluzione possibile sembra quella di farla finita. Tony Johnson deve ancora scendere a patti con quanto successo e deve ancora capire come vivere in un mondo nel quale sua moglie non esiste più. L’amicizia con Emma, fatta di sguardi e mezze conversazioni, si sviluppa in maniera garbata, senza premere troppo sull’acceleratore, facendo provare empatia sia per i sentimenti dell’infermiera che per la titubanza e paura di Tony.
Anche gli altri personaggi, comprimari e non, sono funzionali all’elaborazione del lutto del giornalista di Tambury: nonostante i loro problemi, le loro peculiarità, le loro surreali stramberie, riescono ad aiutare Tony in modi nel tutto inaspettati. Il loro, però, è un rapporto di mutuo sostegno: Tony, difatti, diventa per loro un confidente, un amico, una spalla su cui piangere, una persona che li accetta malgrado tutto e questo fa di loro delle persone migliori. La sofferenza, l’esclusione e la solitudine, quindi, accomunano la gente molto più che dividerla ed After Life lo ricorda sempre, tra un pianto ed una risata.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La normalità di un lutto è più brutale di qualsiasi nostra idea o proiezione di esso
  • La capacità di Ricky Gervais di farti morire dalle risate e, un attimo dopo, ranicchiarti in un angolo a piangere
  • I casi giornalistici del giorno che colpiscono come un pugno nello stomaco e ti fanno riflettere in appena tre minuti
  • Gli incontri al cimitero con Anne, ormai una sorta di grillo parlante per Tony
  • Chi ancora non ha capito la potenza emotiva di questa serie

 

Ricky Gervais continua a lasciar entrare il pubblico, in un punta di piedi, nel suo mondo fatto di dolorosa normalità. After Life dipinge il ritratto di un uomo distrutto, ma che non si è arreso, almeno non del tutto. La strada è lunga e insidiosa e Gervais non fa nulla per addolcire la pillola, per fortuna.

 

Episode 2 2×02 ND milioni – ND rating
Episode 3 2×03 ND milioni – ND rating

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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.

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