precedente recensione avevo criticato molto le scelte narrative di Ryan Murphy e soprattutto il differente tempo e impegno impiegato per la descrizione dei diversi personaggi. Ma oggi come posso mettere qualcosa in discussione? E’ impossibile!
I primi minuti sono degni di essere presi come manifesto del cinema anni ’20, ritornato ultimamente in auge con il film premio Oscar “The Artist”. E’ una scelta appropriata quella di raccontare la storia de “Le Sette Meraviglie” in bianco e nero con la musica caratteristica di quella lontana epoca in grado di creare quell’atmosfera in più che ancora mancava a questa terza stagione.
“Guidate da un’antica tradizione le streghe sopravvivono solo se unite sotto una forte, unica autorità. Ogni generazione ha bisogno della sua guida: la Suprema. Un semplice test da solo non potrebbe determinare chi debba regnare tra di noi. Le Sette Meraviglie. Sette atti di magia molto avanzata, ognuno dei quali spinge i confini del mestiere nell’arte“.
Così vengono presentate e descritte le famose prove a cui ogni strega deve sottoporsi per diventare la prossima Suprema; sette prove che possono portare anche alla morte se non si è la prescelta. Anche rischiando la propria vita, tutte si sentono superiori tanto da poter e voler diventare la guida della Coven, il potere ha un gusto troppo dolce per potervi rinunciare. E con la dipartita di Fiona, adesso il desiderio è diventato più forte che mai.
Fiona è morta, uccisa dal bad, Axeman, che fino a questo momento non era stato sfruttato al meglio. Sarà stato forse questo il suo destino nella stagione? Amare follemente Fiona fin dall’infanzia, possederla nella maturità, e poi ucciderla in un raptus di follia scaturito dalla consapevolezza di non essere ricambiato nell’amore tanto elogiato? Sarebbe un bel finale per Fiona se non si pensasse ai poteri della Suprema, mostrati anche in qualche scena precedente, e non utilizzati per difendersi. Non mi sorprenderei del fatto che sia stato tutto un giochetto messo in atto da Fiona e di una sua conseguente comparsa nel finale di stagione. D’altra parte, stiamo vedendo una serie che, in quanto a colpi di scena e cambiamenti direzionali, non ha mai deluso, anzi l’inaspettato è sempre stato dietro l’angolo. Infine non si può di certo evitare di sottolineare la scena splatter della sua morte, ma anche quella della morte di Axeman per mano della Congrega, la bravura della regia e degli sceneggiatori non è mai stata messa in discussione.
In questa puntata assistiamo finalmente ad un’evoluzione sostanziale della trama. Nessun personaggio è stato lasciato indietro, tutti gli eventi che li riguardavano sono stati messi in scena e così abbiamo avuto l’episodio tanto desiderato. Cordelia riacquista la Vista che le fa predire anche il futuro; Misty Day, resuscitata da Queenie, torna all’ovile e prende letteralmente a calci nel sedere la cinica Madison (scena da rivedere almeno quelle quattro o cinque volte per degustarla a pieno); quest’ultima scopre un nuovo potere, la Transmutazione; Zoe, convinta di essere la prossima Suprema, torna alla Coven con Kyle per abbracciare il suo destino; Queenie fa una visitina all’inferno per trovare Marie Leveau. Insomma di carne al fuoco ne è stata messa in abbondanza.
Proprio quest’ultima, dopo centinaia di anni d’immortalità, è costretta a pagare il proprio debito a Papa Legba: la sua anima. Si ritroverà imprigionata in un inferno creato appositamente per lei e per la sua nuova compagna d’avventure… Madame Marie Delphine LaLaurie. I ruoli in questa nuova realtà sono invertiti, la negromante infatti non avendo la predisposizione, patirà molto il suo nuovo eterno ruolo di torturatrice dei bianchi. “Alla fine tutti pagano. Tutti soffrono.“: queste le parole di Papa Legba per spiegare l’attuale vita alla quale entrambe sono state condannate.
“Go To Hell” svolge tutto il lavoro sporco che le puntate precedenti non hanno fatto e ci catapulta verso il season finale ed il tutto è orchestrato da Jessica Sharzer. Chi è? Semplicemente la penna che ha firmato la sceneggiatura di questo episodio e anche di quel capolavoro chiamato “Burn, Witch. Burn!” ma, citando Agatha Christie, “se un indizio è solo un indizio, due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova” allora prima di innalzarla nell’olimpo degli sceneggiatori aspettiamo una terza conferma. Nel frattempo vi consiglio di tenerla d’occhio.
PRO:
- Tutto quello che è stato raccontato, e il come è stato raccontato, è un PRO
- La morte di Fiona non convince fino in fondo
Protect The Coven 3×11 | 3.46 milioni – 1.7 rating |
Go To Hell 3×12 | 3.35 milioni – 1.7 rating |
VOTO EMMY
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.