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American Horror Story: Roanoke 6×08 – 6×09 – Chapter 8 – Chapter 9TEMPO DI LETTURA 5 min

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American Horror Story: Roanoke si avvicina alla fine e, dunque, non si può permettere di rallentare proprio adesso, come dimostrato in “Chapter 8” dove, la conta delle vittime aumenta esponenzialmente, il ritmo e le scene violente e horror incalzano e aumentano sempre di più e, se ciò da un lato gioca a favore della puntata, da un altro genera una sensazione di “abitudine” poiché, inserendo di fila i momenti più disturbanti, ad un certo punto non riescono a suscitare più grandi emozioni.
In questa puntata si ritrova il figlio teenager della famiglia Polk (Finn Wittrock, anche lui presenza amata delle stagioni precedenti di American Horror Story ritornata a fare da guest star) che, insieme a Lee, regala le scene meglio riuscite della puntata, interpretate con la giusta delicatezza da entrambi gli attori. Jether è il più innocente dei Polk e non si sente all’altezza del resto della famiglia che vuole solo apparire in televisione. Lee gioca con le sue debolezze e le utilizza per liberarsi di lui ed ammazzarlo, non prima però di aver confessato tramite video-messaggio di essere stata lei ad uccidere l’ex-marito Mason. Rivelazione,  questa, sorprendente e potenzialmente importante per le future implicazioni che potrebbe avere: il video verrà ritrovato? Chi lo ritroverà? A chi verrà consegnato? Lee è indubbiamente il personaggio che più ha sofferto e affrontato ogni sorta di maledizione e disavventura. Questo crea empatia nel pubblico ma allo stesso tempo gli sceneggiatori non nascondono i lati oscuri di Lee ma, anzi, li accentuano (più che mai in questa puntata), rendendo questa protagonista forse la più interessante di Roanoke. Anche Audrey non è completamente innocente e anche lei rivela il suo lato oscuro uccidendo a sangue freddo Mama Polk. Da ciò si evince l’interessante scelta di non far passare nessuno come “eroe” o “vittima”: tutti i personaggi si muovono in un limbo tra il male e il bene che è tanto realistico quanto stilisticamente vincente per la stagione.
In “Chapter 8”, dopo cinque stagioni, si scopre l’origine e l’identità di Piggy Man, che spaventava già i protagonisti in American Horror Story: Murder House e che è riapparso anche quest’anno: questa creatura non è altro che un antenato della famiglia Polk che ha preso ispirazione dalla Macellaia. American Horror Story fonda i suoi aspetti horror e ripugnanti nella storia e nella realtà americana e infatti viene spiegato dai Polk come il cannibalismo sia stata una scelta obbligata dall’estrema povertà nella quale la famiglia era caduta durante la Great Depression degli anni ’30.
In quest’annata, più che nelle precedenti, i collegamenti con le altre stagioni del telefilm si moltiplicano e si fanno più evidenti e dirette, dando un senso di continuità e circolarità alla serie che prima era solamente accennato o teorizzato.
Anche in questa puntata le performance migliori sono state di Sarah Paulson e Adina Porter, che si immedesimano bene in Audrey e Lee e sono state capaci di attirare la necessaria attenzione del pubblico tanto da fargli chiedere che ne sarebbe stato e che ne sarà di loro settimana dopo settimana.

“I don’t know, I just think that the show was scary.” 
“Yeah, racism is scary, patriarchy is scary.”

Ironico come questa frase, pronunciata all’inizio di “Chapter 9”, rispecchi perfettamente la situazione attuale degli Stati Uniti dopo l’elezione di Trump. La serie è stata sempre attenta a raccontare l’America attraverso i suoi miti, le sue leggende e le sue paure e adesso, involontariamente, descrive la versione reale di American Horror Story che aspetta gli americani nei prossimi quattro anni. Concentrandosi, però, sulla puntata in sé, si è arrivato al capitolo finale della seconda parte di stagione, dal momento che, come Ryan Murphy stesso ha affermato, l’ultima puntata sarà “una cosa a sé”. Come il precedente episodio, continua l’inarrestabile escalation di violenza, horror e personaggi morti.
Come già annunciato, in questa puntata ritorna da guest star una vecchia conoscenza della saga di Murphy e soci che è Taissa Farmiga, nei panni di una ragazza super fan di Roanoke che con un gruppo di amici è intenzionata a trovare il luogo esatto dell’ambientazione della serie e le sue maledizioni (omaggiando a The Blair Witch Project). La Farmiga impersona perfettamente la millenial tipo della generazione social, tanto politicamente impegnata quanto dipendente da social media e alla ricerca di attenzione da parte dei suoi followers. Un personaggio delineato velocemente ma in modo efficace e interpretato altrettanto appropriatamente. Da questa comparsa ci si sarebbe aspettato in più e invece tutti i giovani arrivano fino alla casa degli orrori solo per essere impalati e bruciati vivi e far crescere il numero delle vittime.
Lee continua la sua discesa verso il male e, posseduta, compie i suoi ultimi efferati omicidi guadagnandosi il titolo di unica sopravvissuta. Se il percorso del personaggio era stato molto interessante per i tratti menzionati in precedenza, questa svolta della manipolazione convince non troppo in quanto non effettivamente necessaria. Lee avrebbe potuto eliminare i compagni rimasti anche senza essere posseduta, per paura che qualcuno rivelasse il video della sua confessione.
L’ultimo colpo di scena viene dall’uccisione gratuita (anche se prevedibile da un certo punto di vista) di Audrey, che in tutte queste puntate si era guadagnata l’affetto del pubblico. Sarah Paulson ha interpretato magnificamente e in maniera convincente questo personaggio, con l’eccessiva drammaticità, egocentrismo e anche momenti di ilarità che ha suscitato e, tutto questo, viene confermato anche in quest’ultima puntata.
In conclusione, si può dire che anche questa seconda parte di stagione sia riuscita, confermando che l’intenzione di sperimentare a tutto campo sia in termini tecnici che narrativi abbia funzionato e che con Roanoke finalmente American Horror Story sia tornato a stupire piacevolmente e a crescere, dopo che le passate due/tre stagioni (tranne alcuni momenti e personaggi) avevano indebolito il prodotto.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Audrey
  • Le scene con la famiglia Polk
  • Lee
  • Guest star Taissa Farmiga
  • L’uccisione di Monet
  • Introduzione di nuovi personaggi all’ultima puntata solo per essere ammazzati

FATTA

In “Chapter 8” e “Chapter 9” American Horror Story: Roanoke conferma la buona qualità e la buona direzione intrapresa e porta a termine anche la seconda parte della stagione, con le aspettative per il finale con la “puntata a sé” della prossima settimana che sono tantissime. Con questi due episodi si accelera con convinzione sulla parte horror e violenta, generando costante ansia ma, allo stesso tempo, non molto stupore nel pubblico.

FATTA

Chapter 7 6×07 3.05 milioni – 1.3 rating
Chapter 8 6×08 2.19 milioni – 1.2 rating
Chapter 9 6×09 2.43 milioni – 1.3 rating

FATTA

 

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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.

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