Una delle caratteristiche principali di Believe, è la rapidità con cui gli scenari cambiano, ogni puntata ti ritrovi in un posto diverso, ma non questa volta, non in queste ultime due puntate. La ragione per cui la corsa subisce un leggero stop, leggero perché di fatto la fuga è sempre in atto, è dovuta alla scelta degli autori di raccontarci un po’ del passato che riguarda i
trascorsi tra Milton e Roman. Non solo, oltre a questo approfondimento abbiamo finalmente modo di scoprire qualcosa di più sulle origini della piccola Bo e nello specifico su sua madre Nina.
Ogni serie tv che si rispetti, soprattutto se ci sono tanti segreti da scoprire, usa e a volte abusa della tecnica del flashback, e così anche Cuarón e J.J. Abrams sfruttano abbondantemente questo espediente narrativo. In “Origin” però la sovrapposizione delle due linee temporali si fa più frequente, anche se il risultato finale in quel senso non viene compromesso. I due filoni narrativi si amalgamano piuttosto bene senza creare confusione nel telespettatore che riesce a districarsi bene tra le vicende passate e quelle presenti, inoltre tutto questo serve per fare luce su certi dettagli poco chiari, come la fuga di Milton con Bo.
New York è lo scenario che accomuna entrambe le puntate e non solo, un’altra cosa che si lascia intravedere, come al solito, è la stupidità e l’inettitudine di poliziotti ed FBI che pur essendo organizzati e sempre ad un passo da Tate e Bo, riescono sempre a farseli scappare. Si fatica spesso a capire come mai nella cultura telefilmica americana l’agente dell’FBI sia una persona inetta e incompetente che non riesce mai a cavare un ragno dal buco. Ovviamente questo discorso non vale per i telefilm polizieschi, perché in quel caso i casi li risolvono con la stessa rapidità che occorre per mangiarsi una caramella.
Certo non tutto funziona perfettemente visto che le note dolenti riguardano i “cattivi” di turno, virgoletto cattivi perché non tutti agiscono per cattiveria, poiché da quel punto di vista la trama fatica a decollare. D’altro canto anche Kyle MacLachlan offre una bella interpretazione per un personaggio che ancora non è stato messo in campo come dovrebbe, infatti Roman risulta quasi sempre marginale e poco funzionale alla trama stessa. La speranza è che questa cosa cambi rapidamente visto che serie ed ascolti ne gioverebbero di sicuro.
“Defection” così come “Origin” si sofferma leggermente su qualche flashback, anche se questa volta riguardano la piccola Bo. Inoltre si comincia a delineare la struttura portante di tutte le puntate che è data dalla fuga perenne con conseguente cambiamento di scenario, qualche piccolo segreto svelato e una trama verticale iniziata e conclusa rapidamente, spesso con tanto di lacrimuccia. La cosa che continua ad essere positiva per la serie è il rapporto che unisce padre e figlia, ignari del loro legame, che però di volta in volta, pur essendo segnato da una estrema contrapposizione dei due, riescono ad insegnarsi qualcosa a vicenda.
Siamo arrivati alla quarta puntata e purtroppo, come era prevedibile, Believe continua a perdere numeri nei dati d’ascolto e la colpa di ciò potrebbe essere attribuita a:
- Un calo fisiologico naturale: difatti il pilot attrae un grande numero di spettatori che devono capire se il prodotto fa per loro o meno;
- I telespettatori conquistati dalla regia, dagli effetti speciali e dal movimento del pilot hanno visto rallentare leggermente la trama, perdendo di conseguenza interesse;
- Il plot ideato per Believe non è esattamente alla portata di tutti: non ti svela tutto immediatamente e prevede una componente emozionale che esplora i sentimenti umani, e forse questa cosa lo rende un prodotto non per tutti.
La cosa certa è che effettivamente queste ultime due puntate sono state abbastanza lente e confuse, manca un’idea chiara su come giostrare la fuga del duo padre-figlia e soprattutto manca la netta demarcazione del filo conduttore che si vuole seguire. Muoversi così ragionando solo sul qui ed ora non sembra pagare ed infatti anche gli ascolti ne stanno risentendo.
PRO:
- Svelate le origini della piccola Bo
- La performance convincente di alcuni attori del cast e specialmente di Kyle MacLachlan
- La dolcezza che traspare dal personaggio Bo
- L’approfondimento che viene fatto, puntata dopo puntata, del rapporto Tate – Bo
- Singhiozzi di lentezza qua e là
- La figura delle autorità come da cliché viene ritratta davvero male; inoltre ad oggi non sono ancora riusciti ad essere seriamente complementari alla trama
Beginner’s Luck 1×02 | 6.57 milioni – 1.5 rating |
Origin 1×03 | 5.13 milioni – 1.2 rating |
Defection 1×04 | 4.89 milioni – 1.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.