Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. 1×16 – End Of The BeginningTEMPO DI LETTURA 9 min

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Forse non lo sapete (o magari non vi ricordate) ma questa puntata, in America, è andata in onda il 1° Aprile 2014, data nota in cui si festeggia il Pesce D’Aprile, la giornata mondiale in cui si fanno scherzi più o meno divertenti. Sapendo questo e vedendo che è da quattro episodi che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. non ne sbaglia una, il sottoscritto e i fan speravano e pregavano con tutto il cuore due cose: 1) che la produzione non ci facesse l’infame scherzo di presentarci una puntata che avrebbe rovinato la miracolata striscia positiva dello show; 2) che non avrebbe prodotto uno di quei dimenticabilissimi episodi della prima metà di stagione. Fortunatamente, quelli della ABC non si sono sentiti in vena di scherzi e, anzi, tirano fuori dal cilindro uno degli episodi più seriosi e scioccanti (nel senso buono del termine) della stagione. E no, questa affermazione non è il Pesce D’Aprile di Recenserie.
Innanzitutto, come dichiarato dalla ABC, quella tra “Yes Men” e “End Of The Beginning” è stata l’ultima pausa caffè del serial, facendolo così tornare nel suo palinsesto ufficiale ed eliminando queste soste che stavano trasformando il telefilm in una serie a cadenza mensile; non sembra, ma quando una serie ha una qualità altalenante, ci manca solo che la trasmissione delle puntate diventi pure frammentaria così da ammazzare definitivamente l’audience, e questo è un peccato visto il bel lavoro che Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. sta tirando fuori riuscendo a risollevarsi da certe vergognose puntate. La travagliata saga del Team Coulson dimostra ancora una volta di avere della grandi potenzialità che a questo giro usa e sfrutta in maniera impressionante, regalando allo spettatore una puntata in stile “inizio della fine” presentando quattro trame parallele che s’incastrano l’un l’altra in un grande e riuscito affresco narrativo.
La lotta contro il Progetto Centipede, Deathlok e il Chiaroveggente; l’indagine per scoprire la verità sul siero della Guest House; l’incastro con gli eventi di Captain America: The Winter Soldier; i segreti del Team Coulson: queste sono le quattro trame che vengono sollevate e sapientemente amalgamate l’un l’altra nel corso di questi quaranta minuti all’insegna della tensione e dell’adrenalina. Come avete visto, abbiamo appena citato un lungometraggio da poco uscito al cinema; ebbene, come successo per Thor: The Dark World, quest’episodio funge da tie-in del film, un collegamento che vi consigliamo di vedere poichè nella pellicola verranno apportati grandi cambiamenti allo status dell’organizzazione protagonista del serial. Di ottimo c’è che è di gran lunga sfruttato meglio del tie-in di Thor, presentando una trama strettamente legata alla pellicola e che (attraverso elementi che lo fanno capire, per chi ha visto il film) mostrano che le trame del telefilm e del film si svolgono contemporaneamente e parallelamente senza troppo invadere lo svolgimento dell’una e dell’altra. Ho idea che le conseguenze della pellicola sull’alter-ego di Steve Rogers si faranno ancora sentire con prepotenza, magari già dalla prossima puntata. Come ne siamo così sicuro? Dico, avete visto la scena dopo i titoli di coda?
Si svolge senza troppo intralciare la lotta Deathlok VS Team Coulson anche l’indagine sci-fi di Fitz e Simmons al fine di scoprire cosa sia il siero iniettato a Skye che, sorprendentemente, riesce a non farsi odiare troppo in questo “End Of The Beginning” (che sia un segno del Ragnarok?); inaspettatamente, è proprio su questa trama sviluppata come secondaria che la puntata ci regala forse il miglior cliffhanger dell’intera stagione: la scoperta di eventuali e possibili traditori all’interno del Team Coulson. Ward e May prendono forse ordini da qualcun’altro? Sono forse agenti del Chiaroveggente? Sebbene per il primo può essere un sospetto infondato causato dalla paranoia e della sfiducia che ora Coulson ha nello S.H.I.E.L.D., per la seconda invece sembra proprio di no; beh, magari Melinda May non lavora davvero per il Chiaroveggente, ma, ora come ora, come possiamo dirlo con certezza? Come fare a garantire per lei?
Grazie a questo colpo di scena, la produzione getta la classica bomba di paranoia in una piazza affollata, facendola esplodere e generando sfiducia e senso di inquietudine ovunque. Bomba di paranoia che esplode anche in faccia allo spettatore alla fine della puntata, quando Victoria Hand ci pugnala alle spalle e dimostra di aver tradito; in fatto di cliffhanger, sulla chiusura di “End Of The Beginning”, la produzione si supera. Cercavamo il Pesce D’Aprile? Beh, eccolo qua (che più che pesce, è un bel Voltagabbana D’Aprile). E che dire di Deathlok? E’ grandioso e di visiva efficacia Mike Peterson (un personaggio sulla quale nessuno avrebbe scommesso) ormai completamente perso nel ruolo di Deathlok, il micidiale galoppino del Chiaroveggente che miete vittime e danni a destra e manca; per quel poco che dice e che fa, questa macchina omicida ormai saldamente settata sulla modalità “villain” si comporta da cattivo da manuale, rinnegando il suo io passato e portando avanti la sua missione con brutale efficacia.
Forse si è così tanto soddisfatti di questo personaggio proprio perchè nessuno si aspettava che da una nullità come Peterson venisse fuori un’antagonista del genere; ormai è indubbiamente uno dei punti di forza dello show e invitiamo la produzione a sfruttarlo ancora una volta così dannatamente bene. Una nota di merito, in tutto questo, va anche a due personaggi: Ward e il Chiaroveggente. Il secondo, perchè dimostra di essere quel grande cattivo inafferrabile e sempre avanti dieci mosse dai suoi avversari; il primo, per la grande uccisione di cui si è reso protagonista.
Nonostante tutti questi grandi passi da gigante che, visto l’andazzo della prima parte della prima stagione, non possono che scatenare consensi positivi e grandi applausi, dobbiamo riprendere lo show su alcuni difettucci; oddio, in verità, più che difetti sarebbero più che altro suggerimenti che ci sentiamo di fare al serial per evitare il manifestarsi di spiacevoli inconvenienti futuri. Questa volta la produzione s’è sentita ispirata, ha deciso di strafare, ed è riuscita a centrare il bersaglio regalandoci quaranta minuti in grazia di Odino, tuttavia se la voglia di strafare si fa risentire in futuro e la produzione non ha idee e mezzi per realizzarla? A volte presentare un episodio molto ricco e molto concentrato di scene, sviluppi e contenuti dà sì uno scossone all’andazzo generale, ma bisogna sempre assicurarsi che sia uno scossone positivo e di qualità; del resto, si sa, “chi troppo vuole, nulla stringe” e ci auguriamo che questo non capiti mai.
Sempre rimanendo su questo discorso, finchè ci sono idee buone da mettere in pratica con altrettante buone soluzioni e strategie di narrazione, è giusto metterle in pratica e farle fiorire però, alla lunga si rischia di inciampare nel fattore “Lost/Twin Peaks” dove (ad un certo punto della trama) la serie stava in piedi a colpi di scena, cliffhanger, segreti risolti con altri segreti, misteri, enigmi che per la maggior parte non sono poi mai più stati risolti o sono stati risolti male. Ergo, è giusto sfruttarle per far nascere una trama lunga, dal forte intrattenimento e dal grande potere narrativo, ma trascinarla troppo per le lunghe e in questo modo potrebbe buttare nel cesso tutto il buon lavoro fatto finora. Occhio, quindi, a non montarsi la testa e continuare con sapienza come si sta facendo da un po’.

 

 L’angolo del Nerd della fumetteria all’angolo
 
In questo episodio ci sono abbastanza riferimenti e tutti piuttosto succulenti e interessanti. Cominciamo? Cominciamo.
  1. Come “T.A.H.I.T.I.” e “Yes Men“, quest’episodio fa parte di una saga in quattro parti intitolata: “Uprising”. E’ il primo arco narrativo della serie che, a quanto pare, porterà il Team Coulson in rotta di collisione con il Chiaroveggente.
  2. L’episodio è un tie-in del film Captain America: The Winter Soldier. Non è la prima volta che assistiamo ad un collegamento più o meno diretto con una grande pellicola Marvel, di fatti, un modus operandi simile s’era visto in “The Well” facendo da tie-in a Thor: The Dark World.
  3. In quest’episodio viene citato più volte il Triskelion, una delle più grandi basi operative dello S.H.I.E.L.D. Se avete un senso di dejà-vù, non preoccupatevi, non siete impazziti: questa base era già stata precedentemente citata da Simmons nell’episodio sette intitolato “The Hub“. Se volete avere maggior informazioni sul Triskelion, vi consigliamo di consultare lo specchietto dedicato alle curiosità dell’episodio appena citato, dato che proprio in quella recensione s’era ampiamente spiegato cosa fosse. Se invece volete vederla con i vostri occhi, allora guardatevi il film Captain America: The Winter Soldier, seguito di Captain America: Il Primo Vendicatore in cui la base compare in tutto il suo splendore.
  4. Quando Skye aziona una speciale modalità visiva a raggi x, viene mostrato l’aspetto sottocutaneo di Deathlok, provando che il Progetto Centipede sta modificando piano piano e pezzo per pezzo il fu-Mike Peterson. L’aspetto che viene mostrato per qualche secondo è il vero outfit fumettistico del personaggio.
  5. In quest’episodio ricompaiono volti noti dell’Universo Marvel come John Garrett, Victoria Hand e Jasper Sitwell. Se volete avere più informazioni su questi personaggi, per John Garrett consultate la recensione di “T.A.H.I.T.I.“; per gli altri due, invece, consultate quella di “The Hub“.
  6. A proposito di Jasper Sitwell. Ad un certo punto dell’episodio, l’agente viene richiamato sulla Lemurian Star. E’ una nave di proprietà dello S.H.I.E.L.D. e che sarà protagonista della battute iniziali del film Captain America: The Winter Soldier. Anche l’Agente Sitwell comparirà in quel film e avrà un ruolo chiave nella vicenda.
  7. Quando tutti gli agenti SHIELD più o meno ricorrenti del telefilm sono riuniti sulla base volante del Team Coulson, Skye parla di come attraverso tutti i simil-sensitivi e pseudo-telepati si possa riuscire a scoprire l’identità del Chiaroveggente. Nel farlo cita il Dipartimento H. Questo complesso è una base operativa abbastanza ricorrente nelle storie degli X-Men e di Wolverine; situato in Canada, il Dipartimento H è, in sostanza, una branca del governo Canadese che monitora, sanziona, supporta e finanzia le attività superumane Canadesi, oltre ad essere il QG del supergruppo Canadese conosciuto come Alpha Flight.


PRO:
  • Basta pause
  • Deathlok (per quel poco che si vede)
  • Per chi lavora davvero l’Agente May?
  • Ottimo incastro con le vicende di Captain America: The Winter Soldier
  • Più trame collegate tra di loro con sapienza
  • Ward, il “Chiaroveggente” e il loro incontro ravvicinato
  • Il cliffhanger finale
CONTRO:
  • Il troppo voler fare potrebbe risultare dannoso!
  • La saga “Uprising” sta forse andando un pò troppo per le lunghe

 

Forse molti di voi non concorderanno con questo 4 su 5 Emmy, un voto complessivo che può forse risultare eccessivamente positivo. Il fatto è che noi di Recenserie ci sentiamo in dovere di premiare una serie che stava facendo perdere ogni speranza e che, con “End Of The Beginning”, regala una puntata solida, compatta e all’insegna di emozioni e situazioni che non possono far altro che tenere lo spettatore attaccato allo schermo. Soprattutto per il cliffhanger con cui si chiude l’episodio ci sentiamo in dovere di stringere la mano a tutta la crew, poichè Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D. dà allo spettatore un vero pugno nello stomaco, quella classica direzione narrativa che non ci si aspetta, quello sviluppo che fa letteralmente rimanere di merda (nel senso buono del termine) e gasare per il prossimo episodio. Lo show sta lentamente maturando e raggiungendo una maggior età che noi non vediamo l’ora di vedere!

 

Yes Man – 1×15 5.99 milioni – 2.1 rating
End Of The Beginning – 1×16 5.71 milioni – 2.0 rating

 

VOTO EMMY

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