Come già ribadito nelle precedenti recensioni, Clarice è quel tipo di serie che, più che focalizzarsi sulla trama, pone l’attenzione sul protagonista e sulla sua caratterizzazione ed evoluzione.
“Add-A-Bead” nello specifico ruota quasi del tutto attorno a Clarice stessa, all’analisi del suo passato e a come questo si riflette sul suo atteggiamento in ambito lavorativo e personale.
Questo ennesimo spot-on sulla protagonista lascia però ben poco spazio alla macrotrama della serie, che infatti non riesce ad avanzare come dovrebbe.
“TRAUMA” E’ LA PAROLA CHIAVE
Il filo conduttore dell’episodio è la seduta psicologica di Clarice, atta a fornire sia informazioni sul passato della protagonista che punti di raccordo per le indagini portate avanti nella puntata.
Nel corso dell’episodio, la Starling dimostra di provare infatti un forte senso di immedesimazione nei confronti della vittima del caso, ma si comprenderà appieno il motivo di tale connessione solo attraverso i dialoghi tra Clarice e la dottoressa Li. La seduta fornisce un’importante chiave di lettura non solo riguardo le vicende esclusive della puntata, ma anche verso i traumi passati della protagonista.
Già al principio della serie, la base da cui partiva il personaggio di Clarice era quella di essere reduce da un’esperienza estremamente traumatica. Tuttavia, da quel momento la donna ha continuato a subirne sempre di nuove, non avendo esattamente modo di elaborarne nessuna in maniera efficace. In un certo senso, “Add-A-Bead” serve proprio a questo, e forse riuscirà finalmente a mettere un punto ai continui flashback e stress della protagonista, facendole trovare il modo di gestire in maniera sicura tutte queste esperienze scioccanti.
E LA TRAMA?
Per quanto sia importante la crescita psicologica e la maturazione di Clarice, è lecito chiedersi quanto fosse necessario dedicare un intero episodio unicamente a questo, senza portare veri e propri sviluppi sul piano narrativo.
Considerando anche le indagini sul caso di suicidio legato a Joe Hudlin e la presa di coscienza di Krendler, la sensazione che si ha a fine puntata è che la serie abbia fatto un unico impercettibile passo verso la risoluzione della trama, ma nulla più.
Sembra che la serie non riesca a capire bene come portare avanti la narrazione e continui a prendere tempo, sfornando di conseguenza alcuni episodi di transizione poco convincenti.
BATTAGLIE PERSONALI
Lasciando perdere la scioccante rivelazione riguardo la compagna di Esquivel (a cui si spera non seguano triangoli e intrighi amorosi con Clarice), la serie continua a lasciare episodio dopo episodio piccoli spazi dedicati anche ai vari comprimari. “Add-A-Bead” in particolare riserva scene in solitaria a Krendler e Ardelia, entrambi impegnati con le proprie battaglie personali.
Sia la lotta legale di Krendler per la custodia dei figli che il continuo tentativo di Ardelia di affermarsi in un ambiente lavorativo ostile, hanno già avuto modo di essere affrontati precedentemente nel corso delle puntate. E’ dunque corretto che a entrambi venga dedicato il giusto spazio per essere approfonditi e sviluppati meglio.
Se la sottotrama di Krendler si è ormai mischiata in maniera indissolubile con la trama principale della serie, più a sé stante rimane quella dell’agente Mapp, che non ha quasi nessuna interazione con il resto del main cast nel corso dell’episodio. Nonostante ciò, la storyline di Ardelia si rivela uno dei pochi punti d’interesse dello stesso. Dimostrando in maniera palese come i princìpi del personaggio non possano essere eseguiti per via di un ambiente maschilista e razzista, in cui le minoranze non possono fare altro che abbassare la testa e soccombere, lo spettatore non può fare a meno che empatizzare con Ardelia e sperare di vederla ottenere il riconoscimento che merita.
Non è ben chiaro a cosa porterà questa trama aperta, né quali saranno le conseguenze dell’ingresso nella Black Coalition, ma sembra che nelle ultime puntate il crime drama stia puntando parecchio sul personaggio di Ardelia Mapp, sperando possa ottenere via via un ruolo sempre più attivo nella serie.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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In una parola, “Add-A-Bead” potrebbe essere definito come noioso. Ormai sembra essere un vizio della serie, quello di alternare a puntate dinamiche e avvincenti episodi lenti e tediosi. Se così fosse, magari ci si può aspettare qualcosa di interessante per il prossimo appuntamento.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.