Cobra Kai 6×11 – Into The FireTEMPO DI LETTURA 3 min

Per questo ultimo segmento di quello che ormai è diventata una lenta agonia verso il suo finale definitivo, Cobra Kai decide di prenderla molto alla lontana per poi accelerare nei minuti finali, quasi come se gli autori dovessero ricordarsi che devono chiudere tutto entro soli cinque episodi.
Il che è un peccato più che altro perché vanifica completamente tutto quanto successo nel segmento precedente, di fatto banalizzandolo. Un cliffhanger finale, che comunque era stato di un certo impatto emotivo, come la morte di Kwon viene qui risolta in maniera fin troppo sbrigativa e facilona per poter essere apprezzata.
È anche vero che il trailer, rilasciato qualche giorno fa, da Netflix aveva ampiamente spoilerato tale risoluzione, per cui si sapeva che, nonostante tutto, la volontà degli autori era quella di ri-tirare fuori, in qualche modo, il torneo Sekai Taikai per dare ai vari protagonisti un ultimo epico (si spera) combattimento. Ma certo ci si poteva aspettare un ritmo narrativo un po’ più studiato, arrivati a questo punto della storia!

DANIEL-SAN NUOVO ALESSANDRO BORGHESE

“Into The Fire” infatti sceglie di presentare direttamente i momenti appena successivi al torneo di Barcellona. In una maniera abbastanza diretta e brutale, ma comunque coerente. Così, la trama orizzontale principale si concentra soprattutto su Kreese (Martin Kove) che deve affrontare l’ennesimo lutto/abbandono di un proprio allievo prediletto ma, soprattutto, l’ira di Maestro Kim (C.S. Lee), a cui magari del torneo in sé importava poco ma che non può certamente essere soddisfatto della pessima figura fatta dal suo dojo nel torneo.
Ma questa sarebbe anche la trama più interessante di questo episodio. Purtroppo, invece, buona parte del minutaggio è riservato a Daniel-san (Ralph Macchio) alle prese con l’ennesima crisi da adulto fin troppo emotivo e al dilemma se scegliere fra l’attività di karate e il proprio privato. Con una vera e propria scelta in stile Alessandro Borghese per cui il suo singolo voto (ci mancherebbe) può decidere se far continuare o “ribbbaltare” il torneo Sekai Taikai. E ovviamente la sua scelta finale è quanto di più scontato ci possa essere.

PERSONAGGI CHE CRESCONO!

Alla fine dunque il cliffhanger che l’episodio rilascia è quello più prevedibile fin dall’inizio. Il dojo di Daniel e Johnny (William Zabka) si giocherà una nuovo torneo per poter dimostrare quanto vale. E tutto finisce in una vera e propria sequenza “a tarallucci e vino”, con tutti contenti (allievi e maestri), nonostante il lutto recente della morte di Kwon.
Ma, d’altra parte, è anche vero che tale sequenza riesce finalmente a mostrare una vera maturazione dei character protagonisti. Niente più trucchi e sotterfugi da parte di Terry Silver (Thomas Ian Griffith), anche se tutta la puntata è fatta apposta per far pensare il contrario. Anzi, proprio lui, a fine episodio, riesce ad avere uno dei dialoghi più sinceri e profondi di tutto lo show. Così come lo stesso Johnny e Kreese che, nonostante tutto, si rivelano i veri risolutori delle rispettive sotto-trame. E questo è un dato certamente apprezzabile.

CONCLUSIONI

Per il resto, la trama è la solita “à la Cobra Kai”, con dilemmi irrisolvibili che vengono poi risolti nel giro di due o tre parole giuste. E con lo spirito ecumenico di dare risalto a personaggi secondari che hanno avuto un ruolo insignificante nelle altre stagioni ma che, per qualche motivo (leggasi: per far risaltare la figlia di Ralph Macchio) qui si rivelano deus ex machina efficaci per far andare avanti la trama. D’altra parte si avvicina il final season definitivo, e appare fin troppo evidente che lo scopo è risolvere il tutto nel più breve tempo possibile. Il che andrebbe anche bene purché lo si faccia comunque senza diventare per forza la parodia di sé stessi!

THUMBS UP	THUMBS DOWN
Un po’ di maturità finalmente nei personaggi Un po’ scontato ma… torna il Sekai Taikai! Storyline di Kreese	Intro un po’ troppo scialbo e conclusione facilona La sorella di Daniel: deus ex machina completamente a cazzo di cane Dialoghi ben poco brillanti

Introduzione finale all’ultimo atto che, fin dai primi minuti, appare alquanto prevedibile. Per quanto gli autori dimostrino qui di riuscire a rendere un po’ più tridimensionali certi personaggi, appare fin troppo evidente la volontà di chiudere tutto il prima possibile.