Un po’ a sorpresa, ma anche in puro stile Legends Of Tomorrow, in questo quarto episodio stagionale la serie va a rivisitare uno degli eventi (o non eventi) storici più tachicardici che ci siano stati: la crisi dei missili di Cuba. Ed è uno di quegli eventi che, a causa della segretezza e dei fatti avvenuti nel dietro le quinte del Cremlino e della Casa Bianca, permette agli sceneggiatori di giocare a più non posso con la trama. Sfortunatamente esagerando in questo caso.
In piena Guerra Fredda tra il 16 ed il 28 ottobre 1962, in quella che è più comunemente nota come la “Crisi Dei 13 Giorni”, gli Stati Uniti D’America e l’U.R.S.S. hanno avuto nelle loro mani l’opportunità, fortunatamente sprecata, di scatenare una 3° Guerra Mondiale. Una crisi che cinematograficamente è stata ovviamente riproposta anche dall’ottimo Thirteen Days con Kevin Costner, giusto nel caso si volesse vedere una più veritiera riproposizione rispetto alla discutibile versione vista in questo “Bay Of Squids”.
NON CI SONO PIÙ LE LEGGENDE DI UNA VOLTA
Se si ripensa a puntate simili a “Bay Of Squids” nelle prime stagioni si hanno sicuramente ricordi positivi. Un po’ è dovuto ai character presenti, i vari Rip Hunter, Ray Palmer, (i due) Firestorm, un po’ è dovuto alla freschezza d’idee e al modo leggermente più serioso di scrivere gli episodi. Con il passare degli anni la serie è cambiata introducendo personaggi sempre meno eroici e sempre più nullafacenti (Berhad, Mona, Spooner, giusto per citarne qualcuno) che, a parte un po’ di becera commedia, non portano niente allo show.
Ecco quindi che si manifesta sempre di più la direzione della serie e anche tutta quella serie di difetti che sono stati da sempre parte dello show ma che qui ed ora, proprio vista la scarsità del cast, emergono prepotentemente. Se la crisi dei missili di Cuba fosse stata presentata in una 2° o 3° stagione il risultato sarebbe stato facilmente migliore di quello visto qua, mentre attualmente si ha il dispiacere di assistere a falsi cugini di Che Guevara che cantano canzoni americane e condividono caramelle alla marijuana. Un po’ più di serietà alternata all’idiozia generalizzata non farebbe assolutamente male allo show.
C’È PUZZA DI ADDIO PER L’ULTIMO O.G.
Spooner: “Ava told me you’re the last of the original recruits. I guess I’d be pissy too if I was the last OG.“
Bisogna ripescare questa frase dalla scorsa “The Ex-Factor” per capire quanto DC’s Legends Of Tomorrow sia cambiato nel corso di questi sei anni. Pur non essendo mai stato uno show dal cast fisso e, anzi, avendo di fatto vissuto di rendita molte stagioni proprio grazie alla freschezza data dai nuovi personaggi, la serie ora si ritrova ad un bivio: continuare a rinnovarsi o tenere le redini salde sugli ultimi rimasti?
Sfortunatamente sembra che anche Dominic Purcell abbia deciso di abbandonare lo show, almeno nel ruolo di series regular, il che lascia aperte le porte ad un suo ritorno come guest star ma apre di fatto un vuoto importante e deve far porre alcune domande alla showrunner Keto Shimizu visto che di O.G. rimane solo Caity Lotz a questo punto. In vista di questa decisione sembra quindi abbastanza normale che in questa puntata sia stata creata una storyline dedicata interamente a Mick, quasi come se si trattasse di un canto del cigno per il character. Al momento non è ancora dato di sapere altro ma è piuttosto palese che l’evoluzione del personaggio sia arrivata ad un punto morto e quindi si capisce anche la decisione di Purcell di abbandonare una barca che affonda negli ascolti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Con questo episodio si tocca probabilmente uno dei punti più bassi mai raggiunti dallo show. La crisi dei missili di Cuba è stata un mezzo disastro e, pur capendo l’importanza dello show di non prendersi troppo sul serio, quanto visto sembra veramente eccessivo anche per Legends Of Tomorrow. Oltretutto in questo episodio la serie si permette il lusso di escludere due dei suoi personaggi più carismatici, Constantine e Sara, ed ovviamente un po’ tutto ne risente perché Berhad e Spooner non possono certamente reggere il peso della serie sulle loro spalle.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.