Le serie supereroistiche hanno ormai un loro ciclo esistenziale abbastanza rigido.
Si tratta di un continuo percorso di formazione per cui, stagione dopo stagione, i vari character acquisiscono maggiore consapevolezza di sé stessi fino ad arrivare ad un nuovo, e scontato, scontro finale con annessa acquisizione di un “livello superiore” sia umano che psicologico.
Prima di questa fase, ovviamente, si tratta di superare diversi ostacoli e varie situazioni negative, fino ad arrivare ad un fatidico “punto di non ritorno” da cui ci si può solo rialzare o soccombere. Ed è precisamente questo il momento in cui si trovano ora le Leggende, arrivate alla soglia del loro 100esimo episodio.
LA FINE È L’INIZIO?
“There Will Be Brood”, diretto dall’attrice e veterana dello show Maisie Richardson-Sellers, è infatti decisamente un punto di non ritorno per la linea orizzontale degli eventi, e anche per quella verticale. È la puntata che getta le basi per il season finale di questa sesta stagione, ormai giunta alla sua conclusione. C’è da aspettarsi che, nel prossimo episodio, si consumi definitivamente lo scontro fra il Team-Leggende e Bishop, ormai unico villain incontrastato rimasto. E, da questo punto di vista, l’episodio si dimostra congegnato bene nel far “odiare” questo character agli spettatori, dal momento che è la principale causa della presunta (perché le morti nell’Arrowverse non sono mai tali) dipartita di due dei personaggi migliori della serie: Costantine e Mick Rory. La maniera giusta per lasciare lo spettatore in un mood di apprensione e curiosità per lo scontro finale.
FUNGHI MAGICI E STRANI LOOP TEMPORALI
La linea verticale, invece, continua ad avere gli stessi problemi di sempre. La narrazione viene qui proposta in due tronconi, divisa fra quanto succede nella Waverider, con l’equipaggio alla ricerca di Bishop e Costantine (motori di tutta l’azione), e le “avventure” di Spooner e Astra in Texas nel 1925. In questo frangente, si assiste ad uno strano loop temporale per cui Spooner incontra sua madre Gloria Cruz (Alexandra Castillo) e sé stessa da giovane (Dominique Lucky Martell). Nonostante questo incontro fra le due Esperanze e la madre dovrebbe creare più di un loop temporale (Ritorno al Futuro docet), gli autori decidono di fregarsene allegramente e di puntare tutto sul versante emozionale condito da un bel contorno patetico.
L’effetto riesce fino ad un certo punto, dando più l’impressione di voler chiudere il più velocemente possibile questa storyline, rendendo però il tutto molto prevedibile e superficiale. Rimane decente giusto la resa estetica e il miscuglio fra folklore americano, teorie cospirazioniste e magia nera.
CONCLUSIONI
“There Will Be Brood” si rivela comunque ben costruito nell’evolversi dei suoi eventi, anche se la maggior parte del merito va soprattutto a quanto visto precedentemente. L’episodio vive infatti dell’hype rilasciato da puntate come “Bad Blood” e “Silence Of The Sonograms” e risulta interessante in quanto puntata che chiude un intero ciclo narrativo.
Per il resto, però, pecca costantemente nei momenti comici (sempre a sproposito) mentre quelli tragici vengono risolti rapidamente forse per paura di far sembrare tutto troppo profondo. Purtroppo è invece esattamente quello che servirebbe allo show in questo momento.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Tipico pre-finale per Legends Of Tomorrow, in cui per le Leggende tutto sembra andare verso il peggio. La vittoria di Bishop segna un duro colpo per il team che perde, in una volta sola, due personaggi del calibro di John Costantine e Mick Rory. Ma, come spesso insegna lo stesso show, la speranza (non Cruz) è l’ultima a morire.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!