Doctor Who – Christmas Special: Last ChristmasTEMPO DI LETTURA 6 min

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“It’s a long story.”

Steven Moffat prende un certo numero di elementi narrativi, li varia, li mescola, li rimonta insieme e in questo modo scrive una nuova storia. Bisognerebbe ormai averci fatto il callo. Riconoscere il timbro stilistico di un autore in maniera così nitida non fa altro che aumentare l’astio dei detrattori e aumentare l’adorazione dei fan. “Last Christmas”, in questo, non fa eccezione.
Intanto occorre puntare la lente di ingrandimento su una questione. L’ottava stagione ha presentato in maniera molto (forse troppo) rapida un insieme di tematiche, arrivando a chiuderne, per ora, poche. Se ci sarà da attendere ancora parecchio, probabilmente, per rivedere Gallifrey e per sapere il perché della faccia del Dodicesimo, a qualcosa abbiamo già messo il punto. Dopo “Death In Heaven“, si è chiusa (momentaneamente) la vicenda Missy/Master, potendo così sapere chi fosse la misteriosa “woman from the shop“; in tutta l’ottava stagione si è poi aperta e chiusa la storia lampo tra Clara e il collega Danny Pink, finita tragicamente. Superfluo probabilmente l’ennesimo addio strappalacrime tra i due, nell’episodio di cui si sta parlando.
Ma cosa era rimasto sospeso e chiuso in un nulla di fatto? Il rapporto tra Clara e il Dottore. L’addio tra i due, con una reciproca bugia, aveva lasciato amarezza e senso di vuoto: soluzione affascinante e reale, da un lato, ma bisognosa di una rapida risposta dall’altro. E rapidissima si presenta la risoluzione tra i due personaggi. Le carte vengono subito messe in tavola e le bugie svelate immediatamente (Moffat non riesce proprio a partire con calma: le sue sceneggiature prevedono azione immediata). E’ con il finale dell’episodio, però, che si entra finalmente nel merito delle intenzioni dell’uno verso l’altra. Come tra due grandi amici, è difficile esprimere ciò che si prova e capire ciò che si vuole. E, banalmente, servirà rendersi conto di aver perso l’occasione di passare il tempo con l’altra persona per avere voglia di recuperarlo. Si può estrapolare il succo dell’intero episodio, e la sua funzione, così: solo trovandosi da soli e solo capendo di non aver altre occasioni per stare insieme, Clara e il Dottore decidono di continuare a viaggiare insieme. Sarebbe poi da capire se l’indecisione dell’attrice Jenna Coleman, e l’incertezza meta-televisiva sulla sorte del personaggio Clara, altro non sia stata che un’enorme burla da parte del caro Stevie solo per creare effetto sorpresa nel finale. Oppure – chi lo sa? – la Coleman potrebbe aver tenuto tutti sulle spine fino all’ultimo, prima di sciogliere le riserve, permettendo di girare così la scena finale.
E con una certa dose di imparzialità si può dire che la permanenza di Clara risulta molto positiva nella coerenza dello show. Come detto tante altre volte, il suo personaggio è stato reso troppo importante per essere tenuto una sola stagione e mezza. E’ vero che, soprattutto per come era stato presentato nella settima, poteva essere gestito meglio durante l’ottava stagione: ma ecco che si presenta l’occasione per voltare pagina e ricominciare. E per questo, “Last Christmas” altro non è stato che un episodio di riconciliazione tra Doctor e Companion.
Sarebbe ingiusto però trattare e limitare l’episodio dal punto di vista esclusivamente orizzontale. Come se da un elaborato dessert si ingurgitasse avidamente soltanto un ingrediente lasciando tutto il resto sul piatto, destinandolo così all’immondizia. L’intreccio del dolce “Last Christmas” è costituito da un impasto ben cotto e ben digeribile da un lato, troppo zuccheroso e tosto da masticare dall’altro. Come si diceva ad inizio recensione, infatti, le impronte “moffattiane” sono ben visibili: sogni/incubi; i già citati inganni nei confronti del pubblico, attuati anche con probabili stratagemmi extra-scenici; più importanti di tutti, alieni con poteri psichici, estrapolati dai peggiori incubi, dai quali ci si può salvare soltanto intervenendo sulla propria sfera sensoriale. Ebbene sì, dopo le statue dalle quali non bisogna distaccare lo sguardo, pena un viaggetto indietro nel tempo, dopo strani esseri che vengono dimenticati dopo aver distolto lo sguardo da loro, dopo bambini con le maschere antigas, dopo ombre che camminano, dopo creature con una percentuale di riuscita del 100% nell’abilità di nascondersi: ecco i temibili granchi alieni che succhiano via il cervello e che vengono attratti da chi pensa a loro. Sempre più difficile.
Cosa si può ammirare in casi del genere? Dati alcuni parametri da cui non ci si può distaccare, la capacità di comporre una storia nuova e originale che serva a portare lo spettatore verso un nuovo piano della storia e della saga (in questo caso la riappacificazione con Clara). E quali sono questi elementi dati? Sicuramente l’ambito natalizio: l’apporto di Nick Frost e dei due elfi (uno è il Sontaran Strax e l’altro è volto noto per coloro che sono riusciti ad arrivare in fondo a Misfits) non risulta invadente e fuori dalle righe, bensì leggero, scanzonato e soprattutto ben motivato nella storia. Vi è poi, come elemento dato, il non volersi distaccare dal proprio stile, pur non risultando ripetitivi. Obiettivo riuscito? Più o meno. Con la memoria ancora fresca di ottava stagione, con le sue travolgenti e rapide avventure, il clima risulta troppo familiare, quasi in contrasto con la natura fuori dal comune e “Special” dell’episodio. Senza contare poi i numerosissimi richiami ad episodi più o meno recenti (oltre ai già citati “topoi moffattiani“, come non ricordare l’onirico “Amy’s Choice”?) oltre che ad altre opere più o meno volutamente omaggiate (“Inception” su tutte).
Volendo catalogare e raffrontare “Last Christmas” con i suoi altri recenti fratelli natalizi, lo si può tranquillamente considerare inferiore agli importantissimi “The Snowmen” e “The Time Of The Doctor“, nettamente superiore al trascurabile “The Doctor, The Widow And The Wardrobe”, forse leggermente più importante, incisivo e profondo del fiabesco e comunque bello “A Christmas Carol”.
Sorge solo una domanda: perché il Dottore indossava una felpa con il cappuccio?

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Come non citare la colonna sonora
  • La scelta di Clara e la scelta di Jenna
  • “Are you all right?” “Yes” “Good. Bye!”
  • “Am I young?” “No idea”
  • Il Dottore ricambia il favore verso l’anziana Clara nell’aprire il cracker, all’inverso di ciò che era accaduto in “The Time Of The Doctor”
  • Discreta dose di inquietudine tipicamente “moffattiana
  • Presenza non invadente e non gratuita del Babbo Natale ben interpretato da Nick Frost
  • Albert è Michael Troughton, fratello di David Troughton (già apparso in DW, nella serie classica ma anche nel moderno “Midnight”), ma soprattutto figlio di Patrick Troughton, alias il secondo Dottore
  • Troppi elementi e marchi di fabbrica ben riconoscibili che iniziano a diventare ripetitivi
  • Ennesimo addio tra Clara e Danny di cui non si sentiva granché il bisogno
  • Rapidità impressionante all’inizio
  • Clara sì o Clara no? Troppa attenzione mediatica alla questione che poi si è riversata nell’episodio con una trollata simpatica, è vero, ma estremamente meta-televisiva

 

E ora inizia l’attesa vera, con i mille interrogativi che questa ancora troppo lontana nona stagione porta con sé. Salutiamo questo primo ciclo con Peter Capaldi con moderata soddisfazione, con un nuovo bagaglio di avventure nuove di zecca da aggiungere alle altre, ormai divorate più che mai. Salutiamo questo primo ciclo con Peter Capaldi, con la consapevolezza che il meglio deve e dovrà ancora venire.

 

Death In Heaven 8×12 5.40 milioni – ND rating
Last Christmas 6.34 milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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