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Quanto può essere rischioso oggigiorno dare vita ad uno show procedurale, con una più o meno sottile linea orizzontale, scarsi quaranta minuti di minutaggio e una tematica che tende talvolta al dozzinale? Quanto può essere rischioso anche se a ideare un qualcosa del genere sono i coniugi King, re e regina del procedurale? Chiedere a quel sottovalutato capolavoro che è stato BrainDead, per ulteriori informazioni.
Proprio quel visionario show con la sua poca fortuna, forse ha spinto i King a fare un passo indietro e sperimentare un nuovo sistema di scrittura, probabilmente altrettanto rischioso. Evil ancora non si capisce dove voglia andare a parare. La fattura è sicuramente degna di nota (non certo una novità), ma tuttora non si riesce a comprendere la sua direzione, se il punto forte dovrà essere la successione di trame verticali oppure, in stile Fringe, se è destinata ad emergere una imperiosa trama orizzontale.
Già è stata citata la dicotomia fede/scienza e già si è scritto abbastanza in proposito. Proprio questo dualismo rappresenta un alto grado di incertezza nello spettatore: Evil parla di malvagità umana in un mondo in cui effettivamente esistono forze oscure che si manifestano solo ogni tanto? Oppure effettivamente antagonisti principali sono demoni e spiriti?
“October 31” regala tre differenti visioni, insistendo ed accentuando tale ambiguità.
Lasciando da parte il fil rouge del personaggio interpretato da Michael Emerson, questa volta in veste di seduttore della mamma di Kristen, è proprio la storyline riguardante la famiglia della protagonista che fornisce le scosse maggiori durante la visione dell’episodio. Durante l’intero svolgimento di tale linea narrativa, si continua a provare inquietudine, inevitabilmente suscitata dalla per niente rassicurante presunta bambina Brenda. Il senso di pericolo trasmesso nei confronti delle quattro figlie di Kristen è finora una delle soluzioni sceniche attuate meglio dai King. La minaccia indefinita e indefinibile che pende sulla testa della protagonista mette le quattro bambine sempre in posizioni di rischio. Anche solo vedere ricordato, nel previously, il problema cardiaco di Laura mette lo spettatore sul chi vive.
Lecito pensare che la finta Brenda difficilmente tornerà e che si sia trattato di un semplice “caso di puntata” particolarmente attinente con Halloween. Fatto sta che ciò che realmente ha funzionato qui (e che sta funzionando dall’inizio della serie) è il senso di un horror che in certi momenti volutamente appare come dozzinale ma che indubbiamente funziona.
Sebbene elementi di trama orizzontale compaiono in tutte e tre le storyline, quelli più evidenti sono presenti nell’effettivo caso di giornata. L’esorcismo – apparentemente reale, stavolta – continua a mettere sul tavolo le misteriose visioni di David. Proprio tutta questa porzione di episodio è l’occasione per mettere in campo l’eterno dibattito tra fede e scienza. L’apparente vittoria della prima rende ancora più labili le certezze che gli spettatori (così come i personaggi) devono avere sul mondo circostante. L’esperto convocato da Kristen assiste sconvolto ad un vero e proprio esorcismo, mentre David e i suoi si rendono conto che l’acqua santa può tranquillamente essere sostituita da acqua del rubinetto. Probabilmente l’ambiguità e la dialettica tra le due fazioni saranno l’elemento ricorrente – forse il vero valore aggiunto – di Evil. L’indefinitezza di ciò che questa serie è, alla luce di cinque episodi, forse sarà un qualcosa destinato a durare e che caratterizzerà l’intero show. Qualora fosse così si potrebbe confermare quanto detto ad inizio recensione: ci si troverebbe di fronte ad un nuovo tentativo di telefilm procedurale, di quelli che richiedono tanta pazienza allo spettatore, ma anche la capacità di abbandonarsi per 40 minuti ad una storia tendenzialmente autoconclusiva, apprezzandone la fattura e senza farsi troppe domande sugli sviluppi futuri. Elemento questo che si è forse perso ultimamente nella fruizione di una serie tv.
Postilla finale per la storyline di Ben, utile a garantire una porzione di episodio al trionfo della razionalità e all’abbattimento di presunto sovrannaturale. Marginalità di tale linea narrativa può essere spiegata con il bisogno di caratterizzare meglio un personaggio dal buon potenziale, oppure arricchire la sua figura con un nuovo love interest. Fatto sta che, di fronte all’intensità delle altre due storie, questa sembra solo una simpatica parentesi e niente più.
Proprio quel visionario show con la sua poca fortuna, forse ha spinto i King a fare un passo indietro e sperimentare un nuovo sistema di scrittura, probabilmente altrettanto rischioso. Evil ancora non si capisce dove voglia andare a parare. La fattura è sicuramente degna di nota (non certo una novità), ma tuttora non si riesce a comprendere la sua direzione, se il punto forte dovrà essere la successione di trame verticali oppure, in stile Fringe, se è destinata ad emergere una imperiosa trama orizzontale.
Già è stata citata la dicotomia fede/scienza e già si è scritto abbastanza in proposito. Proprio questo dualismo rappresenta un alto grado di incertezza nello spettatore: Evil parla di malvagità umana in un mondo in cui effettivamente esistono forze oscure che si manifestano solo ogni tanto? Oppure effettivamente antagonisti principali sono demoni e spiriti?
“October 31” regala tre differenti visioni, insistendo ed accentuando tale ambiguità.
Lasciando da parte il fil rouge del personaggio interpretato da Michael Emerson, questa volta in veste di seduttore della mamma di Kristen, è proprio la storyline riguardante la famiglia della protagonista che fornisce le scosse maggiori durante la visione dell’episodio. Durante l’intero svolgimento di tale linea narrativa, si continua a provare inquietudine, inevitabilmente suscitata dalla per niente rassicurante presunta bambina Brenda. Il senso di pericolo trasmesso nei confronti delle quattro figlie di Kristen è finora una delle soluzioni sceniche attuate meglio dai King. La minaccia indefinita e indefinibile che pende sulla testa della protagonista mette le quattro bambine sempre in posizioni di rischio. Anche solo vedere ricordato, nel previously, il problema cardiaco di Laura mette lo spettatore sul chi vive.
Lecito pensare che la finta Brenda difficilmente tornerà e che si sia trattato di un semplice “caso di puntata” particolarmente attinente con Halloween. Fatto sta che ciò che realmente ha funzionato qui (e che sta funzionando dall’inizio della serie) è il senso di un horror che in certi momenti volutamente appare come dozzinale ma che indubbiamente funziona.
Sebbene elementi di trama orizzontale compaiono in tutte e tre le storyline, quelli più evidenti sono presenti nell’effettivo caso di giornata. L’esorcismo – apparentemente reale, stavolta – continua a mettere sul tavolo le misteriose visioni di David. Proprio tutta questa porzione di episodio è l’occasione per mettere in campo l’eterno dibattito tra fede e scienza. L’apparente vittoria della prima rende ancora più labili le certezze che gli spettatori (così come i personaggi) devono avere sul mondo circostante. L’esperto convocato da Kristen assiste sconvolto ad un vero e proprio esorcismo, mentre David e i suoi si rendono conto che l’acqua santa può tranquillamente essere sostituita da acqua del rubinetto. Probabilmente l’ambiguità e la dialettica tra le due fazioni saranno l’elemento ricorrente – forse il vero valore aggiunto – di Evil. L’indefinitezza di ciò che questa serie è, alla luce di cinque episodi, forse sarà un qualcosa destinato a durare e che caratterizzerà l’intero show. Qualora fosse così si potrebbe confermare quanto detto ad inizio recensione: ci si troverebbe di fronte ad un nuovo tentativo di telefilm procedurale, di quelli che richiedono tanta pazienza allo spettatore, ma anche la capacità di abbandonarsi per 40 minuti ad una storia tendenzialmente autoconclusiva, apprezzandone la fattura e senza farsi troppe domande sugli sviluppi futuri. Elemento questo che si è forse perso ultimamente nella fruizione di una serie tv.
Postilla finale per la storyline di Ben, utile a garantire una porzione di episodio al trionfo della razionalità e all’abbattimento di presunto sovrannaturale. Marginalità di tale linea narrativa può essere spiegata con il bisogno di caratterizzare meglio un personaggio dal buon potenziale, oppure arricchire la sua figura con un nuovo love interest. Fatto sta che, di fronte all’intensità delle altre due storie, questa sembra solo una simpatica parentesi e niente più.
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Episodio altamente positivo, soprattutto perché dimostra che è possibile costruire trame verticali di buona fattura. In questo modo uno show come Evil riuscirà a catturare il pubblico anche centellinando il più possibile gli elementi di trama orizzontale.
Rose 390 1×04 | 3.74 milioni – 0.7 rating |
October 31 1×05 | 3.48 milioni – 0.5 rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.