Per una serie tv, il suo inizio è estremamente importante. La citazione riportata qui sopra (tratta dall’ottimo romanzo giallo di Joel Dicker) si addice perfettamente anche al mondo degli show televisivi, in quanto i primi episodi di una serie costituiscono il suo biglietto da visita, il quale a sua volta determinerà quanti spettatori continueranno a seguirlo. I pilot solitamente fanno gran parte del lavoro, ma anche gli episodi immediatamente seguenti hanno la loro rilevanza in questo senso, soprattutto per alcuni tipi di show.
“Evil” è quel tipo di serie che ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo prodotto grazie al tema che affronta: il punto di incontro tra fede e scienza. Finora il filo che le unisce e allo stesso tempo divide è rimasto molto sottile, lasciando quasi allo spettatore la possibilità di interpretare i fatti, in un senso o nell’altro. La narrazione è sempre rimasta piuttosto neutra, se vogliamo, dando una perfetta spiegazione scientifica ad ogni avvenimento, dalla presunta possessione demoniaca di un produttore televisivo alla resurrezione di una ragazza (apparentemente?) morta, ma mettendo allo stesso tempo la pulce nell’orecchio al pubblico, facendo pensare loro che c’è anche un’altra spiegazione possibile. In questo senso, il personaggio della psicologa è assai funzionale, perché lo spettatore assiste alle vicende più dalla sua prospettiva che da quella di David. I King, in questo, hanno fatto un ottimo lavoro, almeno fino ad ora.
“Rose 390” è il quarto episodio e costituisce il primo, seppur piccolo, intoppo per la serie. Mettiamo le cose in chiaro: si ha e si continua ad avere piena fiducia in Michelle e Robert, ma non si può non riconoscere come questo episodio sia un po’ meno convincente dei precedenti.
Il caso diabolico della settimana ha come protagonista un bambino, il che di per sé è il cliché dei cliché quando si parla di genere horror e possessioni demoniache. Non sarebbe stato un problema insormontabile se avessero gestito la situazione in modo più originale di come invece hanno fatto. L’annegamento della sorella neonata per mano di Eric non è stata certamente una sorpresa per nessuno e si storce un po’ il naso di fronte a tanta scontatezza, non certo tipica degli show firmati King. In aggiunta alla quasi totale mancanza di originalità, preme sottolineare che il caso è stato trattato con eccessiva superficialità da parte di Kristen, che ha sempre avuto un occhio molto critico e attento. Com’è possibile che la dottoressa, che finora si è fatta in 4 per dare una spiegazione scientifica a ogni cosa, si affidi quasi ciecamente a un prete che pratica esorcismo per aiutare la famiglia di Eric? Eppure i segnali che il ragazzino soffrisse di un qualche tipo di psicopatologia c’erano tutti, non c’era poi niente di particolare nel bambino che potesse rendere così difficile e incerta una diagnosi clinica. La giustificazione che la donna abbia empatizzato con la situazione della mamma del ragazzo non è sufficiente a scagionare gli scrittori per questa forzatura.
L’altro elemento disturbante, in tutti i sensi, è rappresentato dalla trama orizzontale non pervenuta. Certo, il fatto che sembra esserci qualcosa che continua a tormentare casa Bouchard, in questo caso sotto forma di una bambina inquietante (Samara, sei tu?) nel VR Game delle bambine, può far pensare a un collegamento, ma è troppo poco per definirlo trama orizzontale. Evil potrebbe tranquillamente essere un procedural di qualità, ma è un format penalizzante per uno show che potrebbe aspirare a molto di più.
La sensazione generale data dall’episodio, nonostante il buon ritmo generale che ne rende comunque piacevolmente scorrevole la visione, è che sia il tipico “episodio di Halloween” (uscito con due settimane di anticipo) di una qualsiasi serie tv, dove vengono inseriti elementi “pseudo sovrannaturali” appositamente per l’occasione. Niente di più e niente di meno.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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3 Stars 1×03 | 3.67 milioni – 0.6 rating |
Rose 390 1×04 | 3.74 milioni – 0.7 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.