A METÀ TRA FATE E STREGHE
Incredibilmente, una serie che al momento del suo annuncio aveva fatto solo ridere o storcere scetticamente iL naso si rivela una sorpresa di piacevole visione e di ampio consenso.
La formula con cui Netflix decide di riproporre il cartone animato delle WINX ha restituito un prodotto seriale che già conta discreto successo e che, godibile sotto molteplici punti di vista, riesce ad unire l’opinione di diverse fasce di età e diverse categorie di spettatori.
Dai teenager, audience target della serie concepita come un teen-fantasy, ai giovani adulti, che ricordano ormai vagamente la sigla del cartone, tutti sono rimasti in una certa misura affascinati da questa versione del WINX Club a metà tra fate e streghe, che già in questa seconda puntata dimostra di avere un potenziale narrativo non indifferente. Contro tutti i ragionevoli pronostici, insomma, Fate – The Winx Saga si dimostra all’altezza del mondo seriale fantasy e non teme il confronto aperto con gli altri prodotti Netflix del genere.
Primo fra tutti, viene inevitabilmente da ricordare la saga di The Witcher, che usciva sulla piattaforma quasi nello stesso periodo l’anno scorso. Proprio in questa seconda puntata, la scena all’interno dello stone circle di Alfea sembra essere una citazione aperta di Four Marks con le streghe di Aretuza, anche loro all’inizio del loro percorso di crescita per ottenere il controllo dei propri poteri magici. Pure la caratterizzazione dei personaggi femminili sembra avere qualcosa in comune con le discepole di Tissaia De Vries: giovani streghe cariche di energie che perdono il controllo finendo in impulsivi scambi di fluidi con vigorosi tizi dagli addominali scolpiti.
Senza voler azzardare ulteriori paragoni, si può in generale affermare che Netflix ha imparato a dosare sceneggiatura ed effetti speciali per produrre un fantasy equilibrato e piacevole, senza investire necessariamente troppo budget.
BLOOM: LA RAGAZZA CHE E’ SOPRAVVISSUTA
In questo secondo episodio la trama orizzontale comincia a delinearsi con più precisione, gettando un intrigante alone di mistero attorno alle origini di Bloom, la giovane fata protagonista della saga. La ragazza che viene dal mondo dei babbani comuni mortali, scopre di avere poteri magici e finisce in una scuola di magia in cui – colpo di scena! – ha la possibilità di scoprire la verità sui propri genitori. Ricorda qualcosa?
Certamente il fantasy è pieno di dinamiche peculiari e facilmente riconoscibili, una narrativa dall’immaginario ben definito e i cui personaggi incarnano sempre i medesimi valori, tanto vale allora accontentare il pubblico dandogli quello che si aspetta da una serie del genere concepita come un prodotto commerciale. Netflix cerca quindi il successo sicuro, approfittando di un precedente per antonomasia e attingendo a piene mani dalla saga di Harry Potter. Ci sono anche una nobile purosangue (bionda!), una secchiona, una fanatica di botanica e una mentalista stramba; all’appello mancano solo i Weasley, forse arriveranno in ritardo su qualche aggeggio volante.
Tutto questo è necessariamente un male? Assolutamente no. Fintanto che la serie intrattiene con la giusta qualità cinematografica e misurati riferimenti al cartone animato, merita certamente di essere guardata più di tante altre serie spazzatura che popolano le piattaforme streaming.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.