Grey’s Anatomy 14×18 – Hold Back The RiverTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Arranco. Avete presente il verbo arrancare? Arrancare: il lento, faticoso, deprimente, ma determinato procedere di un uomo che non ha più niente nella vita, tranne l’impulso di dover, semplicemente, continuare la lotta.”
[Il Destino Di Un Cavaliere]

Grey’s Anatomy ormai ha abituato il suo pubblico alla mediocrità, a episodi pessimi, privi di senso, vuoti. Non è più lo show che tiene lo spettatore incollato allo schermo, ma uno show che può fare tranquillamente da sottofondo alle normali attività quotidiane. Insomma, ci si può tranquillamente mettere lo smalto alle unghie o finire di farsi la barba senza paura di perdersi dettagli importanti. Ormai Grey’s Anatomy non ha più nulla da offrire, è risaputo. Ogni volta che si inizia un nuovo episodio si sa già che non sarà particolarmente entusiasmante e ci si sorprende quando si assiste a un episodio guardabile, come la scorsa settimana.
“Hold Back The River” è un episodio difficile da recensire perché è un episodio difficile da guardare fino alla fine senza morire di sbadigli. E’ il nulla. Eppure di cose ne succedono, ma assolutamente irrilevanti per il progredire dello show o per lo sviluppo dei personaggi. Grey’s Anatomy è a una manciata di episodi dal finale di stagione e ancora non si è ben capito dove voglia andare a parare. Questa quattordicesima è stagione è iniziata con l’intento di rattoppare quanto possibile delle storyline e dei personaggi gestiti in modo vergognoso, primo fra tutti Amelia. Purtroppo però il semplice desiderio di aggiustare le cose non è bastato e ci si è ritrovati di fronte a una stagione che non ha fatto altro che arrancare. La citazione, riportata a inizio recensione e che appartiene al film con Heath Ledger, sembra scritta appositamente per Grey’s Anatomy. La creatura di Shonda Rhimes è uno show che arranca: “Hold Back The River” è esattamente l’episodio-tipo.
Ogni scena è fine a se stessa e finisce nel dimenticatoio dopo pochi secondi, i personaggi sono per lo più allo sbaraglio e le storyline hanno poco spessore. Arrivati a questo punto, anche le aspettative nei confronti dello show si sono notevolmente abbassate, ma questo non significa, purtroppo, riuscire a rimanere completamente impassibili a tutte le schifezze propinate, soprattutto se si preferisce concentrarsi su tali schifezze al posto di puntare i riflettori sui pochi elementi rimasti meritevoli di attenzioni. Prendendo in esame gli avvenimenti degli ultimi episodi, il caso pediatrico di Kimmie  aveva illuso il pubblico, facendogli credere che avrebbe finalmente dato ad Alex Karev il giusto spazio. In fondo è il caso perfetto per mettere in risalto tutte le doti di Karev che, ad oggi, lo rendono uno dei migliori personaggi di Grey’s Anatomy, ma, inspiegabilmente, lasciato sempre in ombra o protagonista di filoni narrativi esclusivamente romantici.
Finora, però, le cose non sono andate esattamente come auspicato e, per qualche assurdo motivo, persino nell’episodio in cui l’apporto di Alex avrebbe potuto essere decisivo, si è preferito dare minutaggio a Owen Hunt, che ha passato l’episodio a riversare la propria rabbia sulle matricole e a imbarazzarsi come un quindicenne durante l’ecografia al seno di Arizona. Proprio a proposito di Owen, è impossibile non rimarcare quanto il suo personaggio sia inutile e vuoto. Se non è al centro di qualche dramma amoroso, il suo personaggio non ha ragione di esistere. Perché, allora, non lo si lascia andare, insieme ad April e Arizona, visto che è dai tempi di Cristina che ha la stessa utilità di un soprammobile, di cui ci si ricorda solo quando si va a spolverare la mensola? Forse perché in fin dei conti fa comodo tenerselo lì, pronto per riempire episodi che altrimenti sarebbero vuoti, non solo metaforicamente.
I filoni dedicati agli altri personaggi protagonisti dell’episodio non regalano nulla di nuovo al loro sviluppo né spunti interessanti su cui soffermarsi. Richard Webber, che può dare tanto come personaggio sul piano lavorativo, rimane carente, però, su quello personale. Se da un lato veste perfettamente il ruolo di saggio mentore per i novelli chirurghi, dall’altro sembra imprigionato nel suo ruolo di ex alcolista. Questo è sicuramente un aspetto importante del personaggio, ma non è l’unico. Richard Webber è molto di più e la malattia del suo sponsor e l’attenzione posta sul rischio di ricaduta  non fanno presagire nulla di buono.
Il problema principale di Grey’s Anatomy, quello che ispira più insulti e bestemmie almeno, non è la mancanza di idee o spunti creativi, perché giunti alla quattordicesima stagione è più che prevedibile che ciò accada. Il vero problema è che in fin dei conti lo show non ha ancora esaurito tutte le sue cartucce, ce ne sarebbe ancora qualcuna di scorta. Certo, non sufficiente a risollevare completamente le sorti dello show, ma sufficienti per regalare qualche buon episodio una volta ogni tanto. Ciò che si rimprovera agli autori è il loro volersi concentrare sulle storyline e personaggi sbagliati. Si preferisce dare spazio ai limoni tra Jackson e Maggie, invece che darlo ad Alex Karev, che da solo porta avanti la baracca, insieme a pochi altri. Tutto ciò è veramente indegno, ma purtroppo è ciò che passa il convento e non si può far altro che accettare questa triste realtà.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Niente
  • Tutto

 

C’è poco altro da dire su “Hold Back The River”. Per fortuna  non manca molto alla fine della stagione…

 

One Day Like This 14×17 7.15 milioni – 1.8 rating
Hold Back The River 14×18 6.84 milioni – 1.7 rating

 

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1 Comment

  1. C’è da aggiungere che ormai copiano tutto da altri telefilm simili… dopo l’attacco hacker copiato pari pari da Chicago med, ora copiano da The resident dopo poche settimane il dottore che inventa false ecografie per guadagnare soldi con la chemio… dettagli importantissimi che Shonda spera di inserire qui e lì credendo che nessuno segua altro telefilm. Saranno delle casualità? Certo, certo.

    Nemmeno riescono a inventarsi qualcosa di originale ormai.

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