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Esiste un espressione molto famosa che può essere usata per descrivere certe situazioni che in un prossimo futuro riserveranno importanti sorprese, il modo di dire in questione è: “Molta carne al fuoco”. Purtroppo per tutti gli spettatori della serie sugli zombi più famosa al mondo quest’ultima stagione si è rivelata l’opposto dell’espressione precedentemente citata, tanto che, in seguito ai miseri fatti di questa 8×15, si ha paura solo al pensiero di assistere al prossimo e oramai vicino final season. I fatti salienti accaduti in questi lunghissimi quindici episodi possono essere contati sulle dita di una mano e la svolta principale, cioè la morte di Carl, praticamente non ha portato conseguenze, se non l’ennesima ed inutile (ai fini della trama) scazzottata tra Rick e Negan in “The Key“. Assieme a Game Of Thrones, The Walking Dead è l’unica serie che può permettersi una lentezza tale, tuttavia, fatto ormai risaputo, gli ascolti la stanno punendo, giustamente si potrebbe dire.
“Worth”, che è il pre season finale, dovrebbe essere l’episodio che svolge il “lavoro sporco”, una puntata che fa da collante a tutte le storyline presenti all’interno della trama stagionale per unirle, creando grande hype per l’atto finale. Sciaguratamente le sottotrame di questi 15 atti sono praticamente inesistenti oppure estremamente banali da essere facilmente dimenticabili.
“Worth”, che è il pre season finale, dovrebbe essere l’episodio che svolge il “lavoro sporco”, una puntata che fa da collante a tutte le storyline presenti all’interno della trama stagionale per unirle, creando grande hype per l’atto finale. Sciaguratamente le sottotrame di questi 15 atti sono praticamente inesistenti oppure estremamente banali da essere facilmente dimenticabili.
“Time to do something useful with our pathetic lives.”
La scena iniziale è l’ennesima parte dedicata alle lettere di Carl, che sì, è giusto continuare a piangere la morte del proprio figlio, ma in modo così insistente inizia un po’ a pesare. Se questa parte era salvabile in quanto Andrew Lincoln è tutt’altro che lo scemo del villaggio in quanto attore, la sequenza finale, cioè il discorsetto tra Michonne e Negan, è di un imbarazzo totale. Pensare nuovamente alla pace tra le due fazioni dopo tutto quello che è successo è sia inammissibile da parte della compagna di Rick, che una patetica presa di tempo da parte degli sceneggiatori. È presente una carenza di idee talmente grande da continuare inesorabilmente a riciclare le solite ed inutili discussioni.
Ad essere ancora più imbarazzante di quanto appena detto sono le sequenze in cui il personaggio più inutile della serie appare. Euguene, che ormai è addirittura uscito fuori dal character, così come Gregory ad inizio episodio (sintomo di una sceneggiatura più che mai raccapricciante) da uomo senza un pelo di audacia e con un coraggio pari a quello di un pesce rosso è diventato il peggiore dei dittatori. Tra deliri di onnipotenza e monologhi inappropriati prima si fa rapire dai suoi ex amici e poi si salva vomitando. Per chi stesse leggendo questa recensione senza aver guardato l’episodio, ebbene sì, si è salvato in questo modo. Momento tragicomico dell’anno.
Ma il culmine dell’imbarazzo e del no-sense lo raggiunge uno di quei personaggi che non ci si ricorda mai il nome, Aaron (grazie Wikipedia). Ogni singolo secondo delle scene in cui appare uno sceneggiatore nel mondo muore. Sapere che persone vengono addirittura pagate per scrivere tali porcherie è incredibile tanto quanto triste. Lo è ancor di più sapendo che non vi saranno, o solo in minima parte, conseguenze di nessun tipo. La sua scampagnata tra i boschi è stata utile solo per raggiungere e superare quel minimo di 45 minuti richiesti per episodio e preparare un evidentissimo plot twist ad opera di Oceanside.
Però Negan, come sempre, riesce in minima parte a risollevare una puntata nefanda come poche. La scazzottata con il suo ex braccio destro è decisamente riuscita, attraverso questo scontro equo (senza utilizzo di armi) poi rimette in chiaro, come un vero leader, chi comanda i Saviors. Inoltre il piano per smascherare Dwight e ingannare Rick & Co. è degno del migliore Ditocorto. Intelligente e machiavellico, come un vero villain. Il finto piano d’attacco metterà i “buoni” in una posizione davvero rischiosa, fatto che fortunatamente alza un minimo l’asticella dell’hype. Asticella che però è rasente al terreno.
Ad essere ancora più imbarazzante di quanto appena detto sono le sequenze in cui il personaggio più inutile della serie appare. Euguene, che ormai è addirittura uscito fuori dal character, così come Gregory ad inizio episodio (sintomo di una sceneggiatura più che mai raccapricciante) da uomo senza un pelo di audacia e con un coraggio pari a quello di un pesce rosso è diventato il peggiore dei dittatori. Tra deliri di onnipotenza e monologhi inappropriati prima si fa rapire dai suoi ex amici e poi si salva vomitando. Per chi stesse leggendo questa recensione senza aver guardato l’episodio, ebbene sì, si è salvato in questo modo. Momento tragicomico dell’anno.
Ma il culmine dell’imbarazzo e del no-sense lo raggiunge uno di quei personaggi che non ci si ricorda mai il nome, Aaron (grazie Wikipedia). Ogni singolo secondo delle scene in cui appare uno sceneggiatore nel mondo muore. Sapere che persone vengono addirittura pagate per scrivere tali porcherie è incredibile tanto quanto triste. Lo è ancor di più sapendo che non vi saranno, o solo in minima parte, conseguenze di nessun tipo. La sua scampagnata tra i boschi è stata utile solo per raggiungere e superare quel minimo di 45 minuti richiesti per episodio e preparare un evidentissimo plot twist ad opera di Oceanside.
Però Negan, come sempre, riesce in minima parte a risollevare una puntata nefanda come poche. La scazzottata con il suo ex braccio destro è decisamente riuscita, attraverso questo scontro equo (senza utilizzo di armi) poi rimette in chiaro, come un vero leader, chi comanda i Saviors. Inoltre il piano per smascherare Dwight e ingannare Rick & Co. è degno del migliore Ditocorto. Intelligente e machiavellico, come un vero villain. Il finto piano d’attacco metterà i “buoni” in una posizione davvero rischiosa, fatto che fortunatamente alza un minimo l’asticella dell’hype. Asticella che però è rasente al terreno.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una bruciatura è tutt’altro che un buon auspicio. Poco hype, poche sottotrame e poca volontà di creare un qualcosa che valga la pensa di essere guardato. The Walking Dead è sempre lo stesso, purtroppo.
Still Gotta Mean Something 8×14 | 6.29 milioni – 2.6 rating |
Worth 8×15 | 6.65 milioni – 2.8 rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.