His Dark Materials 2×02 – The CaveTEMPO DI LETTURA 6 min

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Philip Pullman non è conosciuto solo grazie alla sua capacità di scrittura, ma ha fatto parlar di sé soprattutto per i molteplici temi che ha trattato nella trilogia His Dark Materials. Il suo dichiarato ateismo e la palese opposizione al potere che le religioni organizzate hanno ottenuto nel corso dei secoli gli hanno fatto guadagnare la nomea di scrittore diseducativo, soprattutto in America dove buona parte della popolazione è cattolica. Tanto da regalare alla sua opera – e a Pullman stesso – un posto sul podio nella classifica statunitense degli autori più banditi dalle scuole, biblioteche e club del libro. Le polemiche sono nate a causa del Magisterium: una potente organizzazione religiosa nata dalla fantasia dell’autore, che però assomiglia inquietantemente alla Chiesa cattolica. Inoltre è innegabile l’ispirazione ad altri miti religiosi. Nella raccolta di saggi da lui scritta dal titolo Daemon Voices, dichiara di essersi ispirato al racconto biblico di Eva, cercandone una nuova interpretazione: Pullman si domanda se il tradimento di Eva di mangiare il frutto proibito dell’Albero della Conoscenza non sia in realtà un atto di amore e di responsabilità nei confronti del genere umano, piuttosto che un capriccio. Sotto questa nuova ottica, il personaggio di Lyra, sempre alla costante ricerca della verità e della conoscenza sebbene sia, a sua insaputa, la protagonista di una profezia che la vede come una traditrice, acquista un nuovo significato.
Il film del 2007 aveva preso le distanze da certe tematiche, ricreandone una versione superficiale. Uno sbaglio che Jack Thorne non sembra intenzionato a commettere.

TREMATE, TREMATE, LE STREGHE SON TORNATE


Tema centrale della serie è il dualismo tra il bene e il male configurati dal potere da una parte, e dalla scienza e sapere dall’altra. Se il Magisterium agisce tramite il controllo, la paura e le fake news; chi prodiga il libero arbitrio è di tutt’altro avviso. In questa puntata il binomio è rappresentato dalla chiesa Magisterium e dalle streghe. Per analizzare “The Cave”, però, è necessario intavolare un breve discorso storico, che sia Pullman che Thorne conoscono alla perfezione.
Le streghe in His Dark Materials non sono costruite su degli stereotipi, ma somigliano molto a quelle donne che venivano perseguitate prima e dopo l’Inquisizione. Ovviamente nella serie tv le streghe hanno effettivamente dei poteri, ma per il loro stile di vita somigliano moltissimo alle beghine. Nella storia, la maggior parte delle donne accusate di stregoneria erano vedove o nubili; donne oramai adulte che se avevano figli, questi ultimi avevano già un’età che gli permetteva di vivere altrove con la propria famiglia. Ossia, in breve, tutte quelle donne che vivevano sole e che non erano sotto il controllo diretto di una figura maschile e per questo considerate pericolose. In aggiunta, erano tutte donne anziane o adulte, con abbastanza anni d’esperienza alle spalle per essere considerate sapienti, e per questo temibili.
Nel XV secolo in Francia, Germania e Belgio non era raro imbattersi nelle beghine: una comunità formata esclusivamente da donne che vivevano in piccoli paesi e provvedevano al benessere di tutte tramite l’agricoltura, difatti molte di esse avevano un orto con verdura ed erbe medicinali. La loro autonomia non era ben vista dai religiosi che, per spiegare il fenomeno, le additavano come seguaci del Demonio. Rispondevano, quindi, comunque ad un controllo maschile.
Le streghe di His Dark Materials sono molto simili alle donne tanto temute nel Rinascimento: sono un gruppo di donne indipendenti, che non rispondono a nessuna autorità (meno che mai maschile), sagge e potenti. Un altro punto sollevato dall’incontro tra i Cardinali e Martin Lanselius, sempre riguardante la figura delle streghe, è la lussuria. Uno dei religiosi afferma che sono contronatura perché abbandonano i propri figli, dopo aver sedotto gli uomini con i loro modi subdoli. Per questo sono delle nemiche degli uomini. Sebbene siano donne colte, che rincorrono un concetto di libertà assoluta -il potersi distaccare dal proprio daimon senza soffrire – tramite un vero e proprio rito di iniziazione che introduce le ragazze nel mondo adulto e che non nascondono i propri metodi e la propria sapienza, vengono comunque additate come peccatrici, infide e ingannatrici.
La punizione per loro è il rogo. Se ai tempi della caccia alle streghe erano loro stesse a morire bruciate vive, il Magisterium dà fuoco al bosco dove avviene il rituale. Non solo, quindi, impedisce alle ragazze di separarsi dal proprio daimon e di praticare il rito per diventare streghe, ma è anche – e soprattutto – un’ostentazione del proprio potere.
L’unica donna di spicco all’interno del Magisterium è la Signora Coulter, la quale non ha nessun interesse per l’organizzazione, né tantomeno per la religione. A lei importa di Lyra e degli universi presenti che la religione considera blasfemia anche il solo nominarli.

I DUE MONDI


Il punto di connessione tra questa argomentazione e le stoyline di Lyra e Will è dato da un personaggio che sembra essere fondamentale ai fini della serie tv, ossia Mary. Tra lei e Lyra nasce una collaborazione alla pari per studiare e analizzare la Dust, ma anche qui c’è un tocco degno di Pullman e della sua ideologia atea. Mary è una ex suora che lascia la vita ecclesiastica per dedicarsi allo studio della fisica. Che non è solo una disciplina che – ancora tutt’oggi – viene considerata prettamente maschile, ma è anche uno studio sistematico che si basa su prove scientifiche e razionali. Il contrario di quello che fa il Magisterium che anzi afferma quanto sia pericolosa la Polvere, attribuendole la nomea di essere il peccato originale.
Lyra e Will si ritrovano nuovamente divisi, ognuno concentrato sulla propria missione in un’affascinante Oxford completamente differente da quella conosciuta nella prima stagione: Lyra vuole rendere giustizia a Roger; Will cerca di proteggere sua madre. Ma entrambi hanno un obiettivo in comune, quello trovare il proprio padre.
Sebbene la puntata si prende tutto il tempo necessario per inserire i tasselli al punto giusto, la narrazione fila liscia e avvincente equilibrando le parti dedicate ai due adolescenti e quella agli adulti, continuando con un’altra contrapposizione cara alla serie tv. Come sempre, la parte visiva ed estetica è il punto di forza di Queste Oscure Materie che in questa seconda stagione sta superando le – già alte – aspettative che le puntate precedenti avevano creato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La parte dedicata al Magisterium e alle streghe, in particolare l’interrogatorio a Martin Lanselius
  • L’attentato finale
  • L’incontro tra Lyra e Mary
  • I piccoli tasselli che stanno già componendo le puntate successive. 
  • La recitazione, la caratterizzazione dei personaggi e l’estetica
  • Niente. Anche le scene più innocue servono ai fii della trama: come il nonno di Will che denuncia la presenza del nipote in casa propria

 

His Dark Materials è sicuramente una serie curata fin nei minimi dettagli, che riesce nel suo intento che non è di certo quello di intrattenere, ma di creare un dialogo con lo spettatore.

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