LA DONNA SPETTRO
Ruth Wilson giganteggia con la sua interpretazione, a fronte di un cast sicuramente non eccelso ma in cui fà la parte del leone, anche grazie alla scrittura di una personaggio complesso. Forse il più interessante dell’intera serie.
Il fatto che la madre di Lyra riesca inaspettatamente a controllare gli spettri è una metafora perfetta del personaggio che, per avere successo e potere, ha rinunciato alla propria umanità e ai propri sentimenti, con la conseguente rinuncia del ruolo materno che, disperatamente a modo suo, Marisa cerca di recuperare.
A non convincere invece è la gestione narrativa del character, visto che sono poco chiari i passaggi che portano la Coulter da Cittàgazze direttamente al canyon dove è nascosta Lyra, senza contare la scena della barca dove, senza nessuna spiegazione efficace, si ritrova la figlia rinchiusa in un sarcofago senza capire dove siano e come ci siano arrivate.
Non che si debba spiegare tutto allo spettatore ma, visto che si tratta della protagonista della serie e che si è sprecato diverso tempo in altre maniere, qualche spiegazione in più sarebbe gradita. Il tutto considerando che tra l’altro, in questo ultimo episodio stagionale, Lyra viene completamente ignorata per quasi tutta la puntata: una scelta incomprensibile per un season finale essendo la ragazza il vero perno su cui ruota l’intera narrazione. Al contrario a convincere appieno e senza dubbio è l’ottima resa visiva dello show, che è caratterizzato da splendide location, uno sfondo perfetto per i tanti mondi diversi che la serie vuole raccontare.
LA COMPAGNIA DELLA LAMA
A differenza di quella dell’anello, la compagnia della lama, nome scelto per racchiudere i vari personaggi che stanno aiutando Lyra, è di ben poco impatto sull’economia generale dello show. Scoresby escluso.
Lo sciamano interpretato da Andrew Scott, personaggio attesissimo, delude fortemente le aspettative, anche a causa di un ridotto screen time dedicatogli. Il problema principale risiede, ancora una volta, nella gestione narrativa del padre di Will che, dopo un lunghissimo viaggio intrapreso per sostenere e guidare il portatore della lama, muore subito dopo averlo incontrato, venendo meno alla sua missione principale. Possibile poi che uno sciamano in grado di cambiare il clima a suo favore non si sia accorto di essere seguito da un semplice soldato? E complessivamente cosa ha aggiunto alla storia come character? Veramente ben poco, per non dire niente.
Non sono da meno le streghe di cui tanto si era parlato a partire dalla prima stagione ma che, a conti fatti, poco si è visto e meno ancora hanno fatto. A differenza di quanto ripetuto più volte, queste non sembrano essere poi così potenti come sostenuto, venendo sconfitte in molte occasioni e anche abbastanza facilmente, non proprio delle macchine da guerra irresistibili che dovrebbero proteggere Eva, la prescelta per la caduta dell’Autorità e la restaurazione della liberà e del libero arbitrio tra i mondi.
Si può dire che complessivamente tutti i personaggi secondari deludono e non poco, ad eccezione di Lee Scoresby la cui morte è perfettamente in linea con la narrazione del character che decide di sacrificarsi combattendo con onore, da vero avventuriero qual è.
Per un personaggio che se ne và e sicuramente mancherà ai fan, uno dei più importanti finalmente ricompare, visto che Lord Asriel, dopo un colloquio con gli angeli, si aggiudica il loro supporto nella guerra contro l’Autorità, per un ritorno più gradito che mai. Il tutto in attesa di capire al meglio la scena post credit, enigma che troverà la soluzione solo nella prossima stagione.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.