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Inside No.9 torna, decisamente in sordina – l’episodio infatti non risulta nella maggior parte delle app dedicate ai malati di serie televisive – con il primo episodio Live dopo i 24 registrati andati in onda finora. Un esperimento molto interessante quello condotto dal duo Shearsmith/Pemberton, che in questa occasione si diverte a giocare letteralmente con la spettatore e la sua esperienza di visione simulando un guasto tecnico allo scopo di virare, nella seconda parte dell’episodio, in direzione del mockumentary horror in stile Paranormal Activity.
Senza dubbio lo spettatore italiano – il quale verosimilmente avrà guardato l’episodio in differita su qualche portale di streaming – non potrà dire di aver vissuto la medesima esperienza di coloro che, quella sera, hanno avuto modo di seguire lo show in diretta. La possibilità di poter andare avanti attraverso la timeline del player scelto per lo streaming, ovviamente, ha in parte rovinato l’esperienza di visione, fugando ogni dubbio circa la veridicità del temporaneo guasto tecnico. La presenza stessa della puntata su un sito di streaming, in realtà, indirettamente poteva già darci indicazioni sul fatto che si trattasse soltanto di una presa in giro ben orchestrata, in caso contrario nessuno si sarebbe disturbato a caricare una replica di un episodio già andato in onda.
Ad ogni modo, fingendo per un attimo di essere stati nei panni di uno di quegli spettatori inglesi sintonizzati su BBC Two, e quindi di aver vissuto questa esperienza televisiva in diretta, abbiamo a disposizione due possibili scenari in seguito alla notizia dei presunti guasti tecnici emersi dopo i primi sette minuti di puntata: nel primo, chi guarda ha spento la TV o cambiato canale a causa dei suddetti problemi tecnici, credendoli veritieri; nel secondo, invece, chi guarda ha mangiato la foglia proseguendo la visione conoscendo bene stile e originalità dei due creatori e interpreti della serie. Una scelta che, dal lato artistico, ha certamente pagato, vista l’originalità dell’episodio, ma che dall’altro, da quello più materiale legato agli ascolti, avrà sicuramente portato all’abbandono da parte di qualche spettatore poco informato sul lavoro compiuto finora in questa serie da Shearsmith e Pemberton e perciò impossibilitato a fiutare la trappola per tempo.
A partire dai problemi audio, passando poi per il meta-litigio, le telecamere di sicurezza e il tweet in tempo reale condiviso da Shearsmith, tutto l’episodio risulta costruito sapientemente, frutto probabilmente di un lavoro durato mesi ma che comunque, nonostante la premeditazione e la preparazione dei vari intermezzi, dipendeva in ultima analisi dalle sequenze in presa diretta, vero punto cardine dell’episodio.
In questa occasione Inside No.9 ha lanciato al pubblico una sfida unica nel suo genere, probabilmente irripetibile dal punto di vista delle modalità, più che altro perché si scadrebbe nel già visto, e l’esito è stato senza dubbio apprezzato. Unica pecca: la durata. Una storia di questo genere, sviluppata entro i 25 minuti canonici, risulta un po’ compressa; a maggior ragione in virtù del minutaggio “sprecato” per simulare il guasto tecnico. Un difetto che comunque non invalida del tutto il risultato, ottimo dal punto di vista delle intenzioni e della realizzazione e che ci fa ben sperare in merito alla stagione imminente.
Senza dubbio lo spettatore italiano – il quale verosimilmente avrà guardato l’episodio in differita su qualche portale di streaming – non potrà dire di aver vissuto la medesima esperienza di coloro che, quella sera, hanno avuto modo di seguire lo show in diretta. La possibilità di poter andare avanti attraverso la timeline del player scelto per lo streaming, ovviamente, ha in parte rovinato l’esperienza di visione, fugando ogni dubbio circa la veridicità del temporaneo guasto tecnico. La presenza stessa della puntata su un sito di streaming, in realtà, indirettamente poteva già darci indicazioni sul fatto che si trattasse soltanto di una presa in giro ben orchestrata, in caso contrario nessuno si sarebbe disturbato a caricare una replica di un episodio già andato in onda.
Ad ogni modo, fingendo per un attimo di essere stati nei panni di uno di quegli spettatori inglesi sintonizzati su BBC Two, e quindi di aver vissuto questa esperienza televisiva in diretta, abbiamo a disposizione due possibili scenari in seguito alla notizia dei presunti guasti tecnici emersi dopo i primi sette minuti di puntata: nel primo, chi guarda ha spento la TV o cambiato canale a causa dei suddetti problemi tecnici, credendoli veritieri; nel secondo, invece, chi guarda ha mangiato la foglia proseguendo la visione conoscendo bene stile e originalità dei due creatori e interpreti della serie. Una scelta che, dal lato artistico, ha certamente pagato, vista l’originalità dell’episodio, ma che dall’altro, da quello più materiale legato agli ascolti, avrà sicuramente portato all’abbandono da parte di qualche spettatore poco informato sul lavoro compiuto finora in questa serie da Shearsmith e Pemberton e perciò impossibilitato a fiutare la trappola per tempo.
A partire dai problemi audio, passando poi per il meta-litigio, le telecamere di sicurezza e il tweet in tempo reale condiviso da Shearsmith, tutto l’episodio risulta costruito sapientemente, frutto probabilmente di un lavoro durato mesi ma che comunque, nonostante la premeditazione e la preparazione dei vari intermezzi, dipendeva in ultima analisi dalle sequenze in presa diretta, vero punto cardine dell’episodio.
In questa occasione Inside No.9 ha lanciato al pubblico una sfida unica nel suo genere, probabilmente irripetibile dal punto di vista delle modalità, più che altro perché si scadrebbe nel già visto, e l’esito è stato senza dubbio apprezzato. Unica pecca: la durata. Una storia di questo genere, sviluppata entro i 25 minuti canonici, risulta un po’ compressa; a maggior ragione in virtù del minutaggio “sprecato” per simulare il guasto tecnico. Un difetto che comunque non invalida del tutto il risultato, ottimo dal punto di vista delle intenzioni e della realizzazione e che ci fa ben sperare in merito alla stagione imminente.
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In attesa della quinta stagione, che andrà in onda l’anno prossimo, Inside No.9 torna a regalarci emozioni con un episodio decisamente fuori dall’ordinario che gioca sul pubblico ad un livello ancora superiore rispetto agli standard a cui lo show ci ha abituato. La durata dell’episodio, i canonici 25 minuti, in questo caso purtroppo non consente all’episodio di spiccare il volo e arrivare ad agguantare la nostra personalissima benedizione. Noi comunque ci riteniamo soddisfatti, quindi un bel Thank Them All non glielo leva nessuno.
Tempting Fate 4×06 | 1.82 milioni – ND rating |
Live: Dead Line 5×00 | 0.73 milioni – ND rating |
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.