Invasion accantona l’idea di puntate brevi e concentrate ad una singola trama per tornare ad abbracciare più personaggi all’interno dell’episodio, aumentando di conseguenza il proprio minutaggio. Il risultato? Un ritorno alla sufficienza, ma con finalmente degli alieni che girovagano per la città come in una delle mille pellicole prodotte sul tema “invasione aliena” nel corso degli anni.
Ma c’è speranza, quanto meno, che così come è stato fatto per Aneesha e Ahmed, anche agli altri personaggi (Caspar, Trevante, Mitsuki) venga dedicato ampio spazio di analisi. Non un episodio, purtroppo, visto che ne mancano solamente tre alla fine e la narrazione non riuscirebbe ad avere un punto di raccordo in questo caso.
UN INGLESE A KABUL
Trevante ha la fortuna sfacciata di trovare una persona che parla inglese nel mezzo del deserto afgano e che, oltretutto, lo guida verso il “vicino” (300 miglia) aeroporto di Kabul per lasciare il paese. Una sottotrama che non trasmette niente di particolare al pubblico portando, semplicemente, il personaggio da un punto A ad un punto B senza interferenze di alcun tipo e permettendogli di salire in maniera abbastanza banale sull’aereo. Occorrerà capire, considerata la situazione del pianeta e la distanza dagli USA, come si affronterà il rientro a casa di Travante, ma in fin dei conti si tratta di una sottotrama che ha raggiunto la propria fase di stasi a meno che non si verifichi un’improvvisa accelerazione di navigazione o un incidente inaspettato (decisamente più probabile).
La sceneggiatura di Mitsuki, quella che per prima si era avvicinata alla presenza extraterrestre (con la registrazione dei vari “wajo”) si ritrova completamente bloccata e oltretutto impegnata a ripercorrere le stesse identiche scene, ma alla ricerca di qualcosa di diverso.
L’intero minutaggio a lei dedicato la vede in una stazione radio della JASA in cui ha fatto arrivare informazioni false sul suo ruolo nell’operazione per poter operare alla ricerca di Hinata unitamente all’ex collega e al padre dell’astronauta data per morta. Il problema è che tutto ripercorre schemi narrativi già visti in “Orion” con nessun tipo di differenza: Mitsuki cerca informazioni e sulle sue tracce c’è la polizia che la sta per catturare; le informazioni vengono ottenute all’ultimo e malamente Mitsuki viene allontanata dal pc; la puntata si conclude così con la possibilità di nuove scoperte sull’incidente spaziale. Finché si tratta di citare celebri pellicole del genere può anche funzionare, ma se dopo tre episodi ci si ritrova a copiare un’intera sequenza c’è qualche grosso problema a livello di sceneggiatura.
DUE CUORI E UN ALIENO
Calma piatta anche per Ahmed e Aneesha dopo aver quasi convinto che la loro sottotrama potesse essere anche solamente interessante nel precedente episodio: un viaggio in auto verso un vicino rifugio condito da uno stop in un fast food tanto per gradire. Ma la cosa che lascia dei dubbi è vedere Ahmed, ferito gravemente durante lo scontro con l’alieno nel precedente episodio passare da uno stato di incoscienza e battito del cuore fermo (la moglie lo salva non si sa bene in quale modo) a deambulare senza eccessiva difficoltà e privo dell’aiuto di qualsivoglia supporto.
La parte più interessante resta quindi quella riguardante il buon Caspar e il suo indomito gruppo di amici che riesce a fare ritorno a Londra dopo essersi imbattuto in una giovane donna che li aiuta a rientrare in città (degli amici lasciati in un camion poco prima sembrano fregarsene tutti, quindi lo faremo anche noi). L’incontro con l’alieno avviene nel momento topico dell’episodio (uno sprazzo di sentimentalismo-romanticismo tra Caspar e Jamila) e sembra inserito giusto per ricordare allo spettatore che sì, oltre agli umani ci sono anche loro, gli alieni, e che sono fatti in quel modo buffo come erano stati mostrati nella precedente puntata. Anzi, per l’esattezza non si tratta di un incontro dal momento che l’alieno viene mostrato solo in lontananza (caparbiamente, giusto per risparmiare qualche spicciolo nella CGI) dando modo ai due giovani di rimanere in salvo e potersi allontanare senza eccessive problematiche.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il finale non riesce a trasmettere lo stesso pathos di quanto visto (sequenza fotocopia) in “Orion”, eppure Invasion ci prova lo stesso. I veri quesiti continuano a rimanere irrisolti, nel frattempo: perché Caspar è collegato agli alieni esattamente come lo è Mike? Perché gli alieni si muovono in una maniera tanto strana? Cacciano solo in base ai rumori oppure è una supposizione fallace basata su quanto visto finora?
Domande a cui la serie sembra non avere ancora intenzione di rispondere continuando a rimandare l’appuntamento con la verità sempre più in là. Peccato che ormai manchino tre episodi alla conclusione e il cerchio ormai dovrebbe iniziare a chiudersi. Non esattamente la stessa sensazione che trasmette lo show al momento.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.