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Giudicare La Casa De Papel si rivela compito arduo in quanto, a seconda della prospettiva che si vuole adottare, lo show potrebbe risultare estremamente piacevole o altrettanto irritante.
Infatti se si volesse scendere nei dettagli del nuovo piano della banda in questa terza stagione, nonostante gli sforzi degli autori per giustificare ogni mossa, le incongruenze sarebbero tante e tali da poter scrivere una recensione a parte solo su queste: tra le più evidenti spiccano le imponenti attrezzature che, magicamente in stile borsa di Hermione in Harry Potter, appaiono nonostante le imponenti dimensioni.
Tuttavia, scegliendo deliberatamente di non dare un peso eccessivo alla parte scientifica e tecnologica, bisogna ammettere che il ritmo incalzante della narrazione, perfetta per il classico binge-watching tanto caro a mamma Netflix, tiene incollati gli spettatori allo schermo, polverizzando la serie un episodio dopo l’altro e sicuramente è questo il primo obiettivo per questo prodotto seriale che, immeritato o meno, ha ormai raggiunto un successo globale non trascurabile.
Dopo il consueto colpo di testa di Denver che spiazza tutti, non pago di aver quasi ucciso il Governatore, pedina fondamentale del piano, si assiste all’entrata in scena di Alicia Sierra, negoziatrice d’acciaio, una versione di Raquel con gli attributi: l’ex poliziotta risulta essere palesemente l’anello debole della banda, visto la complicata situazione a livello famigliare (la madre e la figlia la rendono facilmente ricattabile) e non sembra essersi veramente amalgamata con il resto della banda, tanto che anche nei vari flashback disseminati in questo quinto episodio appare più come la donna del professore che come Lisbona, membro attivo della banda. Inoltre i siparietti romantici tra quest’ultima e Sergio, con tanto di scenette pre-matrimonio, risultano essere abbastanza stucchevoli, andando a smorzare il ritmo della narrazione, motivo per cui potrebbero tranquillamente essere evitati.
Rimanendo tra le componenti femminili del gruppo, spicca senza dubbio l’ottima interpretazione di Alba Flores, per una Nairobi interpretata magistralmente tramite una mimica facciale molto spiccata, anche nei precedenti episodi.
Da segnalare come il discorso sul finale di puntata -friendzonati di tutto il mondo non siete soli- può essere considerato sotto una duplice veste: se da una parte si tratta di un momento emotivamente coinvolgente reso alla perfezione dagli interpreti, che complessivamente ci può stare, dall’altra sembra che i vari rapporti interpersonali tra i membri del gruppo abbiano ormai un peso preminente nelle dinamiche interne dello show, andando quasi ad oscurare tutto il resto.
Non solo la rapina, ma gli aspetti sociali e politici della serie, che tramite l’escamotage delle cajas rojas vengono ulteriormente sottolineati agli occhi degli spettatori, rischiano di passare in secondo piano rispetto alle diverse coppie ormai createsi all’interno del famoso gruppo criminale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un buon episodio per La Casa De Papel, ma caratterizzato da diversi difetti difficili da ignorare, che penalizzano la puntata nella sua valutazione complessiva. L’incalzante narrazione rimane il punto di forza della serie, tuttavia le innumerevoli situazioni personali sulla soglia del dramma rendono meno giustizia del solito alla grande rapina stagionale, motivo per cui questo quinto episodio non và oltre la sufficienza. Menzione speciale a Nairobi, santa protettrice dei friendzonati di tutto il mondo e nuova eroina del pubblico.
Bum, Bum, Ciao 3×04 | ND milioni – ND rating |
Las Cajas Rojas 3×05 | ND milioni – ND rating |
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.
Sono d’accordo con tutto quello che scrivi, solo un appunto, il materiale “bellico” non compare magicamente ma si vede nel secondo episodio, quando, in assetto da guerra, si preparano per entrare nella Banca con camionetta e blindato.
Ciao, si mi ricordo ma non mi sembra ci fosse tutto, ad esempio le attrezzature per fondere i lingotti ed altre cose emerse durante gli episodi. Comunque, come ho già detto nella recensione, se ci si mette a giustificare ogni situazione passo passo non se ne esce più, bisogna vederla con un certo approccio.
Si si certo concordo anche su quello 😉