Sono passati quasi quattro anni da quel 25 dicembre 2017, quando Netflix decise di distribuire in tutto il mondo una serie spagnola, chiamata La Casa De Papel. Quella che all’inizio poteva essere considerata una mossa azzardata da parte del colosso dello streaming, si è invece rivelata una vera e propria macchina da soldi che non guarda in faccia a nessuno, tantomeno ad una sceneggiatura decente.
La creatura di Alex Pina, infatti, ha assestato colpi sicuri stagione dopo stagione, aumentando il livello di trash ma diminuendo, al tempo stesso, qualità e dignità. Ma forse non è esattamente questo l’importante per un prodotto come La Casa De Papel, che ha fatto dell’esagerazione il suo marchio di fabbrica.
Chissenefrega, dunque, se ogni volta ci si trova di fronte a sequenze girate da un Michael Bay sotto steroidi; chissenefrega che metà dei personaggi sarebbero già dovuti morire sotto una pioggia di proiettili e granate lanciate come fossero caramelle; chissenefrega di inventarsi sempre inverosimili soluzioni in extremis. La Casa De Papel è rumorosa, pacchiana, tamarra e a qualcuno può piacere proprio per questo.
UN BEL FACCINO MESSO AL POSTO GIUSTO. FORSE DUE
Si potrebbe iniziare subito con una domanda lapidaria: “C’era davvero bisogno di una quinta stagione?”. La risposta negativa arriva senza nemmeno pensarci troppo. Questa quinta stagione è totalmente inutile, come è stata inutile la quarta e addirittura la terza.
Partito con il piede giusto, presentando una trama vagamente ispirata ad Inside Man, lo show spagnolo si è progressivamente arenato nei fondali della confusione, assurdità e banalità. Si è voluto premere l’acceleratore sul ritmo e sull’esasperazione visiva invece di concentrarsi sulla scrittura di trama e dialoghi e sul presentare una storyline che quantomeno reggesse.
Tuttavia, anche La Casa De Papel merita una conclusione, dato che sarebbe stato ancora più controproducente abbandonare tutto nel dimenticatoio.
Questa quinta stagione comincia presentando due nuovi personaggi, con due funzioni molto distinte. Uno è il figlio di Berlino, comparso a caso e senza nessun tipo di connessione logica, se non quella di dare ancora spazio all’unico character carismatico dello show.
Il secondo è l’ex ragazzo di Tokyo, ucciso prima dell’inizio della serie e mai mostrato agli spettatori. Ad interpretare il grande amore della ragazza troviamo Miguel Angel Silvestre, attore salito alla ribalta grazie a serie come Sense8, Narcos e il recentissimo Sky Rojo. Praticamente un bel faccino piazzato ad hoc per pompare ancora di più l’ormone del pubblico.
UNA STAGIONE, DUE VOLUMI
Per creare ancora più hype e catalizzare l’attenzione dei fans, si è deciso di dividere la stagione in due volumi, il primo in uscita il 3 settembre (con 5 episodi) e il secondo in uscita il 3 dicembre (con i rimanenti 5 episodi). Un tentativo spudorato di spremere fino all’osso una serie che non ha più niente da dire.
“El Final Del Camino”, dunque, comincia proprio dove si è interrotta la quarta stagione, con il Professore tenuto sotto tiro da Alicia Sierra, la quale sembra fin troppo in forma per essere incinta di nove mesi. Najwa Nimri è sempre perfetta nei panni della spietata ex-ispettrice e il suo sarcasmo al vetriolo è la carta vincente di questa puntata.
Nella tenda, invece, Tamayo decide di utilizzare l’artiglieria pesante e invoca l’esercito contro la banda di rapinatori. La sua è diventata, ormai, una vendetta cieca e personale, soprattutto dopo il fallimento dell’operazione con Lisbona. Il colonnello arriva a voler violare la legge e mettersi allo stesso livello dei banditi, pur di ottenere un briciolo di soddisfazione.
Prima di scatenare l’inferno, però, Tamayo viene nuovamente ingannato dal Professore che continua a tenere le redini del piano, nonostante sia ormai giunta la resa dei conti.
RITMO E AZIONE
Il primo episodio di questa quinta stagione è infarcito di azione e ritmo, riuscendo a tenere incollati gli spettatori, senza risultare troppo scadente. Certamente, la serie non riesce a rinunciare alla sua teatralità esagerata, ma il lato puramente trash viene mitigato da momenti introspettivi e una buona dose di emotività.
La fuga di Marsiglia sotto gli occhi di Tamayo, la colonna sonora piazzata ad hoc e la sequenza finale, alzano l’asticella dell’episodio e fanno chiudere un occhio sui soliti strafalcioni propinati dagli autori.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La Casa De Papel torna per salutare il suo pubblico con la prima parte dell’ultima stagione. I rapinatori intrappolati dentro al Banco de España devono fare i conti con troppi ostacoli e troppi nemici. “El Final Del Camino” sembra solo l’inizio del massacro e la fine per la banda del Professore. Poteva andare peggio? Certo che sì.
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Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.