Leonardo 1×04 – Episodio 4TEMPO DI LETTURA 5 min

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Continua a stupire quella che era stata annunciata come la “serie evento” della Rai sul grande Leonardo Da Vinci. Stupire sì, ma per inverosimilitudine.
Questo quarto episodio chiude un piccolo ciclo “thriller”, come la stessa De Angelis lo aveva definito, all’interno della serie. Si assiste dunque ad un secondo omicidio perpetrato dalla corte degli Sforza, quello del giovane Gian Galeazzo, avvelenato con la tacita compiacenza dello zio davanti gli occhi di un Leonardo e una Caterina sempre più increduli rispetto alla spietatezza dei potenti.

UNA RELAZIONE, PIU’ CHE MORBOSA, AMMORBANTE


L’omicidio del giovane Duca diventa il pretesto narrativo per creare una nuova frattura nel rapporto altalenante tra Leonardo a Caterina che, dopo essersi ricongiunti alla corte di Milano, sul finire dell’episodio preannunciano già la volontà di intraprendere nuovamente due percorsi differenti. La relazione di amore e amicizia tra i due si può dire essere l’unico elemento che riesce a suscitare qualche interesse all’interno della trama orizzontale. Purtroppo, però, lo script di basso livello e la performance troppo plastica degli attori vanno a discapito dei momenti di confronto tra i due.
Tra sbalzi di affetto e picchi di litigiosità, i protagonisti avrebbero dovuto mostrare un rapporto assolutamente morboso, al punto da far sorgere nello spettatore il dubbio che possa essere stato veramente Leonardo a uccidere Caterina. Tutto questo viene reso a dir poco malamente. Il risultato è che già alla quarta puntata il pubblico è decisamente tediato dalla commediola tra i due, quasi quanto lo è dalla tenace e pretestuosa moralità spicciola di tutta la serie, che insiste sui temi dell’omosessualità e della sottomissione femminile.

CATERINA, UNA DONNA IN GABBIA


Una parte importante dell’episodio è dedicata alla permanenza di Caterina alla corte di Milano, abbandonata dal Doge di Venezia alla mercé di uno spregiudicato Ludovico Sforza. Ammaliata dalla moglie del Duca Reggente, Caterina viene illusa di avere il privilegio di un’eleganza e un intelletto che la elevino al pari delle nobildonne che popolano la corte, facendola sentire la prescelta tra le dame di compagnia. L’inganno la porta invece a diventare la concubina del Moro, costringendola ad accettare una realtà che non la vede affatto libera di poter scegliere la propria vita e di dover sempre sottostare alla volontà dei ricchi e degli uomini.
Tutto ciò viene narrato con toni un po’ scolastici, quasi come una favoletta dalla morale facile. La novità dovrebbe essere racchiusa nella caratterizzazione del personaggio di Caterina in chiave moderna, scelta espressa che avrebbe avuto sicuramente del potenziale ma che, invece, sembra non trovare mai la giusta profondità per farla risultare interessante.
Nell’ennesima scena un po’ anacronistica, Caterina rimbecca Ludovico il Modo sul vizio dell’infedeltà, rinunciando alla propria intimità senza però fare lo stesso con il proprio piglio ribelle, e per tutta risposta il Duca non fa una piega. In questa, come in altre occasioni, la serie perde di credibilità, rinunciando all’opportunità di pronunciarsi chiaramente sui temi forti che ha voluto portare in scena.

LEONARDO, UN ISTERICO FALLITO


Lo stesso tipo di considerazioni si possono ampiamente fare – critica e pubblico vi hanno già abbondantemente dato adito – sulla figura di Leonardo. Talentuoso, visionario, tormentato e omosessuale, il genio che ha contribuito al progresso universale delle arti e della scienza viene rivisitato in un’audace e promettente versione di fantasia. Peccato, però, che finiscono per tramutarlo in un instabile figlio abbandonato, con manie di grandezza e ossessivo riguardo una propria rivalsa, del tutto privo di raziocinio e determinazione.
Quello che doveva essere un personaggio moderno e complessissimo risulta essere un sognatore senza speranze ed un uomo isterico, incapace di adattarsi al mondo che lo circonda e di sfruttare il suo talento. Gli innumerevoli rifiuti messi in scena negli scorsi episodi purtroppo si addicono benissimo al personaggio di Leonardo che è stato creato e non causano nessuna indignazione nel pubblico che, condividendo il punto di vista del narratore, dovrebbe vedere il genio dietro l’apprendista e covare un’entusiastica aspettativa di rivincita. Questo invece non accade mai.
Nemmeno in questa quarta puntata, quando Leonardo fugge dall’ennesimo fallimento con la promessa di un monumento equestre di dimensioni inaudite, la serie riesce a trasmettere il senso d’epifania e di visionarietà. Anzi, la scena è pervasa da un imbarazzo quasi grottesco: Leonardo e il Duca sembrano due esaltati che si lasciano abbindolare dalla fantasia mentre corte e apprendisti guardano increduli e impietriti. Non c’è nessuna sorpresa e nessun entusiasmo del pubblico per l’impresa. Piccolo spoiler, il monumento a Francesco Sforza non fu per giunta mai costruito.
In conclusione, Leonardo è una serie che non dimostra di avere alcun valore di sorta, né da un punto di vista storico né cinematografico. L’unico motivo per cui si possa avere interesse a proseguire la visione può essere, al più, la curiosità di scoprire quanto oltre si saranno potuti spingere i creatori Frank Spotnitz e Steve Thompson nella demolizione di una figura iconica.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il rapporto tra Leonardo e Caterina continua e, seppur a fatica, tira avanti la trama
  • La morte di Gian Galeazzo anche nei fatti storici, non si seppe mai se avvenne per malattia o per omicidio ordito dallo zio 
  • La sceneggiatura si rivela sempre più scadente ed è accompagnata da una recitazione sempre più “teatraleggiante”
  • La narrazione piatta e l’incredibilità delle scelte stilistiche privano il pubblico di qualsiasi entusiasmo per quelli che dovrebbero essere i colpi di scena
  • La moralità spicciola è proprio degna di una serie RAI
  • Il personaggio di Leonardo appare ormai una caricatura di quelle che erano le intenzioni degli autori

 

Dopo la terza puntata, in leggera ripresa rispetto al generale flop della prima serata, il quarto episodio imbocca la direzione definitiva verso l’oblio mediatico. Leonardo continuava a tenersi in piedi per la grandezza storica del vero genio da Vinci, ma se la serie continua in questa direzione è probabile che gran parte del pubblico non porterà nemmeno a termine la visione.

 

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