Little Fires Everywhere 1×06 – The UncannyTEMPO DI LETTURA 4 min

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“The Uncanny” rappresenta la prima battuta d’arresto per lo show targato Hulu basato sul romanzo di Celeste Ng e d’altronde ambientare un intero episodio in un flashback è sempre un fatto molto rischioso.
Innanzitutto, trattandosi di un avvenimento così distante nel tempo da richiedere l’utilizzo di attori diversi (e su questo, nello specifico ci sarebbe molto da ridire visto che si sta parlando solo di una quindicina di anni prima e poteva forse non essere necessario), c’è il grosso rischio di sbagliare il cast e rovinare l’episodio a prescindere dal contenuto. È quello che è successo in questo caso, dove le giovani Elena e Mia vengono interpretate rispettivamente da AnnaSophia Robb e Tiffany Boone, due attrici non del tutto sconosciute (la prima interpretava la giovane Carrie Bradshaw nel prequel di Sex And The City; la seconda è stata nel cast di The Following e, molto più recentemente, nell’acclamato Hunters di casa Amazon) ma sicuramente non del calibro di Reese Whiterspoon e Kerry Washington.
Vi è poi la questione del contenuto e, anche qui, purtroppo “The Uncanny” non riesce proprio a colpire nel segno. Le vicende del passato hanno sì rivelato alcuni retroscena importanti delle protagoniste ma non così tanti e inaspettati da giustificare un intero episodio. La love story di Mia con l’insegnante, per esempio, spiega perché la foto che Mia vende per dare i soldi per la causa a Bebe sia così importante per lei ma il “messaggio” sarebbe passato anche senza indugiare così a lungo nel loro innamoramento e nel percorso artistico di Mia (qui si tralascerà volutamente di commentare la dissonanza tra il fatto che sia Kerry Washington ad interpretare Mia nella foto appesa dietro al quadro mentre sia la sua corrispettiva giovanile ad interpretare la scena in cui la foto viene scattata… segretaria di edizione? pronto? Itala?).
Si è detto che i flashback sono rischiosi ma, se ben sfruttati, possono essere anche un punto di forza nella narrazione. Sicuramente tra le serie maestre nell’utilizzo del flashback si può annoverare Lost, a cui ogni sceneggiatore dovrebbe attingere per imparare a centellinare le informazioni sul passato, episodio dopo episodio, in una lenta e affascinante scoperta dei misteri che si celano dietro le storie dei protagonisti. Questo è stato sicuramente l’altro grande problema di questo episodio di Little Fires Everywhere. La fretta nello svelare tutte insieme le “scottanti” verità su Mia ed Elena deriva probabilmente dal fatto di essere a soli due episodi dalla fine; due episodi che, evidentemente, devono concentrarsi sull’escalation di eventi che porterà all’incendio di casa Richardson.
Domanda retorica: era veramente necessario costruire costantemente un hype così sostenuto sul segreto del padre di Pearl per poi svelarlo contemporaneamente ad altri dettagli della vita di Mia (la storia con l’insegnante, la morte del fratello e il rifiuto della famiglia)? Poteva forse essere una scelta più azzeccata quella di mostrare questi eventi negli episodi precedenti e lasciare a questo il solo compito di svelare il segreto dietro l’origine delle maternità delle due donne, visto che è proprio la maternità con il differente approccio ad essa delle protagoniste, e con le loro ferme convinzioni al suo riguardo il fulcro principale della storia di Little Fires Everywhere.
Mentre si era intuito già nell’episodio precedente che la gravidanza di Mia non era stata propriamente voluta e convenzionale, quindi nonostante sulla carta la sua storia sia quella più carica di emotività, è forse la storyline di Elena a colpire maggiormente. La donna, tanto votata all’idea di famiglia da rinunciare alla carriera e all’amore per intraprendere la strada più consona ad ottenerla, aveva in realtà pensato di abortire il quarto figlio e, solo la fredda e distaccata madre, preoccupata delle apparenze e di quello che “persone come loro” possono permettersi di fare, l’aveva dissuasa dal farlo. Salvo poi finire in una crisi di nervi che la getterà tra le braccia dell’ex.
Tralasciando la discutibile scelta di Elena che scrive numero e nome (proprio a scanso di equivoci), sia mai servisse un escamotage narrativo per far partire un’azione, c’è un’altra forzatura piuttosto grossolana dato che si vede Bill leggere nome e numero di Jamie sul biglietto caduto “fortuitamente” dalla tasca della moglie: è forse venuto il momento per Bill/Joshua Jackson di entrare in scena, come si auspicava già un paio di episodi fa?
Comunque chiudiamo la recensione con la domanda che più di tutte rimarrà senza risposta: perché solo Jamie, l’ex fidanzato, viene interpretato in entrambe le epoche dallo stesso attore mentre tutti gli altri cambiano?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Rivelazione del famigerato segreto sulla gravidanza di Mia
  • Sorpresa per la vicenda passata di Elena
  • Flashback mal riuscito per cast, contenuto e modalità

 

Little Fires Everywhere prova ad usare la carta del total flashback ma il trucco non gli riesce. Solo uno scivolone che, proprio perché legato alla modalità narrativa, si spera sarà sicuramente superato e dimenticato.

 

Duo 1×05 ND milioni – ND rating
The Uncanny 1×06 ND milioni – ND rating

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