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Superato ormai metà del percorso che prevede Little Fires Everywhere composta da 8 episodi, la serie di Liz Tigelaar continua a mostrarsi ben diversa da ciò che si poteva pensare ad una prima e fugace occhiata.
Il mistero dell’incendio della casa dei Richardson mostrato nel flashforward della season premiere è rimasto finora indisturbato, senza raccogliere ulteriori indizi nello scorrere degli altri episodi che, invece, continuano a soffermarsi esclusivamente sulla caratterizzazione dei personaggi. Il tutto finora è risultato un metodo vincente, dato che i characters messi sotto la lente d’ingrandimento possono vantare un’ottima costruzione, fatta di ambiguità ed ombre che si prestano al meglio nel portare avanti la narrazione. E’ ormai indubbio che Little Fires Everywhere appaia come una serie completa, dove al mistero che trascina l’intero filo narrativo si susseguono un’infinità di lotte interne, da quelle sociali (razzismo, povertà, adozioni, aborti) a quelle più intime che danno vita al bianco e nero degli stessi personaggi.
“Duo” è un capitolo che mette momentaneamente da parte la questione riguardante la “faida” sull’adozione e, seppur dedicando uno spazio all’aborto di Lexie, mette in primo piano le figure di Elena e Mia che, in questo frangente, ad una prima occhiata sembrano quasi scambiarsi di ruolo ma in realtà non fanno altro che sottolineare come in entrambe sussistano gli stessi lati ambivalenti di donna e madre. Una messa in mostra di carattere che, tuttavia, avviene in maniera separata e porta le due protagoniste a non avere interazioni tra di loro, costringendo la puntata a perdere quel qualcosa in più che finora era sempre emerso dai loro incontri/scontri.
Il mistero dell’incendio della casa dei Richardson mostrato nel flashforward della season premiere è rimasto finora indisturbato, senza raccogliere ulteriori indizi nello scorrere degli altri episodi che, invece, continuano a soffermarsi esclusivamente sulla caratterizzazione dei personaggi. Il tutto finora è risultato un metodo vincente, dato che i characters messi sotto la lente d’ingrandimento possono vantare un’ottima costruzione, fatta di ambiguità ed ombre che si prestano al meglio nel portare avanti la narrazione. E’ ormai indubbio che Little Fires Everywhere appaia come una serie completa, dove al mistero che trascina l’intero filo narrativo si susseguono un’infinità di lotte interne, da quelle sociali (razzismo, povertà, adozioni, aborti) a quelle più intime che danno vita al bianco e nero degli stessi personaggi.
“Duo” è un capitolo che mette momentaneamente da parte la questione riguardante la “faida” sull’adozione e, seppur dedicando uno spazio all’aborto di Lexie, mette in primo piano le figure di Elena e Mia che, in questo frangente, ad una prima occhiata sembrano quasi scambiarsi di ruolo ma in realtà non fanno altro che sottolineare come in entrambe sussistano gli stessi lati ambivalenti di donna e madre. Una messa in mostra di carattere che, tuttavia, avviene in maniera separata e porta le due protagoniste a non avere interazioni tra di loro, costringendo la puntata a perdere quel qualcosa in più che finora era sempre emerso dai loro incontri/scontri.
ELENA
Apparsa sin dal primo momento come la rappresentazione perfettina di madre, moglie e organizzatrice generale, la signora Richardson si è mostrata pian piano anche nella sua forma più umana; accusata nello scorso episodio di essere stata facilitata nelle scelte dalla sue buone opzioni, la serie decide di fare un salto nel passato di Elena per mostrare quelle stesse scelte che (seppur totalmente diverse e senza dubbio meno pesanti rispetto quelle di Mia) ne hanno definito la sua vita. Il flashback in una Parigi del 1976 mette in mostra una scelta di vita che ha portato Elena su una strada già ben pianificata e che non ammetteva deviazioni. L’Elena che invece si presenta a New York nel 1997 dal suo ex sembra rimpiangere alcune scelte e si ritrova, nella confusione più totale, anche spinta al tradimento. Una deviazione di equilibrio che le costa anche caro in termini di genitore: dopo aver accusato Mia di egoismo e scarso senso materno, si ritrova lei stessa, a sua insaputa, a venir meno in aiuto della figlia nel momento di maggior bisogno.
Apparsa sin dal primo momento come la rappresentazione perfettina di madre, moglie e organizzatrice generale, la signora Richardson si è mostrata pian piano anche nella sua forma più umana; accusata nello scorso episodio di essere stata facilitata nelle scelte dalla sue buone opzioni, la serie decide di fare un salto nel passato di Elena per mostrare quelle stesse scelte che (seppur totalmente diverse e senza dubbio meno pesanti rispetto quelle di Mia) ne hanno definito la sua vita. Il flashback in una Parigi del 1976 mette in mostra una scelta di vita che ha portato Elena su una strada già ben pianificata e che non ammetteva deviazioni. L’Elena che invece si presenta a New York nel 1997 dal suo ex sembra rimpiangere alcune scelte e si ritrova, nella confusione più totale, anche spinta al tradimento. Una deviazione di equilibrio che le costa anche caro in termini di genitore: dopo aver accusato Mia di egoismo e scarso senso materno, si ritrova lei stessa, a sua insaputa, a venir meno in aiuto della figlia nel momento di maggior bisogno.
MIA
Un rovescio di fronte che colpisce anche il personaggio di Kerry Washington. Si trova lei, infatti, in questo quinto appuntamento a svolgere il ruolo della madre presente, disponibile finalmente ad ascoltare Pearl e dare conforto lì dove necessario. Questo nonostante, per quanto riguarda Mia, il suo carattere più irruento tenda sempre a prendere il sopravvento portandola ad elargire giuste lezioni di vita in momenti totalmente sbagliati.
Rimane tuttavia sempre circoscritta attorno a questo character la parte più misteriosa dell’intera serie. L’ambiguità caratteriale va infatti di pari passo con i segreti e misteri che si nascondono nel suo passato. Era ormai da qualche tempo che, anche grazie alle conversazioni con la sua agente, il mistero intorno la nascita di Pearl iniziava a soffiare più forte. Va detto che la situazione di Bebe e la presa a cuore di Mia avevano alzato i sospetti riguardo una situazione analoga vissuta dalla Warren le cui conseguenze erano state la fuga. Dopo quanto scoperto da Elena sul finire di puntata, se ciò che appare risulterà vero con una Mia prestatasi come utero in affitto che finisce con lo scappare prima del parto, i nuovi risvolti non farebbero altro che aumentare gli strati da approfondire del sempre più intricato, ambiguo e troppo spesso ipocrita personaggio di Mia Warren.
Un rovescio di fronte che colpisce anche il personaggio di Kerry Washington. Si trova lei, infatti, in questo quinto appuntamento a svolgere il ruolo della madre presente, disponibile finalmente ad ascoltare Pearl e dare conforto lì dove necessario. Questo nonostante, per quanto riguarda Mia, il suo carattere più irruento tenda sempre a prendere il sopravvento portandola ad elargire giuste lezioni di vita in momenti totalmente sbagliati.
Rimane tuttavia sempre circoscritta attorno a questo character la parte più misteriosa dell’intera serie. L’ambiguità caratteriale va infatti di pari passo con i segreti e misteri che si nascondono nel suo passato. Era ormai da qualche tempo che, anche grazie alle conversazioni con la sua agente, il mistero intorno la nascita di Pearl iniziava a soffiare più forte. Va detto che la situazione di Bebe e la presa a cuore di Mia avevano alzato i sospetti riguardo una situazione analoga vissuta dalla Warren le cui conseguenze erano state la fuga. Dopo quanto scoperto da Elena sul finire di puntata, se ciò che appare risulterà vero con una Mia prestatasi come utero in affitto che finisce con lo scappare prima del parto, i nuovi risvolti non farebbero altro che aumentare gli strati da approfondire del sempre più intricato, ambiguo e troppo spesso ipocrita personaggio di Mia Warren.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Little Fires Everywhere separa per l’occasione le sue due protagoniste per concentrarsi su una maggiore caratterizzazione dei loro personaggi. La capacità di narrazione della serie lo rende in maniera efficiente, ma la mancanza dello “scontro a fuoco” tra le due non passa di certo inosservata.
The Spider Web 1×04 | ND milioni – ND rating |
Duo 1×05 | ND milioni – ND rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.