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Mare Of Easttown 1×02 – FathersTEMPO DI LETTURA 4 min

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Mare-Of-Easttown-1x02Nella recensione del primo episodio si era correttamente sottolineato come la presentazione generale di Easttown e della sua relativa comunità fosse avvenuta in maniera decisamente lenta e sotto certi punti di vista raffazzonata visto e considerato che lo spettatore viene messo a conoscenza di diversi personaggi nel giro di una manciata di secondi. Mentre il secondo elemento viene meno in “Fathers”, permettendo alla serie di prendere tranquillamente il largo, il primo elemento ossia la lentezza narrativa viene resa vero marchio di fabbrica del prodotto stesso, elevata a cardine portante.
Lo spettatore in più passaggi si ritrova in religioso silenzio intento ad osservare Mare e gli altri personaggi scambiarsi sguardi furtivi, interagire brevemente, portare avanti conversazioni congeniali alla narrazione.
Non c’è alcuna fretta nell’esposizione del racconto ed il minutaggio dei singoli episodi parla da sé anche in questo caso: “Fathers” sfiora l’ora di messa in onda, ma si tratta di 60 minuti ben gestiti e votati ad abbellire un affresco già di suo molto particolare.

GESTIONE DEL TEMPO


La scena del ritrovamento del corpo di Erin e la notizia data al padre della giovane sono due momenti paradossalmente molto veloci da trasporre e che, anzi, spesso e volentieri vengono accelerati nei crime drama subito dopo aver concesso al pubblico qualche macabra scena direttamente dal luogo del ritrovamento.
Nella serie HBO invece il tutto viene diluito (in maniera coscienziosa): l’incedere lento di Mare tra le sterpaglie (ancora dolorante dalla storta presa nello scorso episodio); il clima autunnale che permea la fotografia; lo scrosciare del ruscello in sottofondo; brevi e sporadici battute tra Mare ed il poliziotto che si trova sulla scena del delitto; solo ora viene mostrato più nel dettaglio il corpo di Erin; lo scatto di qualche foto e tutto prosegue con Mare che impartisce ordini agli uomini occorsi chiedendo loro di cercare tracce e/o prove nella zona salvo poi organizzarsi per informare il padre di Erin.
Ed anche qui l’incidere è estremamente lento e segue progressivamente l’intero processo di realizzazione di Kenny tra negazione, rabbia furiosa e dolore travolgente. Un ruolo importante gioca anche la musica qui e là sostituita da suoni naturali (il già citato ruscello, oppure le foglie secche) e antropici (la mano battuta sul tavolo, il colpo violento di un oggetto contro il pavimento).
C’è grande interesse per i dettagli e, soprattutto, un grande interesse per il dolore che viene in questo episodio messo in mostra attraverso il dolore diverso di due padri (da qui il titolo): il primo è il padre di Erin che si ritrova desideroso di vendetta verso la persona da lui ritenuta colpevole; il secondo è il padre della ragazza che Mare arresta come principale sospettata (un dolore messo sì in mostra, ma con cui è più difficile empatizzare).

LUOGHI COMUNI… MA UTILI


Nella scorsa recensione si appuntava come Easttown altro non fosse che l’ennesimo “solito paesino sperduto”. Una descrizione perfetta del luogo che anche in “Fathers” finisce per far scadere nel cliché l’intera narrazione: numerose le problematiche famigliari; un risentimento crescente da parte dei compaesani di Mare nei confronti della polizia colpevole, a loro giudizio, di non essere in grado di risolvere i casi delle due giovani ragazze (Katie ed ora Erin). Luoghi comuni, sì, ma che non stonano nel complesso e che aiutano lo show a seguire il proprio binario narrativo.
Superfluo ai fini della storia, per ora, la sottotrama sentimentale che riguarda Mare, nonostante aiuti lo spettatore ad inquadrare il personaggio sotto un po’ tutti i punti di vista.
Da segnalare, inoltre, che l’episodio coincide con l’entrata in scena di Evan Peters nei panni del detective Colin Zabel arrivato per aiutare Mare nella risoluzione del caso di Katie, ma che si ritrova nella situazione di essere visto come il poliziotto “dall’esterno” che cerca di soffiare caso e credibilità alla polizia locale; anche qui, luogo comune ma adatto considerato il contesto geografico di Easttown.

PLOT TWIST FINALE


Viene lasciato al finale di puntata il compito di convincere il pubblico a continuare la visione lanciando l’amo della possibile paternità del bambino di Erin: il piccolo infatti sarebbe figlio di Frank Sheehan, ex marito proprio di Mare e portato in scena da David Denman, quel mascalzone di Roy Anderson, il famigerato ex fidanzato di Pam Beesly in The Office.
Si tratta davvero di un rapporto così perverso oppure il nome di Frank viene fatto dalla migliore amica di Erin solo per supposizioni proprie? E che collegamento potrebbe mai esserci tra Frank e la morte di Erin? Mentre quest’ultima avveniva, Frank era alle prese con la famosa festa per l’annuncio del matrimonio, sarebbe stato impossibile per lui salvo eventuali colpi di scena. Depistaggio?
La sensazione è quella che a Easttown nulla è come sembri e che il marcio stia venendo lentamente a galla. Una visione narrativa che avvicina la serie diretta da Craig Zobel ad un’altra produzione HBO, ossia Sharp Objects, diretta da Jean-Marc Vallée e con Amy Adams.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Gestione delle tempistiche
  • Mare ed il suo complicato rapporto con la cittadina e con i vari abitanti
  • Evan Peters
  • Un’ora di visione che non pesa
  • Consueta, mastodontica, produzione HBO
  • Sembra mancare ancora qualcosa
  • Forse troppi cliché narrativi?

 

Mare Of Easttown si ripresenta al pubblico con un secondo episodio che convince e coinvolge. Un racconto particolareggiato con sfondo un piccolo paesino dai risvolti cupi.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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