Dopo i primi cinque episodi lenti e focalizzati fin troppo sulle situazioni familiari di Mare, Ingelby chiude la serie con due puntate qualitativamente migliori della media che danno una degna conclusione a Mare Of Easttown. Un buon filo narrativo che, però, è tardato ad arrivare.
Nel complesso, e soprattutto con le classiche considerazioni a posteriori, Ingelby avrebbe potuto arricchire i primi quattro-cinque episodi in altri modi, esulando da tutte quelle dinamiche personali che, ai fini del lato investigativo, non hanno portato a nulla. Anche se è pur vero che con questo focus si è permesso allo show di presentarsi al pubblico in maniera diversa e più “umana” del solito. Ma magari non era proprio nè il posto, nè la serie adatta per farlo.
IL FINALE
L’ultimo mistero rimasto irrisolto è anche quello con cui la serie inizia: chi ha ucciso Erin? E di conseguenza: chi è il padre biologico di DJ?
Come era facile presumere, John Ross confessa di essere il padre del bambino e di aver ucciso la ragazza dopo una lite. Un incidente con un finale tragico, ma prevedibile e non di grande impatto. La confessione e l’udienza occupano solo i primi quindici minuti della puntata, lasciando una sensazione agrodolce e la paura della restante ora occupata dalle questioni familiari di Mare.
Tutto un altro paio di maniche quando si scopre che l’assassino non è John Ross, ma il figlio Ryan, di appena 13 anni.
Arrivati al finale, tutti quei momenti che sembravano morti e creati ad hoc più per arrivare all’ora di puntata piuttosto che per approfondire la psiche dei personaggi, trovano una ragione d’essere.
In particolare la puntata “Illusions“, dedicata alla famiglia Ross ed ai problemi d’infedeltà di John, trova una sua chiara collocazione. Proprio grazie a quella puntata, tutti i sospetti si sono focalizzati su John sia come padre biologico del piccolo DJ, sia come omicida di Erin.
Arriva nel momento giusto il plot twist, la scoperta di Mare che il vero assassino è Ryan. Rivelazione che arriva a lei quasi per caso, ma che crea un buon ritmo narrativo alla puntata concludendo la serie con un finale tragico più che rassicurante.
LA COMUNITÀ DI EASTTOWN
La serie ha puntato fin da “Miss Lady Hawk Herself” alle dinamiche di Easttown, una piccola e isolata cittadina dove tutti si conoscono. Una sensazione di accoglienza e sicurezza che, venendo disturbata dall’omicidio, si è ribaltata completamente. I rapporti sono stati messi in crisi, tutti sono dei sospettati e gli abitanti sono diventati delle bombe ad orologeria. Tutto questo termina con l’arresto di Ryan e la comunità che torna tale.
L’omicidio di Erin ha sconvolto la piccola città per l’efferatezza dell’atto e tutto quello che, volente o nolente, ha portato a galla.
Ingelby ha voluto, più che creare un avvincente crime, parlare di rapporti familiari, dei legami con gli altri e delle complicazioni da cui essi nascono e si sviluppano.
GLI ULTIMI MINUTI
La vita travagliata di Mare, con il suicidio del figlio e il difficile rapporto con la madre, si riflette nelle vicende di tutti gli altri cittadini. Ci sono più conflitti che risoluzioni per loro, ma gli ultimi minuti della puntata lasciano ancora una speranza.
Con una scena tipica da comunità americana (e la voglia di non ricadere nel Broadchurch di turno), durante la messa tenuta dal prete Mark (finalmente scagionato) si parla di perdono e di aiuto nei confronti delle persone che sono rimaste più colpite dalla morte della ragazza.
È negli ultimi minuti che Mare Of Easttown dà un messaggio di speranza con il ricongiungimento di Lori e Mare, unite entrambe da un trama con la quale bisogna fare i conti ed accettare, come dice Mare.
Gli ultimi secondi son proprio dedicati a questo: all’accettare la morte e al dover (e voler) andare avanti. Un passo dopo l’altro.
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HBO ancora una volta non delude. Sebbene le aspettative fossero alte e, per alcuni versi, non sono state completamente rispettate, Mare Of Easttown è una miniserie che merita la visione. Soprattutto per l’ottima performance di Kate Winslet.
