(Joe Rocchio)
Quello delle serie Marvel/Netflix sta diventando, più che un problema, un vero e proprio modus operandi, inteso nel senso di schema ricorrente nel compiere un crimine brutto (tipo un omicidio). Tali show hanno dalla loro, nelle loro prime stagioni, la curiosità dello spettatore. Curiosità verso l’adattamento-trasposizione dal fumetto per i puristi, curiosità per l’interpretazione di attori che si stanno ritagliando un loro spazio nel panorama televisivo grazie ad altri show per gli amanti della serialità televisiva, curiosità media per chi non sa che fare e si inizia una serie nuova. Tali serie hanno avuto esiti alterni ma tutte loro hanno contenuto una successione di momenti molto alti e momenti di stanca. La qualità della storia raccontata faceva protendere l’attenzione per una o per l’altra parte.
Marvel’s Iron Fist non ha mai particolarmente catturato. Forse per il tipo di mitologia più kitsch, forse perché le scene pallose erano veramente tante, forse semplicemente perché la prima stagione rappresentava una quarta stagione di questo universo condiviso e la curiosità quindi era venuta un po’ meno. Tant’è che poi le apparizioni nel mega crossover di Marvel’s The Defenders e in un episodio della recente seconda stagione di Marvel’s Luke Cage hanno reso la figura di Danny Rand più digeribile.
Tutto questo per dire che se c’è qualcosa di “The Fury Of The Iron Fist” che può catturare l’attenzione dello spettatore e la voglia di proseguire e rivalutare questo show, bisognerebbe veramente cercarlo con il lanternino. Comprensibile, come sempre, il carattere altamente introduttivo di una premiére, considerando che non deve creare un’attesa settimanale. Il problema è che le trame aperte da questa 2×01 non sembrano puntare verso una strada nuova per uno show che non è certo stato la rivelazione delle ultime uscite seriali.
L’aspetto forse meno digeribile è la conversione di Joy in villain di turno, cosa tra l’altro anticipata nel finale della scorsa stagione. La scrittura del suo personaggio è stata forzatamente cambiata, giustificando tale cambio con un ipotetico senso di vendetta verso Danny, reo di averle cambiato la vita. Se poi il fratello nasconde a casa sua un redivivo padre pazzo, questo è giusto un dettaglio. Il fatto che poi ad un cambio di carattere corrisponda anche un cambio di look rende il tutto ancora più qualitativamente discutibile. L’alleanza con Davos è solo un modo per creare un connubio con un’altra stereotipata figura conflittuale: quella del “fratello” che si sente delegittimato e più puro e che proprio non ci può pensare.
La vita tra Danny e Colleen prosegue tranquilla e spensierata, rendendo alla stregua di una comedy tutto il minutaggio dedicato al protagonista, con tanto di siparietto in cui lui riesce a rimorchiare e il simpatico amico no. Il tutto ovviamente se si fa eccezione con le (poche) scene di azione che caratterizzano l’apertura di premiére e l’intera sequenza al ristorante. A proposito di quest’ultima situazione. Sentir riparlare di The Hand ovviamente rende merito all’antagonista principale di questa fetta di universo supereroistico, tuttavia se di questo si tratterà, la seconda stagione di Iron Fist minaccia di diventare uno di quei sequel di bassa lega dove per non rischiare si punta sull’usato sicuro, facendo resuscitare il main villain. Come se la seconda stagione di Marvel’s Jessica Jones avesse visto un ritorno dall’oltretomba di Kilgrave (visto il risultato anche di quella stagione forse sarebbe stato meglio).
Il problema è che non si può ipotizzare proprio niente in questo senso perché l’episodio è talmente introduttivo da introdurre ben poco, paradossalmente. Il finale con Danny che dà pugni a caso con degli occhi minacciosi di drago alle sue spalle è il classico finale che non ci prova nemmeno a spingere lo spettatore a far partire l’episodio successivo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Dragon Plays With Fire 1×13 | ND milioni – ND rating |
The Fury Of The Iron Fist 2×01 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.